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«Il denaro può essere creativo, garantito!»

Ruth Waldburger, o la forza tranquilla. Keystone

Ha prodotto film di Jean-Luc Godard, Alain Resnais, Robert Frank, Silvio Soldini o Gianni Amelio. E ha scoperto Brad Pitt. A Ruth Waldburger - produttrice svizzero-tedesca - le Giornate cinematografiche di Soletta dedicano quest'anno la sezione "Incontri". Intervista.

Aver contribuito a lanciare la carriera di un certo Brad Pitt potrebbe esser il suo principale vanto. In realtà però si tratta quasi più di un aneddoto nel percorso professionale di Ruth Waldburger.

A capo della Vega Film, con sede a Zurigo, Ruth Waldburger ha prodotto o coprodotto oltre 80 film in un quarto di secolo, dai film d’autore più astratti alle opere accessibili al grande pubblico. Sedici dei suoi film saranno proiettati alle Giornate cinematografiche di Soletta, che prendono il via giovedì.

swissinfo.ch: Cosa significa per lei questa retrospettiva solettese?

Ruth Waldburger: Sono felice che il festival proponga una serie di film che ho prodotto, alcuni dei quali non sono stati proiettati da diversi anni. È un onore per me, ma ciò che conta sono i film, i realizzatori, gli attori e i collaboratori che li hanno realizzati. Io sono una produttrice, il mio ruolo non è quello di mettermi in mostra.

swissinfo.ch: Da bambini si sogna di diventare attrice, ma non certo produttrice. Come è nata questa sua passione?

R.W.: Ho iniziato a lavorare come regista e mi sono anche occupata del suono. Mi sono però accorta in fretta che ciò che mi interessava veramente era la produzione. È qui che si riesce a sviluppare la propria creatività in più settori.

swissinfo.ch: Eppure l’immagine che si ha comunemente del cinema, è che da un lato ci sia il settore artistico e dall’altro il denaro…

R.W.: Il denaro può essere creativo, glielo assicuro! È affascinante vedere i film che abbiamo prodotto e le loro cifre. Dove è stato sforato il budget, in cosa si sono trasformati i soldi… L’obiettivo di un produttore è di spendere il denaro in modo che si veda sullo schermo. E non è una sfida da poco!

swissinfo.ch: Nel corso della sua carriera ha prodotto film d’autore e commedie per il grande pubblico. Non è un controsenso?

R.W.: È questo che mi ha affascinata fin dall’inizio. Ho lavorato con numerosi autori, ma poi un giorno mi sono detta che le ultime commedie svizzere risalivano a Les petites fugues o Die Schweizermacher, ed era giunto il momento di farne altre. Le mie scelte sono comunque dettate dall’entusiasmo e sono difficilmente spiegabili razionalmente. Non c’è una vera strategia dietro a tutto questo. Se avessi una vera strategia, sarei probabilmente già ricca!

swissinfo.ch: Il fatto che la Svizzera non sia un paese membro dell’Unione europea rappresenta un handicap?

R.W.: Non credo. La Svizzera fa parte di Eurimages e beneficia dunque di tutti gli aiuti europei. È perfino interessante essere un piccolo paese in questa grande Europa e poter coprodurre dei film con questi giganti. Per me, il paese più importante – e quello col quale ho collaborato maggiormente – è la Francia, uno dei più interessanti nel panorama cinematografico. C’è un pubblico ampio, molti soldi e lo Stato fa la sua parte.

swissinfo.ch: La sua collaborazione con Jean-Luc Godard risale agli inizi e arriva fino alla sua ultima opera, Film Socialisme. Come si spiega questa fedeltà reciproca?

R.W.: Ho imparato molto da Godard. Primo tra tutti, come si produce un film, essendo lui uno dei più grandi produttori che io abbia mai incontrato. Ma ho imparato molto anche dal regista. È una collaborazione che è iniziata con Passion, per il quale ho lavorato come regista. Ci conosciamo molto bene, e questo facilita molto il nostro lavoro.

swissinfo.ch: Oggi quando si realizza un film con Godard si ha ancora l’impressione di rivolgersi a un pubblico oppure si punta soltanto a un festival o alla critica?  

R.W.: Evidentemente ci si rivolge sempre al pubblico, ma a un pubblico diverso. I film di Godard sono distribuiti nel mondo intero. L’interesse non manca, ai festival ma anche per i DVD. Godard continua a vendere. Mia figlia 15enne ha appena scoperto A bout de souffle e ne è rimasta incantata come era successo a me. E sarà la stessa cosa tra trent’anni.

swissinfo.ch: Un’altra personalità svizzera con la quale ha collaborato è Robert Frank.

R.W.: Ho incontrato Robert Frank grazie a Rudy Wurlitzer, che aveva scritto lo scenario di Candy Mountain e doveva realizzare il film con Robert Frank. È stato affascinante poterlo incontrare: i miei genitori erano entrambi fotografi e lui rappresentava dunque una figura quasi mitica per me. La prima volta che ci siamo incontrati lui non parlava praticamente più svizzero-tedesco. È stato davvero buffo. Allora gli ho detto che non avrei accettato di parlare inglese con un altro svizzero-tedesco. E lui si è rimesso a studiare  il dialetto. Abbiamo fatto cinque film insieme e continuiamo ad essere in contatto.

swissinfo.ch: Un episodio sorprendente della sua traiettoria: «Johnny Suede» di Tom DiCillo, del 1992, con un ragazzino chiamato Brad Pitt…  

R.W.: Ho conosciuto Tom DiCillo attraverso Jim Jarmusch, che aveva appena realizzato Stranger Than Paradise. Tom DiCillo era alla ricerca di un produttore per il suo primo film e non trovava finanziamenti. All’epoca ero in vacanza negli Stati Uniti, ho letto lo scenario e mi è piaciuto. Come accade per ogni film, abbiamo fatto un casting: erano in trenta giovani, ma per me – come per Tom DiCillo era chiaro: Brad Pitt era perfetto per quel ruolo. Aveva già un grande talento.

swissinfo.ch: Che effetto fa aver scoperto Brad Pitt?   

R.W.: Nessuno (Ride)

Ruth Waldburger è nata e cresciuta a Herisau (canton Appenzello). Dal 1970 vive e lavora a Zurigo.

 

Ha esordito alla televisione svizzero-tedesca in una trasmissione per la difesa dei consumatori, poi nel settore informazione.

 

Stagista per Alain Tanner (Messidor), ha anche lavorato come assistente di produzione.

 

Nel 1982 ha acquistato la Xanadu Film e da quel momento lavora come produttrice. Sei anni più tardi ha creato la Vega Film, con sede a Zurigo.

Nel 1994 ha fondato la società franco-svizzera Avventura Films, con sede a Parigi.

Nel 2003, il Festival di Locarno le ha attribuito il Premio Raimondo Rezzonico, che ricompensa ogni anno un produttore indipendente.

Tra i film prodotti o coprodotti da Ruth Waldburger figurano: 

Jean-Luc Godard:

– Cure ta droite (“Cura la tua destra“), 1997

– Histoire du cinéma, 1989

– Nouvelle vague, 1990

– For Ever Mozart, 1996

– Notre musique, 2004

– Film socialisme (2010)

Alain Resnais:

– Smoking e No Smoking, 1993

– On connaît la chanson, (Parole, parole, parole…), 1997

– Pas sur la bouche, (“Mai sulla bocca”), 2003

Ruth Waldburger ha inoltre prodotto diversi film in lingua italiana:

– Silvio Soldini: Le Acrobate, (1997), Brucio nel vento (2002),  Cosa Voglio Di Piu (2010)

Gianni Amelio: Il ladro di bambini (1992), Lamerica (1994)

Tra i film svizzeri più recenti prodotti dalla Vega figurano Enstfall in Havanna di Sabine Boss (2002), Aime ton père (2002) e Une journée (2007) di Jacob Berger o La petite chambre di Véronique Reymond e Stéphanie Chuat (2010).

La 46esima edizione delle Giornate di Soletta si tiene dal 20 al 27 gennaio.

Panorama. Le Giornate di Soletta rappresentano il principale appuntamento per il cinema svizzero. Dal 2009, al miglior film in concorso viene attribuito il Prix de Soleure.

Incontro: Quest’anno la sezione “Rencontre” è dedicata alla produttrice svizzera Ruth Waldsburger.

Oscar. L’Accademia del cinema svizzero seleziona i candidati al Priemio del cinema svizzero «Quartz» e svela i propri nomi al termine delle Giornate di Soletta.

(Traduzione dal francese, Stefania Summermatter)

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