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Deiss soddisfatto per l’allargamento della NATO

Il consigliere federale Joseph Deiss ha partecipato ai lavori dell'Alleanza Atlantica a Praga Keystone Archive

Il ministro degli esteri svizzero si è compiaciuto per i risultati raggiunti al vertice dell'Alleanza atlantica, tenuto a Praga.

L’adesione alla NATO di 7 paesi dell’Europa orientale permetterà di rafforzare la democrazia e la stabilità nel Vecchio continente, secondo Deiss.

Il consigliere federale Joseph Deiss si è detto soddisfatto dell’allargamento a Est della NATO nell’ambito di un discorso pronunciato venerdì davanti Consiglio del partenariato euro-atlantico (CPEA) a Praga. Il ministro degli esteri elvetico ha però ricordato che per motivi di neutralità la Svizzera non aderirà all’Alleanza.

L’ampliamento della NATO a sette paesi dell’Est avrà affetti positivi sulla cooperazione su scala mondiale, ha affermato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) davanti ai delegati del CPEA, che riunisce i 19 Stati membri attuali della NATO e 27 paesi partner.

In difesa della democrazia e della sicurezza

Deiss ha sottolineato l’importanza di difendere la democrazia, la stabilità e la sicurezza in Europa. Ha inoltre assicurato ai presenti l’interesse della Svizzera a contribuire alla cooperazione euro-atlantica nel quadro del Partenariato per la Pace e del CPEA.

Sebbene l’adesione della Confederazione alla NATO non sia compatibile con la sua neutralità, la collaborazione con queste organizzazioni internazionali è considerata uno strumento importante della politica di sicurezza della Svizzera, ha aggiunto Deiss. E Berna intende intensificare la sua partecipazione.

Piano di azione

L’adozione prevista di un piano d’azione tra i paesi membri, in particolare nel campo dello scambio di informazioni, in occasione del vertice di Praga costituirà un complemento importante alle misure già prese per combattere il terrorismo. Esso permetterà anche una maggiore efficacia nella gestione di crisi o catastrofi.

Il consigliere federale ha confermato che la Svizzera si sta sforzando a difendere questo piano. Deiss ha citato ad esempio l’organizzazione, insieme agli Stati Uniti, di un workshop sul bioterrorismo nella prima metà del 2003. «Uno stimolo per futuri progetti», ha auspicato il capo del DFAE.

swissinfo e agenzie

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