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Cinema svizzero: la diversità come ricchezza

Ivo Kummer ha gli occhi puntati sulle nuove speranze del cinema svizzero. Keystone

A Locarno i pareri sono piuttosto convergenti: il cinema svizzero gode di buona salute e la Confederazione intende proseguire una solida politica di sostegno. Giro d'orizzonte a tre voci, tra cui quella del nuovo Mister cinema, Ivo Kummer.

Tre film svizzeri in corsa per il Pardo d’oro. Difficile fare di meglio. Un numero che in realtà svela molto di più: una vera vivacità del cinema svizzero, presente in tutte le sezioni de Festival del Film Locarno con 32 opere, 45 se si includono anche le 13 proposte nella selezione Appellations Suisse 2011.

E così il cinema svizzero si snoda agilmente nei territori del Pardo, dove quest’anno è approdato per la prima volta anche Ivo Kummer nelle vesti di Mister cinema.

L’uomo giusto al posto giusto

«L’arrivo di Ivo Kummer alla direzione della sezione cinema – dice a swissinfo.ch Antonio Mariotti, critico cinematografico – non potrà che incidere in modo positivo sugli aiuti al cinema svizzero, visto il “cimitero degli elefanti” lasciato da Nicolas Bideau e il prezioso lavoro compiuto da Marc Wehrlin. Inoltre, Kummer è qualcuno che conosce il cinema svizzero anche dall’interno, avendo lavorato come piccolo produttore. E questo gli faciliterà ulteriormente il compito. Insomma, la persona giusta al posto giusto».

Kummer dovrà naturalmente affrontare numerose sfide: «Credo che la sfida più difficile – aggiunge Mariotti – rimanga quella di pacificare l’ambiente. D’altra parte, però, bisogna anche pensare a ridare un nuovo stimolo, perché il cinema svizzero ha bisogno anche di successi popolari o di veder nascere qualche nuovo regista capace di imporsi a livello internazionale, per poter giustificare i soldi che si spendono per le produzioni».

Direttore del Conservatorio internazionale di Scienze audiovisive (CISA), critico d’arte e cinematografico, anche Domenico Lucchini apprezza la nomina di Kummer. «Succede alla discussa gestione Bideau, che ha saputo comunque fare delle scelte coraggiose. Kummer parte con un bottino di consensi, anche se è perfettamente consapevole che le critiche non mancheranno. Per noi potrebbe essere una chance, dal momento che ha molti legami familiari in Ticino».

La grande ricchezza della diversità

Tra i grappoli d’uva non ancora maturi che decorano la Casa del Negromante a Locarno,  venerdì pomeriggio scorgiamo Ivo Kummer intento a parlare con il direttore dell’Ufficio federale della cultura Jean-Frédéric Jauslin. Molti occhi, i nostri compresi, sono puntati su di lui, in posa per i fotografi.

Gli chiediamo quali sfide attendono il cinema svizzero. «Dopo tanti confronti sulla promozione del cinema svizzero e sui criteri per l’assegnazione degli aiuti – ci spiega – siamo giunti ad un risultato che ci permette di lavorare insieme. È chiaro che quando si tratta di distribuire dei soldi, le discussioni sono dietro l’angolo».

«Chi mi conosce sa che amo il confronto e il dialogo. Ma poi occorre andare avanti. Ciò che conta, ed è in fondo l’appello che rivolgo a tutti, è soprattutto  realizzare i film e non fermarsi solo alla politica cinematografica».

Il cinema svizzero, secondo Ivo Kummer, è caratterizzato da una grande diversità di genere, di sceneggiatura; offre documentari di grande qualità e una  solida tradizione del cinema di animazione. «È un patrimonio che dobbiamo conservare e il Consiglio federale sta andando in questo senso. Didier Burkhalter ha posto l’accento su tre concetti chiave che condivido: diversità, continuità, qualità. C’è sicuramente da migliorare la dimensione del successo nelle sale e nei festival. Per il cinema svizzero è infatti molto importante il confronto con altre realtà cinematografiche».

Un momento contingente felice

La presenza di tre film svizzeri nel Concorso internazionale lo ha reso felice, perché sa che Olivier Père effettua la propria selezione in base a scelte che esulano da dimensioni politiche. «È il migliore segnale della qualità del cinema svizzero. Di un cinema svizzero – conclude Kummer – che può confrontarsi a livello internazionale. Il cinema favorisce il rafforzamento dell’identità nazionale. A maggior ragione in Svizzera, dove il cinema può favorire la reciproca comprensione».

Anche secondo Lucchini il cinema svizzero sta attraversando un momento molto positivo. «Tre film in concorso a Locarno è ottimo. Due film svizzeri in anteprima a Venezia, è ottimo. Direi che è un momento contingente felice». Il direttore del CISA fa notare che tra i film svizzeri sono aumentati soprattutto i documentari rispetto alla fiction, «ed è forse un bene perché sappiamo che la tradizione del documenatrio svizzero è di grande qualità».

Entro il 2012, aggiunge Lucchini, dovrebbero entrare in vigore le nuove misure di incoraggiamento «che mi sembrano andare in una buona direzione. Soprattutto perché finalmente è stato possibile riunire quasi tutte le associazioni professionali (solo una si è chiamata fuori), grazie alla figura del facilitatore nella persona di Marc Wehrlin, molto benvoluto negli ambienti cinematografici».

Ticino: Developing Young Auteurs

Domenico Lucchini è un innamorato della cultura e la sua curiosità lo porta, e lo ha portato, a scoprire le realtà dove si sperimentano nuovi linguaggi artistici e culturali. Non a caso la presidenza del Festival del film di Locarno e la direzione artistica gli hanno affidato, da quest’anno, una nuova finestra sul cinema, il Ticino: Developing Young Auteurs

Una missione stimolante volta a prendersi cura dei talenti. «In questi giorni al Festival, sto partecipando a un sacco di incontri, come quello tra le diverse scuole del cinema svizzero. Si è parlato di reti, del centro sperimentale di Roma, delle scuole internazionali a Cuba». Tutte occasioni per far crescere i giovani dal punto di vista creativo.

«Qualche risultato lo si è visto nei Pardi di domani. Dal profilo formale – osserva Lucchini – i giovani hanno raggiunto un buon livello, qualche pecca invece sull’espressione artistica. C’è tanta capacità tecnica, ci sono riferimenti autoriali, ma la parte più espressiva, e quella importantissima legata alla regia, è soffocata. Occorrerebbe dare più spazio ai nostri giovani creatori nella personalizzazione dei loro prodotti».

Giganti come Goretta, Tanner, Suter, non si vedranno tanto presto. «Quello è stato un momento magico per il cinema svizzero. Irripetibile. Ma magari – ammicca sorridente Lucchini – nuovi talenti potranno nascere».

La promozione di una giornata, ancora tutta da articolare nei dettagli, dedicata alle realtà che si muovono nel territorio, va nel senso di favorire il rafforzamento della Settima arte partendo proprio dalle scuole, dove anche i grandi registi hanno compiuto i loro primi passi.

La collaborazione tra la Repubblica e Cantone Ticino e la Confederazione Svizzera per il Fondo FilmPlus è stata rinnovata per altri 4 anni per il quadriennio 2012-2015.

Lo scopo di questo fondo regionale di aiuto alla produzione cinematografica indipendente della Svizzera italiana (www.ti.ch/FilmPlus) è quello di sostenere e rafforzare la produzione audiovisiva indipendente e la realizzazione di opere audiovisive attraverso l’assegnazione di sussidi automatici e complementari ai finanziamenti già ottenuti a livello nazionale e/o cantonale.

Attivo dal 2005, il Fondo FilmPlus disporrà per il quadriennio 2012-2015 di un importo complessivo di oltre 400’000.- franchi all’anno. Finora questo fondo ha sostenuto 66 le produzioni (40 documentari, 23 fiction e 3 film d’animazione)

Ivo Kummer è stato nominato responsabile della sezione Cinema dell’Ufficio federale della cultura il 4 febbraio 2011 ed è entrato in funzione il primo agosto 2011. E’ subentrato al discusso Nicolas Bideau.

Nato a Soletta nel 1959, Kummer ha studiato germanistica e giornalismo all’Università di Friburgo. Dopo aver esercitato l’attività di giornalista indipendente, nel 1986 è diventato portavoce alle Giornate cinematografiche di Soletta.

Nel 1987 ha fondato la società di produzione Insertfilm AG, di cui è tuttora direttore e produttore. Nel 1989 è stato nominato direttore delle Giornate cinematografiche di Soletta, funzione che ha ricoperto fino alla metà del 2011.

Bellicoso e al tempo stesso gentile, Kummer è un innamorato del cinema d’autore.

Il 2010 è stato un anno proficuo per la cinematografia svizzera il pubblico ha guardato più film nazionali rispetto all’anno precedente, portando così la quota di mercato di produzioni e coproduzioni svizzere da circa il 5,18 al 5,54%.

Rispetto al 2009 si è registrato un aumento di 150’100 spettatori alle produzioni esclusivamente nazionali.

Nel 2009 il 70% degli ingressi era da imputare alla top 10 dei film svizzeri di maggiore successo, nel 2010 la percentuale è scesa al 58% ma riguarda tutta la cinematografia svizzera, segno che il pubblico ha apprezzato la varietà dell’offerta.

6 delle 10 produzioni nazionali di maggiore successo sono documentari, con in testa Cleveland Versus Wall Street (quinto posto) e Die Frau mit den 5 Elefanten, autobiografia della traduttrice letteraria Swetlana Geier (sesto posto).

In base al piano di ripartizione federale del 2011, il credito per il cinema ammonta a oltre 46 milioni di franchi.

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