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Deceduto Hans Ruesch, pioniere della lotta alla vivisezione

Hans Ruesch, personaggio polivalente e fuori dal comune hansruesch.net

Lo scrittore italo-svizzero si è spento lunedì a Massagno, all'età di 94 anni. Hans Ruesch si era fatto conoscere a livello mondiale quale pilota di Formula 1, romanziere e difensore dei diritti degli animali.

Diventato l’autore svizzero più letto sul piano internazionale, negli anni ’70 aveva pubblicato “L’imperatrice nuda”, in cui denunciava le pratiche della vivisezione.

Hans Ruesch nacque il 7 maggio 1913 a Napoli, figlio di industriali svizzeri stabilitisi in Campania all’inizio del secolo scorso. Dopo le scuole elementari in Italia, a 12 anni venne trasferito in Svizzera dai genitori, affinché potesse finire i suoi studi e imparare la lingua francese e quella tedesca.

Appassionato di automobili, nei primi anni ’30 riuscii a farsi assumere dalla scuderia Ferrari, per la quale partecipò a diverse gare di Formula 1. Vinse 27 trofei, prima di ritirarsi dalle competizioni, in seguito ad un incidente.

Nel 1938 decise di partire per gli Stati Uniti per proseguire la sua carriera di scrittore. Nel 1937 era infatti già apparso in Svizzera il suo primo libro, dedicato al mondo dell’automobilismo.

Nel 1953 questo romanzo, pubblicato in versione inglese negli Stati uniti, venne portato sullo schermo da Henry Hathaway in una pellicola intitolata “The Racers” (“Destino sull’asfalto”), con Kirk Douglas nel ruolo di protagonista.

Successo internazionale

Negli anni ’50, poco dopo il suo ritorno a Napoli, i suoi scritti conobbero un enorme successo negli Stati uniti, a cominciare dal suo primo bestseller “Top of the World” (“Paese dalle ombre lunghe”, nella versione italiana).

Dal romanzo, pubblicato nel 1950, fu tratto 10 anni dopo il lungometraggio “Ombre bianche” di Nicholas Ray, in cui Anthony Quinn incarnava l’eroe, un cacciatore eschimese.

Seguirono diverse altre pubblicazioni letterarie, scritte da Ruesch in inglese e poi tradotte da lui stesso in italiano, quali “Paese dalle ombre corte”, “Partita di Caccia”, “Com’esser poveri”, “I mammà e papà” e “Ritorno alle ombre lunghe”.

Negli anni ’70 smise di scrivere romanzi per dedicarsi alla lotta contro la vivisezione, una pratica che aveva avuto occasione di conoscere studiando medicina e curando per una casa editrice una collana medica denominata “I manuali della salute”.

Denuncia e processi

Nel 1975 Hans Ruesch diede vita al Centro informazioni vivisezionistiche internazionali scientifiche, una fondazione che aveva sede in Svizzera.

L’anno dopo venne pubblicata “L’imperatrice nuda”, un libro sulla vivisezione che destò grande scalpore. In seguito a questo testo, che denunciava senza mezzi termini le pratiche dell’industria farmaceutica, lo scrittore venne trascinato da un tribunale all’altro.

Secondo Ruesch, la vivisezione rappresenta soltanto una lucrosissima truffa, che ha come unico scopo di raccogliere ingenti fondi per compiere ricerche inutili.

La maggioranza dei medici che difendono la vivisezione “non sanno che cosa difendono, poiché non ne sospettano lontanamente l’inerente fallacia e crudeltà”, scrisse nell'”Imperatrice nuda”.

Pur pubblicati con grande successo in diversi paesi, i suoi libri vennero praticamente ignorati in Svizzera. Il motivo, secondo lo stesso Ruesch, era da ricercare nelle pressioni esercitate dalle aziende farmaceutiche, vivamente criticate nei testi dello scrittore.

swissinfo

Nato il 17 maggio a Napoli, Hans Ruesch si è spento il 27 agosto a Massagno, nel canton Ticino.

Negli anni ’30 si era fatto conoscere quale pilota di gare automobilistiche, partecipando anche a corse di Formula 1 per la scuderia Ferrari.

Tra gli anni ’40 e ’60 aveva conosciuto un grande successo letterario, con la pubblicazione di diversi bestseller, tra cui “The Racers” (“Destino sull’asfalto”), “Top of the World” (“Paese dalle ombre lunghe”), “Partita di Caccia”.

“The Racers” e “Top of the World” sono stati portati anche sullo schermo negli Stati uniti dai grandi registi americani Henry Hathaway e Nicholas Ray.

Dagli anni ’70 fino alla sua morte, Hans Ruesch ha dedicato gran parte della sua vita alla lotta contro la vivisezione, pubblicando diversi testi, in cui condanna le pratiche dell’industria farmaceutica.

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