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Critiche alla politica delle esportazioni

Porto commerciale di Basilea: simbolo del commercio internazionale svizzero picswiss.ch

Un rapporto mette in luce i deficit nella promozione delle esportazioni; soprattutto il sostegno pubblico deve diventare più efficace.

Ma le riforme richiedono tempo. Per il momento, il Governo ha presentato il suo messaggio congelando il credito quadro per i prossimi anni.

Le esportazioni sono un pilastro dell’economia svizzera. Malgrado le difficoltà congiunturali, i bilanci dei vari settori rivolti all’estero rimane in positivo, ma il governo, in stretta collaborazione con i diretti interessati non vuole stare a guardare.

Per rendere più efficace la promozione delle esportazioni svizzere occorre una revisione delle misure disponibili. Si tratta in particolare di semplificare le strutture e le procedure burocratiche.

Tappare i buchi

Nell’attesa di soluzioni concrete, il Consiglio federale propone alle Camere di stanziare 34 milioni di franchi per gli anni 2006 e 2007.

La somma proposta corrisponde a quella decisa per il periodo 2004-2005. Il parlamento aveva limitato la portata del credito a due anni e incaricato il governo di procedee a una valutazione della situazione.

L’efficienza e la gestione dell’Osec Business Network Switzerland, ente incaricato dal 2002 della promozione delle esportazioni, erano allora state vivamente criticate. L’unità federale di controllo delle finanze (CDF) è stata incaricata di esaminare la situazione.

Maggiore collaborazione

Nel rapporto, di cui il Consiglio federale ha preso atto mercoledì, si leggono delle considerazioni assai severe. Il coordinamento resta il principale anello debole del sistema, constata il CDF. Migliorare a corto termine è però difficile, perché nella macchina dell’export sono coinvolti un gran numero di attori.

Le responsabilità sono attualmente suddivise tra l’Osec, il Segretariato di Stato dell’economia (Seco) e il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Sebbene l’atmosfera sia migliorata, nei rapporti sussiste un clima di diffidenza e di rivalità. In merito alle reti esterne, la strategia resta fluida per quanto riguarda la scelta del paese d’insediamento dei punti d’appoggio all’esportazione. Attualmente i cosiddetti «Swiss Business Hub» sono tredici.

I privati fanno meglio

Undici centri di contatto sono stati assegnati ai diplomatici del DFAE e sono criticati dal CDF. Offrono sì un accesso diretto alle autorità politiche del paese, ma sono da due a quattro volte più costosi rispetto agli Hubs gestiti dalle camere di commercio bilaterali.

Per il CDF, i problemi individuati non sono semplici «problemi iniziali», ma sono di natura strutturale. Il CDF mitiga comunque la sua constatazione, rilevando che, dopo i cambiamenti intervenuti al Seco e ai vertici dell’Osec, è affiorata una volontà di meglio collaborare.

Concretamente, il CDF propone di ridurre il numero degli attori pubblici o fortemente sussidiati, di affidare gli Hub all’organo di promozione, di riunire le prestazioni di quest’ultimo e delle camere di commercio bilaterali. Lo Stato dovrebbe limitarsi a sussidiare e controllare. Il CDF ritiene che il mandato di promozione delle esportazioni non spetti per principio all’Osec e che pertanto vada messo a concorso.

Altre misure previste

Il Consiglio federale ha approvato questi obiettivi ed è intenzionato a fare in modo che siano raggiunti al più presto. Il governo ricorda che misure mirate sono già state prese dal 2003. Il mandato dell’Osec è stato ridefinito. La sua offerta di formazione destinata all’economia privata, dal 1. gennaio 2004 è stata trasferita al settore privato.

Il coordinamento e la collaborazione tra gli attori della promozione delle esportazioni e delle attività economiche sono inoltre stati rafforzati. La gestione è stata affidata dall’autunno 2004 ad uno sportello unico che rispondere alle domande delle piccole e medie imprese (PMI). Altri provvedimenti sono previsti quest’anno, segnatamente per aumentare il potere decisionale dell’Osec nella rete esterna (Swiss Business Hubs).

Collaboratori locali

D’ora in poi l’Osec potrà assumere collaboratori reclutati all’esterno e, all’occorrenza, trasferire centri di sostegno (Hub) da un paese all’altro. Inoltre, gli Hub del DFAE si appoggeranno, in virtù del principio di sussidiarietà, ai partner di una rete esterna del posto, sempre che esista.

Il Dipartimento federale dell’economia (DFE) proporrà inoltre al Consiglio federale di sottoporre il sistema degli Swiss Business Hub all’autorità dell’Osec e di mettere a concorso il mandato di promozione delle esportazioni di quest’ultimo, nel caso in cui ciò si «rivelasse necessario e opportuno per raggiungere gli obiettivi raccomandati dal CDF».

swissinfo e agenzie

La Svizzera ha esportato nel 2004 beni e servizi per 140 miliardi di franchi.
La bilancia commerciale chiude con un’eccedenza di 9,31 miliardi di franchi; nel 2003 era stata di 6,88 miliardi.
L’industria chimica, quella alimentare, la metalmeccanica e l’orologeria hanno fatto da traino.

Gli «Swiss Business Hub» sono dei centri di contatto per le aziende svizzere in tutto il mondo. Proprio in questi giorni è stato aperto un nuovo sportello a Dubai.

Il compito dell’ufficio nella metropoli del commercio è quello di aprire le porte alle aziende elvetiche sull’intero mercato arabo.

Fra i compiti degli specialisti dell’Hub: consulenza giuridica, ricerca di contatti, analisi dei rischi. Negli ultimi quattro anni, gli scambi con queste regioni sono aumentate di un terzo, raggiungendo quota 2,9 miliardi di franchi.

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