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Coppia condannata per propaganda terrorista

I due accusati mentre si recano al Tribunale penale federale di Bellinzona Keystone

Ventiquattro mesi di carcere, di cui sei da scontare, e sei mesi con la condizionale: è la pena inflitta a un tunisino e a sua moglie per sostegno a organizzazione criminale e pubblica istigazione a un crimine.

La coppia, condannata giovedì dal Tribunale penale federale, ha creato diversi siti internet utilizzati per incitare alla violenza e alla jihad contro l’Occidente.

È la prima volta che in Svizzera si arriva alla condanna di persone accusate di aver sostenuto organizzazioni terroristiche di matrice islamica. Un altro processo tenutosi al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona era sfociato in febbraio in un nulla di fatto per la procura che non era riuscita a dimostrare la colpevolezza degli imputati in base all’articolo 260ter del Codice penale svizzero.

Questa volta, la corte ha dato ragione al sostituto procuratore federale Claude Nicati e – pur rimanendo al disotto delle richieste dell’accusa – ha inflitto ai due imputati pene detentive per sostegno a organizzazione criminale e pubblica istigazione a un crimine. I due avevano creato diversi siti internet utilizzati da organizzazioni terroristiche, Al Qaida compresa, anche come forum di incitamento alla violenza e alla cosiddetta guerra santa contro l’Occidente.

L’uomo, un marocchino 38enne domiciliato a Düdingen nel canton Friburgo, dovrà scontare sei mesi di prigione. Altri 18 sono stati sospesi per tre anni con la condizionale. L’accusa aveva richiesto 30 mesi di cui sei da scontare, mentre la difesa si era espressa per un’assoluzione.

Alla donna – che è sposata con il tunisino secondo le leggi islamiche – sono stati inflitti sei mesi sospesi per tre anni con la condizionale. L’accusa aveva chiesto un anno.

Nel pronunciare il verdetto, il presidente della corte Bernard Bertossa ha sottolineato che l’imputato non si è limitato a fare uso del suo diritto d’opinione e a simpatizzare con i terroristi: ha offerto loro un sostegno concreto attraverso internet, un mezzo di comunicazione planetario che oggi è un’arma irrinunciabile per i terroristi. In tutta questa faccenda, ha aggiunto il giudice Bertossa, la donna non ha avuto solo un ruolo passivo. Del resto, la 48enne vedova dell’assassino del comandante afgano Massud, non ha mai nascosto di essere una convinta sostenitrice di Osama Bin Laden e dell’estremismo islamico.

Possibilità di ricorso

La sentenza del Tribunale penale federale può essere impugnata e riesaminata dal Tribunale federale di Losanna. I condannati non erano presenti alla lettura della sentenza. I due difensori d’ufficio non hanno finora indicato se intendono o no presentare ricorso. Mentre il tunisino dovrà scontare sei mesi di carcere nel canton Friburgo, la moglie, cittadina belga di origini marocchine, può rientrare a Bruxelles.

Dal canto suo, il sostituto procuratore della Confederazione Claude Nicati constata con soddisfazione che questa è la prima condanna per sostegno ad un’organizzazione criminale ai sensi dell’articolo 260ter del Codice penale svizzero. Ora, il Ministero pubblico della Confederazione dovrà studiare le motivazioni della sentenza e trarne le dovute conseguenze.

Conoscenza in rete

La coppia condannata per aver usato in modo improprio internet si era conosciuta proprio in rete. Era entrata nel mirino della polizia giudiziaria federale nell’estate del 2004, quando, dopo un attentato in Pakistan, una rivendicazione era apparsa sul sito registrato a nome del 38enne tunisino.

I due imputati, arrestati nel febbraio 2005 e incarcerati per alcuni giorni, hanno respinto gli addebiti. Hanno ammesso di aver creato un sito internet di impronta islamista, ma hanno negato la piena responsabilità dei contenuti.

Secondo l’accusa, i siti internet creati dai due coniugi, che vivono separati, non sono stati solo utilizzati come semplici vettori di propaganda: hanno anche permesso a membri di organizzazioni terroristiche di ottenere istruzioni per la fabbricazione di esplosivi e hanno diffuso immagini intollerabili di esecuzioni e mutilazioni di esseri umani.

swissinfo e agenzie

Quello conclusosi giovedì è il secondo processo per terrorismo istruito dal Tribunale penale federale di Bellinzona.

Il primo si era concluso il 28 febbraio 2007. I sette imputati erano stati assolti praticamente da tutte le accuse, tra cui quella di aver fornito sostegno ad attività terroristiche di Al Qaida.

Alcune procedure giudiziarie per terrorismo sono ancora pendenti. Nel settembre del 2006 è stata aperta un’inchiesta preliminare nei confronti di diverse persone nordafricane arrestate in Svizzera e accusate di essere coinvolte nella pianificazione di attentati ai danni di aerei israeliani.

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