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Da Berna l’ONU lancia un appello alla generosità

Rifugiati invitati a cantare a Palazzo federale per il lancio della campagna internazionale dell'ONU Keystone

Le Nazioni Unite hanno scelto la capitale svizzera, assieme ad altre 7 città, per lanciare una colletta internazionale per la raccolta di 3 miliardi di dollari.

I fondi raccolti sono destinati a garantire la sopravvivenza di 50 milioni di persone in una ventina di paesi.

“Speranza per il futuro”: con questo slogan, l’ONU ha avviato la sua campagna annuale per raccogliere fondi da impiegare per situazioni di emergenza. L’azione internazionale è stata presentata a Berna dal consigliere federale Joseph Deiss e dalla vicesegretaria generale delle Nazioni unite, Louise Fréchette.

La scelta di Berna per il lancio di questa colletta rappresenta un grande onore per la Svizzera, ha dichiarato il ministro elvetico degli affari esteri. Anche per Louise Fréchette, alla scelta della capitale svizzera va attribuito un valore simbolico.

La Confederazione sostiene infatti con circa 90 milioni di franchi all’anno l’operato degli organismi umanitari dell’ONU e figura tra i primi 12 paesi donatori di fondi comuni delle Nazioni unite.

La rappresentante delle Nazioni unite ha inoltre sottolineato il ruolo che Berna ha avuto nell’elaborazione della politica umanitaria dell’ONU, già molto prima della sua adesione all’organizzazione.

Generosità imparziale

Gli organismi dell’ONU necessitano di 3 miliardi di dollari per assicurare la sopravvivenza a 50 milioni di persone in una ventina tra Paesi e regioni nel 2003. Alcune situazioni di crisi, alle quali i media hanno dato il massimo risalto, permettono di raccogliere molti più fondi di altre, ha tenuto a evidenziare Louise Fréchette.

Nel 2002 l’appello di fondi comuni dell’ONU ha ottenuto il 57 % della somma prevista. Da notare che se per la crisi in Cecenia si sono raccolti l’88 % dei fondi necessari, per la situazione nel Burundi si è raggiunto solo il 36,5 %.

La Fréchette ha quindi esortato i donatori a dare prova di «imparzialità» nei confronti delle diverse regioni che si trovano in situazioni difficili. Per Joseph Deiss, certi conflitti tendono in effetti a essere «dimenticati», poiché non beneficiano dell’«effetto CNN», che darebbe loro maggior importanza.

Crisi alimentari e politiche

«L’aiuto materiale non è di per sé una soluzione», ha sottolineato la vicesegretaria generale dell’ONU, ricordando la necessità di una «risposta politica» alle diverse situazioni di crisi e di conflitti. La Fréchette ha anche esortato a un più serio impegno a favore della sanità, che ha assunto un’importanza maggiore in seguito al diffondersi di epidemie come quella dell’AIDS.

Gli aiuti provenienti da questa raccolta di fondi concentreranno sulle regioni dell’Africa australe colpite dalla siccità e dalla carestia, come pure altre regioni del continente nero nelle quali si riscontra una crisi politica, per esempio la Costa d’Avorio. La raccolta di fondi deve anche servire ai Territori palestinesi e alla Cecenia, ha dichiarato Louise Fréchette.

swissinfo e agenzie

La Svizzera è entrata nelle Nazioni unite il 10 settembre 2002.
La Confederazione fa parte dei 12 principali donatori dell’ONU.
La campagna internazionale è stata lanciata da Berna, New York, Washington, Bruxelles, Lussemburgo, Aia, Tokio e Canberra.

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