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È morto l’artista Hans Erni

Hans Erni davanti a uno dei suoi murales nel museo Hans Erni di Lucerna (2004). Keystone

Il noto pittore, disegnatore e scultore svizzero Hans Erni è deceduto sabato all’età di 106 anni. Soprannominato il Picasso elvetico, era conosciuto soprattutto per le sue opere figurative e per la sua spiccata sensibilità per i temi della pace e dei diritti sociali.

L’artista si è spento sabato nella clinica Hirslanden St-Anna di Lucerna, ha comunicato domenica la sua famiglia, confermando una notizia apparsa sul sito di 20 Minuten.

Malgrado l’età – Erni aveva compiuto 106 anni lo scorso febbraio – l’artista si recava tutti i giorni nel suo atelier per disegnare. L’anno scorso aveva realizzato e regalato una delle sue opere (“La Colomba della gioventù”, un quadro di quattro metri per tre) al vigneto di Farinet, in Vallese.

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Questo contenuto è stato pubblicato al Hans Erni compie 100 anni il 21 febbraio 2009. Lavora ancora ogni giorno nel suo atelier e invita a “rinnovarsi continuamente”. Non è mai stato membro di un partito, ma fun considerato un comunista. I suoi quadri gli hanno valso la ricchezza. Nel mondo dell’arte è guardato però con un certo distacco, per la sua…

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L’influenza di Picasso

Hans Erni è nato il 21 febbraio 1909 a Lucerna. Sin da giovane è stato un appassionato di sport, conquistando dei titoli regionali nello sci e nello sci di fondo, così come due titoli nazionali nell’hockey su prato. Erni si è d’altronde sempre considerato più uno sportivo che un artista.

Dopo un apprendistato di disegnatore edile, nel 1927 decise di cambiare strada iscrivendosi alla Scuola di belle arti di Lucerna. Ha proseguito la sua formazione a Berlino, Parigi e Londra, dove ha avuto l’opportunità di frequentare artisti che lo marcarono profondamente. Tra questi: Kandinsky, Mondrian, Calder, Georges Braque e Picasso. Fu proprio l’influenza del pittore spagnolo a far guadagnare ad Erni il soprannome di Picasso elvetico.

Erni disponeva di un proprio museoCollegamento esterno presso quello dei trasporti di Lucerna, dove sono custodite circa 300 opere. In oltre 80 anni di attività ha realizzato tra le varie cose pitture murali, litografie, mosaici, sculture, ceramiche, medaglie, francobolli, manifesti e illustrazioni per libri. Ha lavorato come artista anche per la Confederazione, la Croce Rossa, l’industria chimica basilese e l’ONU.

Mitologia, uomo e ambiente

L’artista ha conquistato un ampio pubblico attraverso la forza del suo tratto, la sua virtuosità e le sue allegorie ricche di vitalità. La sua arte figurativa, spesso sovrapposta su un fondo di disegno tecnico, rimane comprensibile per tutti, anche per coloro che affermano di non conoscere l’arte. L’uomo è infatti il tema centrale dell’opera di Erni.

La mitologia greca, lo sport, le scienze o la protezione dell’ambiente hanno ispirato fortemente l’artista elvetico. Malgrado una grande notorietà, il suo lavoro è però stato sovente accolto negativamente dai critici. Alcuni rimproveravano Erni di non aver mai saputo rinnovarsi.

Tra le sue opere più spettacolari c’è un affresco murale lungo 100 metri intitolato “La Svizzera, meta turistica dei popoli”, realizzato per l’esposizione nazionale del 1939.

Padre di famiglia, Hans Erni ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Gran Premio Europa Arti Plastiche nel 1982, la Medaglia per la pace delle Nazioni Unite nel 1983, il premio per il miglior francobollo mondiale nel 1988 e una medaglia d’oro per l’insieme della sua opera consegnata dal Comitato internazionale olimpico nel 1992.

Omaggi unanimi

«Con Hans Erni, la Svizzera ha perso una figura artistica maggiore, che ha attraversato il XX secolo e frequentato i più grandi artisti», ha reagito domenica il ministro della cultura Alain Berset, citato dall’ATS. Erni – ha sottolineato Berset – «era una personalità intelligente e interessante, che viveva per e tramite la sua arte».

«Ho avuto l’occasione di incontrarlo assieme a sua moglie Doris a casa sua a Lucerna, nel 2013. È stato un incontro commovente», ha ricordato il consigliere federale. «Abbiamo discusso soprattutto della forza del movimento, nella sua arte, ma anche nella politica e nella vita in generale. È perché tutto si trasforma, perché tutto cambia, che non vi è stabilità che nel movimento».

Stefan Roth, sindaco di Lucerna, città dove Erni viveva, si è detto da parte sua «incredibilmente toccato». Durante gli incontri con l’artista, Roth era rimasto impressionato dall’«immensa forza creatrice del suo concittadino».

Con la morte di Hans Erni finisce un’epoca, ha dal canto suo commentato Peter Fischer, attuale responsabile del Zentrum Paul Klee di Berna e curatore nel 2009 di una grande esposizione dedicata a Erni organizzata al Kunstmuseum di Lucerna. Erni non era interessato a un’arte fine a se stessa, ma ha sempre voluto trasmettere un tocco umanistico.

Léonard Gianadda, presidente della Fondazione Pierre Gianadda di Martigny, ha reso omaggio a un «formidabile artista, che ha saputo mantenere la sua freschezza sino alla fine. L’ho incontrato come artista, esponendolo tre volte alla Fondazione Gianadda. Era diventato un amico intimo. Apprezzavo il suo umanismo e la sua rettitudine. Era un filosofo eccezionale», ha dichiarato a Le Matin.

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