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Di nuovo tutti insieme per la pace a Berna

A parte qualche momento di tensione, la manifestazione si è svolta pacificamente swissinfo.ch

Almeno 30.000 manifestanti hanno protestato sabato a Berna contro la guerra in Iraq. La manifestazione si è svolta pacificamente.

La polizia ha isolato uno sparuto gruppo di agitatori dei «Black Block» con l’impiego di idranti, lacrimogeni e pallottole di gomma.

La contestazione contro la guerra non si affievolisce in Europa. Decine di migliaia di persone si sono date di nuovo raduno in diverse capitali del continente. Londra, Parigi, Roma, Berlino, Amsterdam: la scena è la stessa, marce pacifiche per dimostrare contro la guerra, ormai in pieno svolgimento in Iraq.

Anche a Berna i manifestanti erano numerosi, tra 20 e 30 mila. Quella della capitale elvetica è stata la seconda dimostrazione nazionale anti-guerra, dopo quella del 15 febbraio, che aveva attirato un record di 40.000 persone. Una delle proteste di piazza più grandi mai viste in Svizzera.

A metà settimana altre manifestazioni spontanee locali di giovani e studenti avevano di nuovo colpito l’opinione pubblica per il livello di disponibilità alla mobilitazione dimostrata.

Non solo colombe di pace

Dopo gli scontri tra agenti e persone camuffate con passamontagna, intorno alla Piazza federale di Berna la tensione era salita per qualche istante. Ma la situazione si è calmata dopo che il gruppo di circa 300 black block, che cercavano di infiltrarsi in margine al corteo, sono stati allontanati. Si sono poi diretti verso l’ambasciata americana.

Sul percorso hanno spruzzato diverse scritte sui muri, gettato pietre e bottiglie e se la solo anche presa con alcune auto parcheggiate. La polizia ha arrestato diverse persone e ha circondato il gruppo, mentre un cordone di protezione è intervenuto davanti all’ambasciata americana. Alcuni sono stati feriti leggermente.

Senza lasciarsi intimorire dagli estremisti la folla eterogenea, che in testa al corteo non si è quasi accorta di quanto succedeva, ha continuato la sua pacifica protesta.

Con scritte come «Monica, pensaci tu a Bush» o la già collaudata «No Blood for Oil», tante famiglie e numerosi giovanissimi hanno ribadito la loro richiesta di arresto immediato delle operazioni militari anglo-americane in Iraq, e la cessazione dell’embargo contro il paese.

Anche in altre città

In serata a Basilea 150/200 persone, rientrate da Berna, hanno aggredito un cordone di polizia messo a protezione di un ristorante McDonald’s, già preso di mira poco prima. I manifestanti, in maggioranza giovani, hanno lanciato bottiglie ed oggetti di ogni genere contro le forze dell’ordine. La polizia ha disperso i dimostranti con lacrimogeni e proiettili di gomma e ne ha fermato un paio.

Oltre a Berna, riunioni di protesta contro l’intervento armato in Iraq si sono tenute a Zurigo, Winterthur, Coira, Lugano, Zofingen , Ginevra.

A Zurigo, un migliaio di curdi ha scandito slogan contro la guerra e a favore di un Kurdistan indipendente. Nella vicina Winterthur 700 persone hanno protestato contro l’intervento militare, imitate da altre 2500 persone a Lugano. Mille persone si sono invece date appuntamento a Coira (GR) per dire no alla guerra. L’intervento angloamericano ha raccolto disapprovazione persino fra gli «skinhead». A Zofingen (AG), ha indicato radio DRS, 120 «teste rapate» hanno sfilato pacificamente innalzando bandiere svizzere e cartelloni contro il conflitto in Medio Oriente. A Ginevra circa 200 tra musulmani, cristiani ed ebrei hanno pregato assieme per la pace.

swissinfo e agenzie

Londra: due cortei, oltre 100.000 persone
New York: almeno 100.000
Montreal: 200.000
Germania: 150.000 in diverse città
Roma: 50.000
Barcellona: almeno 500.000
Parigi: 100.000
Helsinki: 20.000

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