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Dito puntato contro la generosità svizzera

Mark Malloch Brown punta il dito contro i contributi all'aiuto allo sviluppo stanziati da Berna Keystone

Un alto funzionario dell'ONU ha espresso giudizi negativi nei confronti dell'aiuto allo sviluppo elvetico. I contributi di Berna si riducono infatti sempre più.

Mark Malloch Brown ha lanciato un monito alle autorità federali, in particolare al parlamento, durante una visita nella capitale elvetica.

Il responsabile del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUD) ha assegnato un brutto voto alla Svizzera per quel che concerne la generosità con i Paesi emergenti.

Nel corso della sua visita lunedì a Berna, Mark Malloch Brown ha infatti lanciato un monito alle autorità elvetiche, in particolare al parlamento, rammentando che non è stato ancora raggiunto l’obiettivo, più volte enunciato, di versare lo 0,4% del Prodotto nazionale lordo (PNL) in favore dell’aiuto allo sviluppo.

«Tutti hanno aumentato il loro contributo, tranne Svizzera e Giappone», ha affermato Malloch Brown.

Un contributo sempre più ridotto

Il responsabile del PNUD, recentemente nominato capo di gabinetto del segretario generale dell’ONU Kofi Annan, si è espresso al termine di un colloquio con Walter Fust, capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).

Malloch Brown ha sottolineato che la Svizzera, tradizionalmente contribuente generosa, è uno dei due Paesi al mondo ad aver ridotto l’aiuto allo sviluppo, mentre tutti gli altri lo stanno aumentando portandolo perfino allo 0,7% del PNL, obiettivo fissato dall’ONU nel 1970.

Finora, tale quota è stata raggiunta da Norvegia, Danimarca, Svezia, Lussemburgo e Olanda.

Nel 2003, la Svizzera ha invece consacrato lo 0,38% del PNL, pari a 1,719 miliardi di franchi. Secondo le recenti cifre dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il contributo nel 2004 è ulteriormente sceso (0,37%) e nel 2008 potrebbe addirittura calare allo 0,35%, vista la volontà di risparmio.

Rispettare gli obiettivi

Il responsabile del PNUD ha così auspicato che Berna si fissi nuovi traguardi in vista del vertice di settembre a New York, quando si farà il punto sugli «obiettivi del Millennio», fissati nel 2000 dall’ONU. L’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite mira a dimezzare la povertà nel mondo entro il 2015.

«Sarebbe sorprendente che la Svizzera si differenziasse dal consenso internazionale in materia di aiuto allo sviluppo», ha rilevato Mark Malloch Brown, aggiungendo che «la Svizzera ha un grande interesse ad ospitare la futura sede del Consiglio dei diritti dell’uomo», in allusione all’organo che Berna ha proposto in sostituzione della Commissione dall’omonimo nome.

Evitare artifici “cosmetici”

Dal canto suo, Walter Fust ha sottolineato che la decisione di fissare un nuovo obiettivo spetta ai politici: il Consiglio federale ne discuterà il prossimo 18 maggio, nell’ambito di una speciale riunione dedicata alla politica estera.

In un’intervista apparsa domenica sul settimanale svizzero tedesco «SonntagsBlick», la consigliera federale Micheline Calmy-Rey aveva infatti indicato che in quell’occasione «il governo dovrà prendere posizione sugli obiettivi del Millennio e sulla riforma dell’ONU».

Di fronte alla critiche del PNUD, Walter Fust ha comunque sottolineato che certi Paesi ricorrono ad artifici cosmetici per migliorare la loro quota percentuale, come quello di inserire alla voce «aiuto allo sviluppo» anche i contributi versati ai richiedenti l’asilo.

È un modo di procedere – ha detto il responsabile della DSC – che se lo applicasse anche la Svizzera, si raggiungerebbe e si supererebbe la soglia dello 0,4%.

swissinfo e agenzie

52 milioni di franchi il contributo della Svizzera al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUD).
Una ventina di svizzeri sono attualmente attivi in vari ambiti del Programma.
Il consiglio esecutivo del PNUD è composto da rappresentanti di 24 nazioni in via di sviluppo e di 12 Stati industrializzati, tra cui la Svizzera.

Nel 2004, l’aiuto pubblico allo sviluppo da parte dei Paesi ricchi è aumentato del 4,6% in termini reali rispetto al 2003.

Le ragioni principali di tale crescita sono da ricondurre all’aiuto accordato all’Iraq e all’Afghanistan. La percentuale del Prodotto nazionale lordo (PNL) destinata agli aiuti è però rimasta identica.

I 22 principali Paesi industrializzati hanno versato un totale di 93,6 miliardi di franchi nel 2004.

In cifre assolute, gli Stati Uniti sono in cima alla lista dei donatori, seguiti da Giappone, Gran Bretagna e Germania. La Svizzera si situa in 15esima posizione.

Il contributo degli USA rappresenta tuttavia soltanto lo 0,16% del suo PNL.

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