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Davos: fuori gli oppositori al vertice economico

Non solo pacifiche: le manifestazioni contro il Forum di Davos Keystone

Ombre sul Forum economico mondiale di Davos: la Confederazione ha già pronunciato 100 divieti di entrata in Svizzera per gli oppositori.

La misura riguarda delle persone già identificate come violente. La Polizia federale deve rispondere a nuove sfide sul fronte della sicurezza.

In un intervista al settimanale domenicale “NZZ am Sonntag”, il direttore dell’Ufficio federale di polizia (UFP), Jean-Luc Vez, ha confermato le indiscrezioni: grazie alla collaborazione internazionale gli oppositori duri alla globalizzazione sono già stati identificati.

Con una procedura straordinaria sarà possibile proibire a queste persone l’entrata in Svizzera per evitare il ripetersi di disordini al margine del congresso annuale di Davos dei big della politica e dell’economia mondiale.

Il ritorno dalla grande mela

Il club esclusivo di Davos ritorna nella località alpina a febbraio. L’edizione scorsa si era svolta a New York. Ufficialmente si era parlato di solidarietà con la città colpita dall’11 settembre, ma anche le questioni della sicurezza per i partecipanti hanno giocato un ruolo importante.

L’edizione del 2001 aveva visto gli oppositori in piazza nella località grigionese. Le imponenti misure di sicurezza avevano suscitato notevoli critiche, ma non erano riuscite ad evitare danni a negozi e edifici da parte dei manifestanti.

Dimostrazioni legali

Quest’anno la situazione si presenta sotto una costellazione diversa rispetto al 2001, ha affermato Vez. Le informazioni disponibili oggi sui movimenti di protesta sarebbero molto più chiare.

Nell’ultima edizione a Davos del Forum economico mondiale, si erano verificati duri scontri con le forze dell’ordine. Il divieto di manifestazione non ha portato frutti e non ha potuto evitare che gli oppositori facessero sentire la loro voce. Ma quest’anno la polizia ha concesso un regolare permesso di dimostrazione ai comitati anti-global.

Il municipio di Davos ha però richiesto dalle autorità di polizia delle chiare garanzie. L’invito alla dimostrazione deve esplicitamente rimanere sotto il segno della nonviolenza. Altrimenti il comune revocherà il permesso.

“La sfida – ha affermato Jean-Luc Vez – sta nell’identificare e isolare gli esponenti violenti senza creare una situazione d’assedio”. Ma il comitato di Olten, che ha richiesto ufficialmente la liccenza di dimostrare, si è detto contrario a perquisizioni sistematiche dei partecipanti che si recheranno a Davos. Altrimenti gli organizzatori della contro-manifestazione si appelleranno alla disubbidienza civile.

“Un anno difficile”

L’Ufficio federale di polizia auspica comunque un dialogo costruttivo con le forze in campo. In nome dell’autorità, Vez si è appellato direttamente ai dimostranti pacifici, chiedendo di tollerare dei controlli dei documenti puntuali per difendere anche i propri interessi.

Nel 2001 a soffrire era stata soprattutto la città di Zurigo, visto che la maggior parte dei dimostranti non aveva potuto raggiungere Davos, località assediata dalle forze dell’ordine. Ma quest’anno la tensione non sembra scendere.

Vez ricorda che gli ultimi attentati a livello internazionale indicano come la tensione non sia scesa. Tutti i bersagli possono essere colpiti dal terrorismo internazionale, senza coinvolgere per altro il movimento d’opposizione alla globalizzazione.

La Sfida del G8 a Evian

Nel prossimo giugno ci sarà sulle rive del Lemano il meeting dei capi di stato delle 8 maggiori potenze industriali del mondo. Malgrado Evian sia in Francia, la Confederazione pianifica delle misure di sicurezza straordinarie con la mobilitazione di militi dell’esercito.

Ma anche in questo caso sarà necessario chiarire molte questioni a livello internazionale. “Questa meccanica degli avvenimenti che supera i confini nazionali è la vera novità e la sfida di questi avvenimenti di importanza internazionale”, ha affermato Vez.

Per questo si pongono, si afferma a Berna, anche nuove questioni nell’analisi strategica della situazione. Ma anche nel controllo delle telecomunicazioni o nel rispetto della proprietà privata ci saranno delle invasioni della sfera privata per la protezione dello Stato. Per svolgere questi compiti la Polizia federale necessita di una collaborazione internazionale e dello scambio di informazioni con altri servizi nazionali.

swissinfo e agenzie

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