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Contro la povertà e l’esclusione sociale

Il Soccorso svizzero d'inverno offre calore umano a chi si sente solo e dimenticato Keystone

Il Soccorso svizzero d'inverno celebra i 70 anni di attività. Un traguardo importante che però non lascia spazio ai festeggiamenti: la lotta alla povertà continua, oggi più che mai.

Nonostante l’economia si stia riprendendo, il numero di richieste d’aiuto è in aumento. A necessitare di una mano non sono più soltanto i disoccupati, ma anche i lavoratori e le famiglie.

«Ci occupiamo soprattutto di coloro che devono per così dire accontentarsi del minimo vitale. Si tratta in particolare di famiglie o di persone che crescono da sole i figli e che si trovano in una situazione critica», spiega Monika Weber, presidente del Soccorso svizzero d’inverno.

Inizialmente dedita al sostegno ai disoccupati – le cui ristrettezze finanziarie rendevano il periodo invernale ancor più insopportabile – l’opera assistenziale ha ampliato col tempo la sua azione a tutte le persone in difficoltà.

A chi non ha abbastanza da mangiare distribuisce verdura, frutta e buoni pasto. A chi manca un tetto decente offre letti e vestiti. E a coloro che non riescono a pagare le fatture concede un aiuto finanziario.

«Vogliamo inoltre evitare l’esclusione sociale tramite la distribuzione di coupon viaggio Reka o il finanziamento di corsi musicali», indica a swissinfo Andreas Zehnder, segretario centrale.

Il concetto d’«inverno» non si limita più alla definizione di una stagione dell’anno. Ingloba invece ogni stato, ogni condizione di vita dove la «freddezza» del destino rende l’esistenza insostenibile.

Povertà da record

A 70 anni dall’inizio della sua lotta alla precarietà, il Soccorso svizzero d’inverno è più che mai sollecitato.

Le richieste di assistenza nel 2006 sono state 7’000 (per un totale di circa 10’000 persone tra adulti e bambini), il 7% in più rispetto all’anno precedente. Un dato allarmante, anche perché si tratta del valore più elevato da oltre due decenni a questa parte.

«Un posto di lavoro stabile e una struttura famigliare solida sono sempre meno scontati», osserva Monika Weber. È in questi momenti, sottolinea l’associazione, che la solidarietà della popolazione è particolarmente preziosa.

Aiutare i «nuovi poveri»

Se in passato erano gli anziani e gli abitanti delle regioni montane a necessitare degli aiuti maggiori, il presente evidenzia che la povertà si insinua nelle varie classi d’età della società, in ogni angolo della Svizzera.

Per il Soccorso svizzero d’inverno, gli sforzi vanno concentrati in favore dei «nuovi poveri», lavoratori e famiglie dall’apparenza normale il cui reddito non basta però a coprire le spese. L’Ufficio federale di statistica cifra a oltre 200mila persone questa schiera di «working poor».

«A rischio sono pure i genitori separati e le famiglie monoparentali, e di conseguenza i bambini ed i giovani», ci dice Zehnder. «La mancanza di formazione rappresenta poi un handicap supplementare».

Diversa invece la situazione sul fronte degli anziani. Il sistema sociale elvetico, segnala l’istituzione, offre una buona copertura e l’insufficienza della rendita di vecchiaia viene invocata sempre più raramente. Il detto «essere anziani significa essere poveri» non vale più.

Regalo natalizio

Per marcare il 70esimo anniversario, il Soccorso svizzero d’inverno intende sorprendere i più indigenti con un’azione natalizia.

«Vogliamo infondere coraggio alle persone che vivono in condizioni difficili, cercando di comunicare loro che non sono abbandonate al loro destino», commenta Monika Weber.

La sorpresa assumerà la forma di un piccolo regalo extra in denaro o consisterà nell’esaudimento di un sogno di lunga data.

L’azione – per la quale sono stati messi a disposizione 200mila franchi – è indirizzata principalmente alle persone già note al Soccorso e durerà fino al 24 dicembre.

swissinfo, Luigi Jorio

Nel 2006, al Soccorso svizzero d’inverno sono giunte 7’000 richieste d’aiuto (10mila persone).
Si tratta di un aumento del 7% rispetto al 2005.
Sul terreno lavorano circa 400 collaboratori.

Il Soccorso svizzero d’inverno nasce a Zurigo nel 1936, su iniziativa di esponenti del mondo economico, industriale e politico.

Si tratta inizialmente di un movimento solidale a sostegno delle vittime della crisi economica che ha colpito tutta la Svizzera. Il suo aiuto è destinato in particolare ai disoccupati e alle loro famiglie.

Durante la Seconda guerra mondiale, dà inizio alla sua azione alimentare più conosciuta, «Patate e mele d’inverno», la quale si prolungherà fino a metà anni Ottanta.

Oggi dispone di 27 organizzazioni cantonali che collaborano a stretto contatto con i servizi sociali.

Il suo budget annuale è di 3,8 milioni di franchi. I fondi sono raccolti principalmente tramite collette nazionali, lasciti e donazioni.

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