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Cordoglio per la tragedia della Columbia

I rottami della Columbia si sono sparpagliati su un raggio di centinaia di chilometri Keystone

Al ritorno da una missione di 15 giorni, la navetta si è disintegrata a 60'000 metri di altezza. I sette astronauti, fra cui due donne, hanno perso la vita.

La tragedia ha suscitato ovunque cordoglio e pone un freno alla ricerca scientifica.

«Columbia, qui Houston. Vediamo i vostri messaggi sulla pressione dei pneumatici e non capiamo l’ultimo». «Roger», risponde da bordo della navetta una voce che potrebbe essere quella del comandante Rick Husband 16 minuti prima dell’ora prevista per l’atterraggio.

Alle nove del mattino, le 15.00 in Europa, il centro Kennedy ha perso il contatto con il Columbia. Incredulità prima, sconcerto, poi la drammatica certezza che qualcosa era andato molto storto nel volo della navetta più anziana della flotta di Shuttle.

È l’inizio di un giorno tragico per sette famiglie, per la Nasa, per gli Stati Uniti e per la comunità scientifica. Un giorno di lutto per la tragedia della navetta spaziale e dei suoi astronauti.

È solo verso le 11 – due ore dopo l’ultimo criptico messaggio dell’equipaggio – che arriva la drammatica certezza: una bandiera viene ammainata a mezz’asta sul Kennedy Space Center accanto all’orologio che scandisce il conto alla rovescia delle navette.

Costernazione in tutti i paesi

Ed è allora che l’America, incollata agli schermi delle televisioni, capisce davvero: è una sciagura. Il presidente Bush si è rivolto alle famiglie dell’equipaggio, parlando al paese in televisione: «Non siete soli. L’intera nazione è in lutto per voi». Il suo è un messaggio di cordoglio e di orgoglio.

Fra i membri dell’equipaggio c’erano il primo astronauta israeliano, Ilan Ramon, e Kalpana Chawla, la prima donna astornauta nata in India. Da tutti i paesi giungono i messaggi di condoglianze.

Tra di essi, quello del presidente svizzero Pascal Couchepin: «Sono profondamente scioccato dalla notizia del tragico incidente che ha distrutto la navetta spaziale Columbia», si legge nel messaggio inviato al presidente degli USA.

«È al contempo una terribile tragedia umana e un importante contraccolpo per il programma di ricerca spaziale americano».

Colpito il mondo della scienza

Gli fa eco Patrick Piffaretti, direttore dell’Ufficio per gli affari spaziali della Confederazione, Swiss Space, interpellato da swissinfo:.«È una catastrofe che tocca tutta la comunità mondiale dell’astronautica. Siamo profondamente toccati e vogliamo essere vicini alle famiglie delle sette vittime».

L’incidente tocca dei progetti di punta internazionali e imporrà una profonda riflessione. Ci vorrà del tempo – «ore, giorni, settimane» – per capire «che cosa é andato storto» sul Columbia: lo ha detto il manager del programma degli shuttle Ron Dittemore, in una conferenza stampa.

«Questa missione della Columbia aveva un’importanza fondamentale – aggiunge Patrick Piffaretti – perché gran parte dei lavori svolti nello spazio erano dedicati alla ricerca scientifica. Si è trattato di esperimenti di preliminari per la stazione spaziale internazionale».

Freno alla ricerca

Già nel 1986, con l’incidente del Challenger – una delle sei navette con cui gli Stati Uniti volevano collegare la terra e lo spazio – c’era stata una battuta d’arresto. Oggi la situazione è analoga.

«La tragedia ha distrutto tutti i risultati che non potevano essere trasmessi a terra», continua Piffaretti. E la comunità scientifica si aspettava molto da questa missione a cui hanno partecipato anche gli esperti del Politecnico federale di Zurigo.

Daniel Neuenschwander, responsabile per le relazioni internazionali di Swiss Space, aggiunge: «Oltre alla tragedia umana, l’incidente rappresenta un duro colpo per le missioni con equipaggio nello spazio». Gli shuttle, concepiti come collegamenti di linea verso lo spazio, dovranno rimanere a terra a lungo.

«È ancora troppo presto per sapere se il progetto internazionale risentirà di questo incidente», continua ancora Piffaretti, ma dei ritardi saranno inevitabili. Adesso sarà necessario analizzare a fondo le cause dell’incidente.

Frammenti su 300 km

I frammenti della navetta disintegrata sono ricaduti a terra in un raggio di oltre 300 km fra il Texas orientale e la Lousiana, in aree dove il presidente Bush ha dichiarato lo stato di emergenza, concedendo fondi federali per ripulire il territorio.

I sorvoli di tutta la zona sono stati vietati e inviti sono ripetuti alla popolazione perchè non tocchi i frammenti, potenzialmente tossici.

A Hemphill, nel Texas, sono stati ritrovati quelli che paiono essere i primi resti dei sette astronauti morti.

Mentre per la prima volta dall’11 settembre tutte le bandiere sono a mezz’asta, è stata nominata una commissione d’inchiesta indipendente e la Nasa s’interroga sulle cause della sciagura.

Il direttore del volo Milt Heflin ha reso noto che i primi segnali di qualcosa di anomalo sono giunti sette minuti prima di perdere il contatto: dall’ala e dal carrello di sinistra venivano indici di pressione anomali e poi, dall’esterno, indici di temperatura troppo elevati. Otto sensori non normali, «come se qualcosa avesse tagliato i cavi».

Si pensa ora alle piastrelle di protezione termica staccatesi al decollo, di cui almeno un pezzo aveva urtato proprio l’ala sinistra. Si pensa anche a un errore umano, o a un problema tecnico, che abbia alterato l’angolo di rientro nell’atmosfera; o a qualcosa che abbia a che fare con l’età della Columbia, che volava dall’aprile 1981, e stava terminando la sua 28/a missione.

Ma ci vorranno settimane, forse mesi, per capire come sia successo il disastro.

swissinfo e agenzie

La sciagura è avvenuta a 60’000 metri sopra il Texas
I sette membri dell’equipaggio hanno perso la vita
Per la prima volta era presente un astronauta israeliano
L’ultimo contatto con la cabina è stato alle 15.00 CET, sedici minuti prima dell’atterraggio previsto
I frammenti della navetta sono precipitati in un’area di centinaia di km, tra Louisiana e Texas orientale

Questo l’equipaggio della navetta Columbia:

comandante di bordo: Rick Husband (Usa)
co-pilota: William McCool (Usa)

comandante del carico di bordo: Michael Anderson (Usa)

specialisti di missione: David Brown (Usa); Kalpana Chawla (Usa/India); Laurel Clark (Usa)

specialista del carico di bordo: Ilan Ramon (Israele)

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