Prospettive svizzere in 10 lingue

Da far rizzare i capelli in testa

Ma che segreti avranno da dirsi quei due? Keystone

Come gli animali comunicano tra loro e con l'uomo: una mostra non solo per pappagalli parlanti e cani che suonano il pianoforte.

Il fascino del multiforme linguaggio degli animali e il complesso rapporto che intercorre tra loro e l’uomo. Una presentazione semplice e didattica: al Museo di storia naturale e al Museo della comunicazione di Berna.

Quando abbiamo una fame da lupo, ci sentiamo come un pesce fuor d’acqua o ci si rizzano i capelli dalla paura è perché l’animale che è in noi è ben vivo.

Come gli animali, anche noi comunichiamo con il corpo, solo in maniera meno efficace. Basta una passeggiata attraverso le 26 stazioni della mostra temporanea per rendercene conto. La complessità della comunicazione delle formiche ad esempio, che si tastano, si annusano, si mandano in continuazione segnali che raggiungono tutto il formicaio, è essenziale al buon funzionamento del loro microcosmo.

Scopriamo che le gazzelle balzano su e giù come elettrizzate per dire al ghepardo: “Ehi! Guarda un po’ come sono in forma oggi, è meglio che non ci provi nemmeno a rincorrermi”. E che dire di quel serpente, completamente inoffensivo, che non avendo né denti né veleno, per spaventare i suoi nemici o gli uccelli cui ruba le uova, fa credere di essere una vipera imitandone il soffio? Un genio del bluff.

Una panoramica (quasi) completa

La mostra è ricca di giochi interattivi, visivi, tattili … e di curiosità, come gli animali prodigio: ad esempio il cane di Elisabeth Mann Borghese (figlia del romanziere Thomas Mann) che suona un pianoforte appositamente costruito per lui (nella mostra lo si vede in video ed è esposto anche lo strumento).

I testi didattici sono brevi ed efficaci, proprio quello che ci vuole per un pubblico costituito in gran parte da famiglie con bambini: “Tutti gli elementi interattivi, i testi e la parte dedicata alla Svizzera sono nuovi e sono stati concepiti qui. Il resto, circa la metà dell’esposizione, proviene da tre mostre diverse presentate in Germania”, spiega a swissinfo il curatore, Kurt Stadelmann.

I temi sono tanti, ma spesso appena sfiorati. Perché alcuni sono così immensi che da soli riempirebbero una mostra. Come le citazioni bibliche scritte sui muri (ma quanti animali ci sono nell’arca di Noè e nelle sacre scritture?) o i roghi medievali di streghe, accusate di trasformarsi in bestie sataniche.

O ancora il diritto degli animali ad essere protetti e non semplicemente sfruttati economicamente dall’uomo, diritto conquistato, almeno in Occidente, solo in tempi moderni. In altre culture gli animali sono da sempre sacri, ma di questo si trovano solo brevi cenni nella mostra.

Come poco si trova sull’universo della fiaba o sullo sciamanismo. La letteratura è onorata invece con una stazione dedicata allo scrittore tedesco Günter Grass, autore di libri come “Anni di cani” e “Gatto e topo”, che ha sempre usato molte metafore animali nei sui romanzi.

Le care mucche svizzere

Le mucche non sono esattamente sacre in Svizzera, ma nessuno può negare che siano importanti, tanto da essere diventate un vero e proprio emblema del paese. Nella sezione a loro dedicata si possono rivedere film e pubblicità in cui sono le protagoniste e provare perfino a mungerle. In modo virtuale, niente paura.

Visto che la comunicazione animale si svolge in gran parte utilizzando i sensi che l’uomo non sfrutta più per la propria sopravvivenza quotidiana, come faceva nella giungla, la mostra presenta anche diversi stimoli olfattivi.

Nessun problema ad annusare la fiala che contiene “musk”, un estratto delle ghiandole sessuali di un timido capriolo tibetano che ha fatto guadagnare un sacco di soldi all’industria dei profumi.

Molto meno sexy l’odore che emana dai cinghiali in calore. I più temerari possono accostare il naso pure alle boccette contenenti sterco di lince o di camoscio, prodotto con cui questi animali marcano il territorio. Più creativo il rinoceronte di Sumatra che raggiunge lo stesso scopo annodando foglie di bambù.

Il canto delle balene

Una delle stazioni più suggestive è quella in cui sdraiati su comodi cuscini in una penombra blu si guardano e si ascoltano le balene cantare, come dal fondo del mare: pare esistano differenze dialettali tra una specie e l’altra.

Naturalmente non potevano mancare gli animali domestici e le scimmie, le più simili all’uomo. Un’altra sezione è dedicata alla zooterapia, dai lama che curano i tossicodipendenti e gli andicappati, ai delfini che fanno sorridere i bambini autistici.

La comunicazione uomo-animale assume un carattere tutto speciale nel mondo del circo: se il domatore sbaglia ad interpretare un segnale, e non capisce dal movimento della coda che il felino è di cattivo umore, rischia grosso. In questa, come in altre parti, manca un po’ la spettacolarità della presentazione, ma con un budget di appena un milione di franchi non si poteva far di più, ammette il curatore. Nel complesso però una mostra piacevole e istruttiva.

swissinfo, Raffaella Rossello

“Haarsträubend”: orripilante (letteralmente:che fa rizzare i capelli), gli animali, l’uomo e la comunicazione. È il titolo dell’esposizione dal 20 ottobre 2006 al 1° luglio 2007.
1200 mq d’esposizione, un unico biglietto per entrambi i musei.

La mostra, che si svolge contemporaneamente al Museo della comunicazione e al Museo di storia naturale di Berna, è arricchita da un ampio programma collaterale, che presenta proiezioni cinematografiche, spettacoli di mimo, concerti e conferenze.

Jane Goodall, una delle maggiori esperte mondiali del linguaggio degli scimpanzé, interviene il 5 dicembre al Museo di storia naturale (in inglese).

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