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Contro lo smantellamento di swissinfo!

I membri del CSE si sono riuniti sabato per la sessione primaverile Keystone Archive

Il Consiglio degli Svizzeri all'estero (CSE), riunitosi sabato a Berna, si è fermamente opposto alla nuova drastica ristrutturazione di swissinfo.

Durante la riunione si è inoltre discusso degli accordi di Schengen/Dublino e degli aiuti agli Svizzeri all’estero in caso di catastrofe.

La stampa nazionale elvetica ha diffuso, negli scorsi giorni, la notizia del probabile massiccio smantellamento di swissinfo, il portale informativo della Radio televisione svizzera (SRG SSR idée suisse).

Un tema sul quale il Consiglio degli Svizzeri all’estero (CSE) ha preso posizione, adottando una risoluzione nella quale esige dalla SSR che rispetti il mandato di informazione senza effettuare ulteriori tagli.

Chiaro sostegno a swissinfo

«swissinfo deve rimanere un gruppo attivo all’interno della SSR», ha affermato Georg Stucky, presidente del CSE. Gli ha fatto eco Filippo Lombardi, consigliere agli Stati ticinese, pronunciandosi per il mantenimento del sito internet.

Anche Rudolf Wyder, direttore dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE), ha espresso davanti al comitato il proprio sostegno a swissinfo: «Sappiamo che all’interno della SSR, swissinfo è messa sotto pressione. Vi sono infatti dei piani che ne prevedono lo smantellamento», ha affermato.

Dichiarandosi chiaramente a favore della piattaforma informativa, il CSE ha espresso il desiderio che «swissinfo continui ad esistere come unità aziendale della SSR fortemente orientata verso gli Svizzeri all’estero» e ha affermato che il sito deve continuare a fornire informazioni in ognuna delle attuali nove lingue.

Secondo il Consiglio, è necessario mantenere un prodotto concepito appositamente per l’estero. L’offerta interna non basta. Per il CSE, una forte presenza della SSR all’estero è infatti indispensabile.

SI a Schengen/Dublino

I contrastati accordi di Schengen/Dublino sulla sicurezza e l’asilo hanno sollevato alcune opposizioni.

Anche se il termine per l’inoltro del referendum scade il 31 marzo, è ormai praticamente certo che gli oppositori agli accordi sono riusciti a raccogliere le 50’000 firme necessarie per portarli alle urne. Il popolo sarà quindi chiamato ad esprimersi in merito agli accordi tra Svizzera e Europa il 5 giugno prossimo.

Il consigliere nazionale della destra populista (UDC), Hans Kaufmann, contrario ai due trattati, teme che la Svizzera, ratificandoli, perda la propria sovranità. «Schengen non porta nulla alla Svizzera, anzi, le toglie qualcosa», ha affermato.

Basandosi sull’esempio germanico, il Consigliere nazionale liberale Simon Eggly, ha cercato di smontare le argomentazioni di Kaufmann. «Da quando l’accordo è entrato in vigore, in Germania è stato possibile arrestare un numero quattro volte più elevato di criminali internazionali», ha sottolineato.

L’esito della votazione non lascia alcun dubbio: con 56 voti contro 5, il Parlamento della Quinta Svizzera ha detto un chiaro SI a Schengen/Dublino.

«Il risultato non mi stupisce», ha affermato Stucky a swissinfo. «È infatti sempre stato chiaro che gli Svizzeri e le Svizzere all’estero sono favorevoli ad un’apertura verso gli altri Paesi. Gli accordi con l’UE rispecchiano questa tendenza», ha concluso.

Imparare dall’esperienza dello tsunami

Anche gli aiuti ai cittadini svizzeri all’estero in caso di catastrofe sono stati al centro delle discussioni del Consiglio. Durante la recente catastrofe dello tsunami, ad esempio, l’OSE ha contribuito agli aiuti con una hotline.

Heinrich Schellenberg, della sezione degli Svizzeri all’estero del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha fornito alcune spiegazioni sul funzionamento dello Stato maggiore in caso di crisi.

Ha inoltre annunciato che il DFAE pubblicherà prossimamente un rapporto sulle esperienze apprese da questa catastrofe. Fra le proposte sviluppate, vi è la creazione di un gruppo formato da funzionari specializzati che potranno venire rapidamente mobilitati in caso di crisi.

D’altro canto, la hotline – che nel periodo dopo il maremoto asiatico era spesso sovraccarica – dovrebbe essere rinforzata da varie misure. Ad esempio, sarà reso possibile pubblicare degli annunci di ricerca su internet.

Un’idea sostenuta anche da Rudolf Wyder: «Penso ad un forum che potrebbe essere gestito da swissinfo e sul quale potranno annunciarsi coloro che ricercano un familiare e coloro che sono dati per dispersi», ha affermato.

swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione: Anna Passera)

Il CSE – o «Parlamento della Quinta Svizzera» – è l’organo principale dell’OSE.

È composto da ca. 150 delegati delle comunità degli Svizzeri all’estero e della Svizzera.

L’organizzazione rappresenta gli interessi delle persone di nazionalità elvetica che vivono all’estero.

Il CSE è anche un interlocutore della Confederazione, la quale finanzia la «Gazzetta svizzera», il giornale per gli Svizzeri e Svizzere all’estero pubblicato da quasi 30 anni.

Alla fine del 2004, 623’057 Svizzeri vivevano all’estero
10’000 in più rispetto al 2003
95’325 rappresentanti della Quinta Svizzera sono iscritti nei registri elettorali elvetici
6’000 in più rispetto al 2003

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