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Deiss: all’OMC, i dossier agricoli avanzano

Joseph Deiss a colloquio col delegato svizzero all'OMC, Luzius Wasescha Keystone

Joseph Deiss, ministro elvetico dell'economia, ritiene che se anche non si è arrivati ad una svolta decisiva, a Ginevra si sono fatti dei passi avanti.

I colloqui ministeriali all’Organizzazione mondiale del commercio hanno invece deluso il rappresentante degli Stati uniti.

I delegati dei paesi-chiave membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC/WTO) non sono riusciti a trovare un accordo sulla liberalizzazione degli scambi commerciali.

«Sono deluso. Non c’è stata una evoluzione significativa sull’accesso al mercato agricolo», ha dichiarato alla stampa il delegato al commercio degli Stati Uniti Rob Portman. Dal canto suo, il ministro elvetico dell’economia Joseph Deiss, intervistato da swissinfo, afferma che almeno ora le parti conoscono esattamente le rispettive posizioni e che c’è speranza di raggiungere un accordo entro la fine dell’anno.

I delegati di Stati Uniti, Unione europea, Brasile, India e Australia – le “cinque parti in causa” – hanno deciso d’incontrarsi nuovamente mercoledì e giovedì prossimi a Ginevra. Parteciperanno alla riunione anche delegati di altri paesi, come la Svizzera, il Giappone e l’Argentina.

I 148 membri dell’OMC devono assolutamente trovare un accordo prima dell’ultima fase dei negoziati sulla liberalizzazione degli scambi commerciali mondiali (round di Doha) previsti in dicembre a Hong Kong. Le discussioni sono bloccate su tutta una serie di oggetti e principalmente sull’agricoltura.

L’accordo dovrebbe dare una spinta decisiva all’economia mondiale e aiutare centinaia di milioni di persone ad uscire dalla povertà.

swissinfo: Che impressione ha dei risultati raggiunti nel corso dei colloqui di questa settimana?

Joseph Deiss: Per me, il messaggio importante è che finalmente c’è un processo in corso, che le proposte sono sul tavolo e che si comincia a discutere.

È troppo presto per aspettarsi una svolta decisiva. Va considerato che ci sono state molte nuove proposte, come quelle degli Stati uniti, dell’Unione europea e del G10 [gruppo dei paesi importatori netti di prodotti agricoli, ndr.].

È naturale che queste proposte non coincidano subito, continuano ad esserci delle grandi differenze, ma il semplice fatto di conoscere le nostre reciproche posizioni è già un importante passo avanti.

swissinfo: Qual è la posizione della Svizzera?

J.D.: Siamo uno dei due leader del G10 e portiamo avanti la nostra linea. È realistica e nel contempo importante, vogliamo che sia ritenuta una proposta credibile. Ciò non significa semplicemente fare della tattica, ma cercare una soluzione che funzioni e che sia realizzabile.

Per quanto riguarda i sussidi alle esportazioni, siamo pronti a sopprimerli gradualmente. Sul sostegno alla produzione interna siamo in linea con la posizione di altri gruppi. In questo settore, la tendenza può essere giudicata positiva.

Infine, ci sono ancora dei grandi problemi per quanto riguarda l’accesso ai mercati. Noi, e tutto il gruppo del G10, ci opponiamo fermamente ad un blocco dei dazi doganali e stiamo cercando delle soluzioni più flessibili.

swissinfo: Quanto sarà difficile convincere i contadini svizzeri ad accettare il vostro risultato finale?

J.D.: Sarà molto difficile dal momento che dovremo domandare loro di accettare delle riforme importanti. D’altro canto, ci stiamo già lavorando [alle riforme].

La linea guida della politica agricola per il 2007-2011 è già conosciuta. Vi abbiamo introdotto gli elementi necessari ad implementare quelli che saranno i risultati più probabili del round negoziale di Doha.

swissinfo: Gli Stati uniti “offrono” dei tagli importanti alle sovvenzioni versate ai loro agricoltori. Cosa pensa di questa offerta?

J.D.: Gli USA stanno facendo un passo importante per quanto riguarda il sostegno alla produzione interna.

Adesso per noi è importante vedere quali sono le conseguenze reali che gli Stati uniti trarranno da questa proposta. Sono davvero intenzionati a effettuare un cambiamento fondamentale della loro politica agricola?

swissinfo: L’Unione europea è sotto pressione per quanto riguarda l’accesso ai mercati. Qual è la sua opinione in merito alla posizione dell’UE?

J.D.: In certi campi l’Unione europea si spinge meno lontano del G10. D’altro canto ci sono certi elementi essenziali, come la proposta di mettere dei limiti massimi alle tariffe doganali, che l’UE accetta e che noi rifiutiamo categoricamente.

Ci sono dei punti in cui le nostre posizioni divergono, ma in altri abbiamo delle convergenze.

swissinfo: Crede che ci siano delle possibilità di raggiungere un accordo entro la fine dell’anno?

J.D.: Sono ottimista. Del resto sono ancora al lavoro. I colloqui sono stati costruttivi, aperti e nel segno della calma. Fino a quando avrò l’impressione che sia possibile raggiungere l’obiettivo, continuerò a lavorare.

(traduzione, Doris Lucini)

I colloqui chiave dell’OMC a Ginevra si sono conclusi senza svolte decisive per quanto riguarda i tagli alle sovvenzioni e ai dazi doganali sui prodotti agricoli.

Gli USA hanno offerto di ridurre del 60% i sussidi al loro settore agricolo ma hanno chiesto in cambio all’Unione europea e al Giappone di fare dei tagli ancora più importanti.

L’UE si è detta disposta a dimezzare almeno il dazio doganale più alto sulle importazioni agricole, una proposta giudicata insufficiente dagli USA.

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