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«Una terra d’accoglienza è un regalo inaspettato»

Il nuovo libro dello scrittore ginevrino Metin Arditi è una dichiarazione d'amore alla Svizzera in ordine alfabetico. Keystone

Fisico, imprenditore e romanziere ginevrino, Metin Arditi pubblica il «Dictionnaire amoureux de la Suisse » (Dizionario innamorato della Svizzera). Lautore di origine turca descrive un paese «fonte costante di gioia», che osserva «sempre con occhi stupiti». Incontro.

Si dice che la Svizzera è misteriosa e complessa. I libri che provano a raccontarla sono numerosi, ma a volte noiosi, poiché l’austerità del pensiero ostacola spesso la gioia della lettura. Non è il caso, però, del «Dizionario innamorato della Svizzera», pubblicato dalla casa editrice francese Plon. Il suo autore? Metin Arditi, scrittore ginevrino noto per la sua partecipazione alla vita culturale e sociale del paese.

Il metodo di Metin Arditi ha tutte le carte in regola per sedurre. In questo dizionario che narra la Svizzera seguendo l’ordine alfabetico, nulla è dato per scontato e l’autore non cade nella tentazione della semplice descrizione di fatto storici. Certo, nel libro non mancano il cioccolato, Guglielmo Tell e … Roger Federer. Tuttavia, accanto a questi temi stereotipati, ve ne sono tanti altri che sorprendono per lo sguardo originale che l’autore propone sul suo paese d’accoglienza.

Razionalità e sentimenti

Metin Arditi

Nasce a Ankara nel 1945 e a sette anni entra al collegio di Paudex, nel canton Vaud. Studia ingegneria al Politecnico federale di Losanna (EPFL) e poi economia alla prestigiosa università di Stanford, in California. All’inizio degli anni ’70 intraprende una carriera di uomo d’affari. Nel 1988 crea a Ginevra la fondazione Arditi; parallelamente lancia diverse attività in ambito culturale e sociale.

Metin Arditi è stato presidente dell’Orchestra della Svizzera romanda e oggi ricopre la carica di ambasciatore Unesco per il dialogo interculturale. È autore di diversi saggi e romanzi, tra cui «Il Trucchetto», l’unico tradotto in italiano, «La Confrérie des moines volants» e da ultimo «Mon père sur mes épaules».

Paese d’accoglienza? Sì, perché Metin Arditi è di origine turca. È arrivato in Svizzera all’età di sette anni e oggi ne ha 72. Della Svizzera è letteralmente innamorato, da qui il titolo dato al suo libro. «E’ importante ricordarlo, poiché spiega il mio impegno intriso di soggettività, come accade in tutte le relazioni d’amore. In fondo resto razionale, ma i miei sentimenti si mischiano a questa razionalità. E come si sa, ai sentimenti non si comanda», racconta l’autore.

Tutto sta nel meraviglia. «Fossi nato in Svizzera, non avrei mai scritto lo stesso dizionario» afferma Metin Arditi. «È proprio perché sono di origine straniera che vedo questo paese con occhi sempre stupiti. Per me è una fonte costante di gioia. Una terra d’accoglienza è un regalo inaspettato e non qualcosa di dovuto».

Il vocabolario conta 175 parole e altrettanti piccoli racconti, novelle o pièce di teatro. Lo stile è diverso per ogni entrata, arricchito di considerazioni personali, aneddoti o citazioni di grandi autori.

“A” come Alinghi

“A” come Alinghi, il più famoso veliero svizzero, due volte vincitore della Coppa America. E “Z” come Zurigo «dove i soldi sono ovunque», ma mai in «modo ostentato». Questa scelta che apre e chiude il volume non è casuale: la Svizzera rimane modesta di fronte ai suoi successi come alla sua ricchezza. 

Tra la A e la Z si possono scoprire altri volti del paese. “P” come «Poya» ossia la salita agli alpeggi oppure “I” come «Istituto svizzero di Roma» che accoglie ogni anno dodici artisti ed intellettuali elvetici per dei soggiorni di dieci mesi. O ancora “E” come «Eglise» (chiesa), quella di Saanen nell’Oberland bernese, che colpisce l’autore molto di più della località vicina, la famosa Gstaad.

Banche private

Nel libro si trovano anche descrizioni più scontate: la cooperativa Migros, la guardia pontificia, gli artisti Hodler, Dürrenmatt e Charles Ferdinand Ramuz. Alla lettera “B” non potevano mancare i banchieri privati. Alle spiegazioni tecniche, piene di cifre, Metin Arditi preferisce la descrizione metaforica.

«Ho osato il paragone tra i banchieri svizzeri e i loro omologhi ebrei del Medioevo» confessa l’autore. «Il banchiere ideale è una persona molto competente, ma non per forza potentissima. E’ stato il caso dei banchieri ebrei durante secoli. Il loro talento era riconosciuto, ma erano tenuti d’occhio, erano minoritari e non avevano il diritto di esercitare tutti i mestieri. Lo stesso vale per la Svizzera. E’ un paese piccolo, che ha scelto di non essere una nazione potente e conquistatrice, a livello militare s’intende. E’ una costrizione che la Svizzera si è imposta e dalla quale, paradossalmente, trae la propria forza». E anche la sua personalità, si è tentati di aggiungere, la quale conferisce tonalità a questo dizionario.

Dispiace però che l’autore abbia riservato molto più spazio alla Svizzera romanda rispetto alle altre regioni linguistiche del paese. «Come detto, le mie sono soggettive, ma tengo a precisare che il mio approccio è completo a livello federale. È comunque prevista una traduzione in tedesco del dizionario e sarà quindi l’occasione di affrontare nuovi temi, come il Carnevale di Basilea che apprezzo molto».

 

Traduzione dal francese, Gemma D’Urso

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