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Dal cinema del mercoledì a Hollywood

Ueli Steiger con i ferri del mestiere zVg

La grande passione per il cinema ha condotto lo svizzero Ueli Steiger da Zurigo fino in America, dove lavora come direttore della fotografia con registi di fama mondiale. Swissinfo.ch l'ha intervistato.

“Sono sempre stato appassionato di cinema e fotografia, fin da bambino”, ci dice Ueli Steiger mentre chiacchieriamo nel giardino della sua casa di Silverlake, dove si rilassa tra un viaggio e l’altro.

“Ho ereditato questa passione da mio padre, che aveva una camera oscura a casa e girava film amatoriali in 8 millimetri, e l’ho coltivata andando ogni mercoledì al cinema con un amico d’infanzia. I miei registi preferiti erano Visconti, Fellini, Saura. Se ci penso bene, non seguivo molto il cinema americano, ed ora, dopo tanti anni, eccomi qui a Hollywood”.

Incontro importante

Il passaggio da Zurigo ad Hollywood non è stato comunque diretto. Dopo gli studi universitari in Svizzera, Steiger si iscrive alla London Film School, dove si specializza in cinematografia. “In Inghilterra ho conosciuto il regista americano Michael Hoffman, che era ad Oxford con una borsa di studio e stava girando Privileged, un film a cui collaboravano molti giovani artisti di belle speranze come Hugh Grant e la compositrice premio Oscar Rachel Portman”.

Privileged ha portato fortuna anche a Steiger, che nel frattempo era rientrato in Svizzera, poiché Hoffman lo volle per il suo film successivo, Terra promessa, con Meg Ryan e Kiefer Sutherland.

“Era un grosso progetto, prodotto da Robert Redford”, ricorda Steiger, “e non volevano ingaggiare uno sconosciuto direttore della fotografia svizzero. Ho accettato di fare la fotografia per la seconda unità pur di essere sul set, e sono stato fortunato, perché dopo due settimane la produzione licenziò il direttore della fotografia iniziale e mi chiese di sostituirlo. E così ebbi il mio primo “credit” in un film americano”.

Una telefonata e via

Il lavoro con Hoffman su Terra promessa e Some Girls attirò l’attenzione di uno dei mostri sacri del cinema indipendente americano, Dennis Hopper.

“Ero in Europa e il mio agente mi telefonò dicendo che Dennis Hopper mi voleva incontrare. Volai subito a Los Angeles, lo incontrai, e tra di me pensavo “Ora che ho incontrato Dennis Hopper posso tornarmene a casa felice”. E invece il giorno dopo fui ingaggiato per girare The Hot Spot – Il posto caldo, con Don Johnson e Virginia Madsen. Hopper era una persona particolare, ma ho avuto un ottimo rapporto con lui. Aveva un modo tutto suo di comunicare, più visuale che non verbale, ma ci capivamo molto bene tramite le immagini. Così bene che poi mi chiamò per il suo ultimo film da regista, Una bionda sotto scorta. Sono l’unico DP [direttore della fotografia] che ha fatto due film con lui, e ne sono molto fiero”.

Sempre più in alto

Nel 1996, dopo aver firmato anche le immagini di Bolle di sapone, Singles, Gangster per gioco, Amiche per sempre e Arresti familiari, arriva l’incontro col regista tedesco Roland Emmerich, che segnerà fortemente la carriera professionale di Steiger.

“Ho incontrato Roland sul set di Independence Day. La produzione mi chiese di sostituire per un paio di giorni il direttore della fotografia che si era assentato perché la moglie stava per avere un bambino. Un paio di giorni diventarono due settimane, poi mi chiesero di fare della fotografia aggiuntiva, e quindi ho lavorato parecchio su quel film, che diventò un blockbuster e lanciò la carriera americana di Roland”.

La collaborazione con Emmerich continuò con Godzilla, Il patriota, L’alba del giorno dopo, e 10000 A.C., tutti film di immenso successo commerciale.

“L’intesa con Roland è stata immediata, anche perché condividiamo lingua e background culturale. Siamo cresciuti a cento chilometri di distanza, abbiamo la stessa età, e ciò semplifica enormemente la comunicazione. Inoltre riusciamo a divertirci anche lavorando su film complicati, dove la pressione è intensa, e per me la complicità col regista è il fattore determinante per la scelta di un progetto. Il secondo fattore è la storia: mi deve prendere a livello emotivo, indipendentemente dal genere”.

Grande versatilità

La versatilità di Steiger è sicuramente una delle sue qualità principali, e la prova è la sua capacità nel passare da film d’azione pieni di effetti speciali, a drammi, commedie e film indipendenti.

“In ogni progetto cerco di aiutare il regista a raccontare la storia nel modo più adatto, trovando il look fotografico giusto per il progetto”, aggiunge Steiger, “senza cercare di imporre uno stile specifico. Uno degli aspetti che amo di più del mio lavoro è proprio la varietà, la possibilità di imparare qualcosa di nuovo ogni volta e di conoscere posti e persone diverse. Ho lavorato in Nuova Zelanda, Sudafrica, Namibia, India, Cile, Germania, Brasile e tanti altri posti meravigliosi. E grazie al mio lavoro mi sono trovato seduto al fianco di Francis Ford Coppola a parlare di vino bianco svizzero. Cosa potrei volere di più?”

Godzilla, Bowfinger, Austin Powers la spia che ci provava, L’alba del giorno dopo, 10000 A.C.: questi sono solo alcuni dei film di cui il direttore della fotografia svizzero Ueli Steiger, classe 1954, ha curato le immagini.

Steiger ha studiato anglistica e storia dell’arte all’università di Zurigo, e cinema alla London Film School.

Dopo alcuni film studenteschi, ha varcato l’Atlantico per girare Promised Land del regista Michael Hoffman.

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