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Deiss in Asia per parlare di aiuti

Nel Buthan, Joseph Deiss ha potuto apprezzare dal vivo il folklore locale Keystone

Il programma del ministro degli esteri svizzero, giunto in India dal Bhutan, è impostato soprattutto sul tema dell'aiuto allo sviluppo.

Proveniente da Thimphu, capitale del Bhutan, il consigliere federale Joseph Deiss è giunto domenica in India, ultima tappa del suo viaggio di una settimana nell’Asia meridionale. A New Delhi il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) incontra il ministro degli esteri Jaswant Singh e diversi altri rappresentanti del governo indiano.

Il capo della diplomazia elvetica si reca in visita anche le principali aree di sviluppo dell’India, dove la Svizzera è impegnata in programmi di cooperazione tecnica, con progetti finanziati dalla Confederazione. L’immenso Paese asiatico è una regione di primaria importanza per la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), che quest’anno ha previsto di destinargli 31,5 milioni di franchi.

Il Segretariato di Stato dell’economia (Seco) sottolinea che i rapporti economici fra India e Svizzera sono buoni e intensi: il volume degli scambi rappresenta circa lo 0,5 per cento del totale delle importazioni e delle esportazioni.

Il capo del DFAE, il cui rientro in Svizzera è in programma mercoledì, è arrivato a New Delhi proveniente dal Bhutan, piccolo regno himalayano grande quanto la Svizzera ma uno dei più poveri del pianeta, con un reddito pro capite di appena 640 dollari. In precedenza, Deiss era stato in Afghanistan e in Pakistan.

Sicurezza, diritti dell’uomo ed aiuto allo sviluppo

A Thimphu, capitale del Bhutan, il ministro degli esteri svizzero era stato ricevuto dal re, Jigme Singye Wankchuk. I colloqui di Joseph Deiss con il monarca sono stati molti aperti e costruttivi; sono state affrontate anche «questioni sensibili»come la sicurezza del regno ed i diritti dell’uomo, ha sottolineato il consigliere federale.

Sotto il profilo della sicurezza, il Bhutan è oggi alle prese con il problema degli indipendentisti indiani che operano dal sud del Paese; New Delhi accusa appunto Thimphu di ospitare basi di guerriglieri, che lanciano sistematicamente attacchi contro il vicino Stato indiano dell’Assam.

Un regno a lungo tagliato dal resto del mondo

In tema di diritti umani, Joseph Deiss non ha mancato di accennare alla critica situazione delle popolazioni nepalesi, confinate nelle regioni meridionali del regno e vittime di sistematiche persecuzioni, secondo quanto denunciato da numerose organizzazioni umanitarie. I nepalesi del Bhutan non godono nemmeno del diritto di cittadinanza. Circa 100’000 di essi hanno fuggito il Paese negli anni Novanta e vivono oggi precariamente nel Nepal, sistemati in campi profughi dell’Alto commissariato per i rifugiati (HCR).

Senza dimenticare le ancora timide aperture alla democrazia del Paese, che fino al 1998 non aveva nemmeno un governo ed un parlamento eletti dal popolo e che fino al 1999 è rimasto tagliato dal mondo, senza televisione.

Il re ed il suo ospite elvetico hanno pure parlato della recente adesione della Confederazione alle Nazioni Unite, e soprattutto di questioni prettamente economiche come l’aiuto allo sviluppo fornito dalla Svizzera al Bhutan. Come l’India, anche il piccolo regno figura tra le nazioni sostenute dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione: solo quest’anno, la DSC investirà sei milioni di franchi. La coordinazione e realizzazione dei progetti della DSC sono state affidate alla rappresentanza di Helvetas a Thimphu.

Joseph Deiss, primo consigliere federale a visitare il Bhutan, aveva in precedenza incontrato il primo ministro Khandu Wangchuk e il ministro degli esteri Jigmi Yoeser Thinley, con i quali ha parlato appunto di aiuto allo sviluppo. Oltre che a progetti agricoli e di sfruttamento forestale, Berna contribuisce anche all’istruzione del Paese: lo ha costatato in loco lo stesso Deiss, visitando una scuola di formazione per insegnanti a Paro.

swissinfo e agenzie

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