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Coronavirus: apprendisti, certificato senza esami finali

Apprendisti della Ruag in azione. KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) A causa della crisi scatenata dall’epidemia di coronavirus, gli apprendisti dovrebbero ottenere l’agognato diploma senza sostenere esami teorici.

È la soluzione, a livello nazionale, che sta prendendo corpo in seno alle varie organizzazioni professionali elvetiche. I voti ottenuti al termine del primo semestre verrebbero presi in considerazione per la valutazione finale.

Questa è la proposta scaturita da un gruppo di lavoro che riunisce la Confederazione, i Cantoni e i partner sociali inviata in consultazione fino a venerdì. I vari attori coinvolti devono mettersi d’accordo entro Pasqua su una soluzione coordinata a livello nazionale. Il Consiglio federale la farebbe applicare mediante un’ordinanza urgente.

La situazione attuale giustifica un simile intervento, sostiene l’organo di pilotaggio che riunisce la Segreteria di Stato per la formazione, l’Unione svizzera degli imprenditori, la Conferenza svizzera degli uffici della formazione professionale, l’Unione svizzera delle arti e mestieri, l’Unione sindacale svizzera e Travail.Suisse. I centri di formazione e numerose aziende sono infatti chiusi.

Il progetto prevede che tutti gli apprendisti possano ottenere il rispettivo Attestato federale di capacità (AFC) o il Certificato federale di formazione pratica (CFP) se hanno le competenze richieste. Gli esami cadrebbero per la parte scolastica. Un lavoro pratico andrebbe organizzato solo se possibile. In caso contrario, andrebbe prevista almeno una valutazione delle competenze pratiche da parte dell’azienda formatrice. Se, in certi casi, le condizioni attuali impedissero l’organizzazione di una procedura di qualifica, i Cantoni potrebbero organizzare esami in un momento ulteriore.

In Svizzera esistono circa 230 formazioni professionali iniziali diverse. Circa 75 mila giovani frequentano l’ultimo anno di formazione per l’ottenimento di un AFC o di un CFP.

Anche per la maturità professionale deve essere adottata una regolamentazione speciale, coordinata con la maturità liceale. In questo caso, la patata bollente è in mano alla Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione.

Se non si dovesse trovare un’intesa, il Parlamento potrebbe attivarsi come indicato ancora questa settimana dal “senatore” Hannes Germann (UDC/SH), presidente della Commissione dell’educazione del Consiglio degli Stati che si riunirà il 17 di aprile per preparare la sessione straordinaria. A suo avviso, senza soluzione entro quella data, si dovrà fare in modo che i giovani possano ottenere in ogni caso l’agognato diploma.

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