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Dogane fino a dove?

Il pattugliamento delle guardie di frontiera all'interno dei confini dovrà essere concordato con i cantoni Keystone

Un progetto di legge sulle dogane prevede di estendere il raggio di azione delle guardie di frontiera a una fascia di 30 km all'interno dei confini nazionali. Ma i cantoni si oppongono.

La futura legge sulle dogane, adeguata al diritto europeo, non dovrà entrare in eccessivo conflitto con la sovranità cantonale in fatto di competenze di polizia. Vista l’opposizione rilevata nella procedura di consultazione, il Consiglio federale rinuncia ad imporre un raggio d’azione di 30 chilometri entro la frontiera per le guardie di confine.

Parecchi governi cantonali hanno espresso inquietudine per il previsto ampliamento dell’area di competenza del Corpo delle guardie di confine. Per la maggior parte di cantoni frontalieri, un raggio di 30 km corrisponde infatti a una buona fetta del loro territorio.

Collaborazione con i cantoni

Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) dovrà dunque determinare con ogni cantone la zona operativa dell’Amministrazione delle dogane, indica martedì una sua nota. I cantoni che non sono in grado di svolgere i compiti di polizia nella fascia di frontiera potranno in futuro chiedere al DFF di affidarne una parte alle guardie di confine, «partecipando adeguatamente alle spese».

Il DFF dovrà ora rivedere il disegno preliminare di legge tenendo conto di questo punto e di altri fissati mercoledì scorso dal governo. Il progetto definitivo dovrebbe essere trasmesso al parlamento nel 2003.

Nonostante numerose obiezioni, il Consiglio federale ha rifiutato di bloccare la revisione totale della legge in attesa dell’esito del progetto USIS sulla sicurezza interna. Gli adattamenti derivanti da questo progetto rischiano infatti di durare ancora «parecchi anni».

La nuova legge prevede diverse disposizioni tecniche sul regime di sdoganamento. Il mantenimento del sistema di riscossione dei dazi secondo il peso delle merci, e non secondo il valore, non è stato contestato nella consultazione. Per contro, numerosi obblighi fiscali usuali, quali i termini di ricorso o di pagamento, sono stati criticati.

Adattamento al diritto europeo

L’avvicinamento al diritto europeo è stato d’altro canto valutato in funzione degli interessi individuali, secondo il DFF. La nuova legge dovrebbe introdurre sette nuovi regimi doganali analoghi a quelli dell’Unione europea e rendere più moderna la procedura classica. Le merci potrebbero in futuro essere dichiarate prima del loro arrivo sul territorio doganale.

Il testo di legge attuale risale al 1925. Secondo il Consiglio federale non permette più all’amministrazione d’eseguire i compiti nel migliore dei modi. Al centro di un mercato unico, ritiene il governo, la Svizzera, nell’interesse della propria economia, deve gestire la circolazione delle persone e dei beni seguendo il modello dei suoi vicini.

swissinfo e agenzie

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