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Critiche per il presidente della Confederazione

Moritz Leuenberger ha parlato domenica al Forum internazionale sull'energia in Qatar Keystone

Moritz Leuenberger è nel mirino degli ebrei svizzeri per aver criticato l'atteggiamento assunto da alcuni paesi dopo la vittoria di Hamas in Palestina.

La Federazione svizzera delle comunità israelitiche si è detta sorpresa e scioccata dalle dichiarazioni fatte dal consigliere federale alla televisione araba ‘Al Jazeera’.

La Federazione svizzera delle comunità israelitiche (FSCI) ha reagito alle dichiarazioni di Moritz Leuenberger inviando una lettera aperta al presidente della Confederazione accusandolo di “ingenuità”.

“Quanto tempo vuole lasciare ancora ad Hamas prima che questi riconosca Israele e la smetta di sostenere il terrorismo?”, chiede la FSCI.

“Essere eletti democraticamente non dà tutti i diritti e soprattutto non quello di praticare una politica basata sul terrorismo e sull’assassinio di innocenti”, si aggiunge nella lettera.

Della stessa opinione l’ambasciatore israeliano in Svizzera, Aviv Shir-On, che nei prossimi giorni incontrerà Leuenberger per presentargli il punto di vista di Israele sulla questione.

L’intervista ad Al Jazeera

In un’intervista concessa domenica alla televisione del Qatar Al Jazeera, il presidente della Confederazione Moritz Leuenberger aveva criticato la politica dell’Unione europea in Medio Oriente.

Il ministro aveva affermato che sarebbe stato più ragionevole concedere un periodo di prova ad Hamas dopo la vittoria elettorale.

“Si sono svolte elezioni democratiche, dovremmo accettare il loro esito”, aveva detto Leuenberger nell’intervista, diffusa domenica dall’emittente araba e ripresa parzialmente ieri dalla televisione svizzerotedesca SF.

La Svizzera si distanzia da Europa e America

Ad inizio aprile L’Unione Europea e gli Stati Uniti avevano sospeso gli aiuti finanziari al nuovo governo palestinese guidato da Hamas per protestare contro il gruppo radicale islamico.

Da parte sua, la Confederazione aveva invece deciso di mantenere i suoi programmi umanitari nei Territori palestinesi.

Il responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), Walter Fust, aveva comunque detto che la decisione di Bruxelles è “comprensibile”.

“Nulla di nuovo”

Dal punto di vista “politico” le dichiarazioni del presidente della Confederazione “non rappresentano nulla di nuovo”. ha dichiarato il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri Jean-Philippe Jeannerat.

Daniel Bach, portavoce del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) guidato da Leuenberger, ha precisato che nel servizio mandato in onda da SF sono stati mostrati solo brevi estratti della lunga intervista rilasciata ad Al Jazeera.

Il presidente della Confederazione ha detto chiaramente che la Svizzera condanna duramente gli attentati terroristici.

swissinfo e agenzie

La presenza Svizzera in Israele e nei Territori occupati consiste principalmente nell’aiuto allo sviluppo per il popolo palestinese attraverso la Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC).

Questo aiuto arriva sul posto attraverso delle organizzazioni non-governamentali (ONG) e altre organizzazioni internazionali.

La DSC è presente nella striscia di Gaza e in Cisgiordania dal 1994.

Sul posto, collabora con numerosi partner: organizzazioni non governative e fondazioni palestinesi attive nella difesa dei diritti umani, nella protezione ambientale e nello sviluppo sociale.

Ad eccezione di un sussidio all’ufficio di statistica, la Svizzera non concede alcun aiuto finanziario all’Autorità palestinese.

Il movimento islamico Hamas non è stato messo al bando in Svizzera.
Hamas ha vinto le recenti elezioni legislative palestinesi del 2006, ottenendo 76 seggi su 132.

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