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Davos: “Prima che sia troppo tardi”

Tanta aria "fritta" al WEF di Davos, secondo la stampa elvetica swissinfo.ch

La stampa svizzera guarda in modo piuttosto scettico alle promesse fatte al WEF di Davos dall'elite mondiale, in particolare riguardo alla protezione del clima.

Pochi i commenti davvero positivi sul Forum economico mondiale, su cui è calato il sipario domenica.

“A Davos è apparso chiaro che non esiste una medicina miracolosa contro i cambiamenti climatici: il problema deve essere affrontato da più lati.”, scrive il Tages Anzeiger. Il ritardo degli americani non è così tragico, se mostrano di essere intenzionati a mettersi in marcia. “Ma non resta molto tempo”.

Positivo almeno, secondo il giornale svizzerotedesco, il fatto che la maggior parte dei partecipanti, tra i quali molti americani, non ha più reagito al problema del riscaldamento climatico spingendolo semplicemente nel regno della pura speculazione, se non dell’isteria. Tutti sono ormai d’accordo sul fatto che esiste davvero. Ora bisogna agire “prima che sia troppo tardi”, commenta il quotidiano.

“Grazie alla buona congiuntura mondiale quest’anno il World Economic Forum è stato caratterizzato da un ottimismo diffuso. Ma non vi sono state sorprese dal punto di vista politico o economico”: è il giudizio della Basler Zeitung, il giornale di Basilea, dove sabato più di mille persone hanno manifestato contro il WEF.

Ottimismo illusorio

“Davos è un po’ come Beverly Hills, con in più la neve: non importa quale film si sta girando, l’importante è che ci sia l’happy end”, scrive nel suo editoriale il romando Le Temps. Quest’anno ce ne sono stati offerti due di happy end.

La promessa di una rapida ripresa dei negoziati del ciclo di Doha, sul commercio mondiale, congelati dal 2006 e l’annuncio, fatto in toni “messianici” dal premier britannico Tony Blair, che siamo “molto vicini al passo decisivo” verso la soluzione dei guai ecologici del pianeta.

Ma se è vero che a Davos, sottolinea Le Temps, sono stati mostrati dei progressi nel campo della protezione del clima, “cose incredibili nell’industria energetica, che stanno succedendo perfino negli Stati Uniti”, una delle nazioni che consuma – ed inquina – di più, “la prudenza resta d’obbligo”.

Quasi noioso per la Berner Zeitung il WEF di quest’anno: “Mancavano le star di Hollywood, le figure politiche portatrici di speranza … anche le proteste sono state innocue”. Il WEF insomma come “riunione annuale di classe dei ricchi e potenti”. Per quanto riguarda la veste “ecologica” del simposio di quest’anno, il clima è stato sì discusso in varie sedi, ma “i leader dell’economia hanno spesso cercato di rimuovere il problema”.

Un WEF “di routine”, titola il ticinese La Regione. Il Corriere del Ticino sottolinea che almeno per i ministri svizzeri è stata l’occasione di fare molti incontri importanti.

Il WEF non è la realtà

La Neue Zürcher Zeitung avverte: non bisogna confondere il WEF con la realtà: “Tutto è fuori dalla norma a Davos”, la ricchezza e l’ambizione dei partecipanti, in primo luogo, l’elite che si ritrova per pochi giorni e cerca soluzioni ai problemi del mondo, soprattutto per i più bisognosi. E se il WEF si occupasse invece un po’ di più della classe media? Forse dovrebbe essere questo il tema del prossimo incontro, ritiene il quotidiano zurighese.

La Südostschweiz, giornale del canton Grigioni, il Cantone in cui si è svolto il WEF, è uno dei pochi a salutare il Forum solo con toni entusiastici: le discussioni erano interessanti e costruttive, l’atmosfera positiva. Il Forum di Davos è già acqua passata invece per il popolare Blick, che non spende nemmeno una parola per il WEF nella sua edizione di lunedì. “Le star nell’igloo per difendere la natura”, è il titolo che dedica all’evento Le Matin, che presenta però più foto di cantanti, principi e modelle che commenti.

Per il Bund: il WEF ha mostrato solo un’efficacia parziale: la sola iniziativa di rilievo è stata, secondo il giornale della capitale, la creazione di un’associazione internazionale formata da sette imprese, che hanno accettato di applicare regole precise per la protezione del clima.

swissinfo, Raffaella Rossello

Il World Economic Forum è stato fondato da Klaus Schwab, con il nome di Management Symposium, a Davos nel 1971.

Da allora si riunisce annualmente nella stazione grigionese. Nel 2002, quattro mesi dopo gli attentati dell’11 settembre, il meeting era stato organizzato eccezionalmente a New York.

L’edizione 2007 ha riunito 2400 partecipanti di 90 paesi. Il motto era “Il nuovo equilibrio del potere”.

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