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Due generazioni sotto lo stesso tetto

Un "servizio" concordato può anche essere una serata in compagnia. Ursula Markus/Pro Senectute

In una città come Zurigo, dove ogni metro quadrato vale oro, per gli studenti è sempre più difficile trovare un alloggio a un prezzo conveniente. Una possibilità per fronteggiare questa necessità è vivere gratis da persone anziane in cambio di piccoli servizi.

I figli non sono più in casa oppure il marito è deceduto. Improvvisamente la casa o l’appartamento in cui si è vissuto per anni risulta vuoto, troppo grande e alcune stanze rimangono inutilizzate.

Per i più giovani, invece, trovare un alloggio in una città come Zurigo, dove la penuria di appartamenti tocca anche chi ha un reddito fisso, diventa un vero e proprio tour de force.

Per mettere in contatto queste due parti, l’associazione Pro Senectute del cantone di Zurigo ha deciso di lanciare il progetto Wohnen für Hilfe (un alloggio in cambio di aiuto) impostandolo su progetti simili già presenti da anni nelle città universitarie tedesche.

L’idea è semplice e, oltre che in Germania, funziona molto bene già in diversi altri paesi. Gli anziani che per varie ragioni dispongono di una o più stanze inutilizzate le mettono a disposizione di studenti in cambio di servizi e aiuti. In Spagna e in Gran Bretagna queste forme di convivenza esistono sin dall’inizio degli anni Novanta.

Progetto pilota zurighese

In Svizzera, l’associazione Pro Senectute del cantone di Zurigo è la prima ad accompagnare queste forme di convivenza. «Ma ci sono sicuramente diverse iniziative simili a livello privato», afferma Marlys Agbloe, coordinatrice del progetto.

Tuttavia per le persone anziane, che mettono a disposizione la loro casa in cui hanno accumulato i ricordi di tutta una vita, è importante sapere che questa forma di coabitazione è seguita da un’organizzazione riconosciuta come Pro Senectute.

Finora a Zurigo, l’associazione ha mediato 11 coabitazioni intergenerazionali. Il progetto è tuttora nella fase pilota di due anni che si conclude in maggio 2011. Seguirà una valutazione finale redatta dall’Università di Zurigo in base alla quale si imposterà il seguito dell’iniziativa.

Un metro quadrato per un’ora di lavoro

Gli studenti che vivono presso gli anziani non pagano un affitto ma si sdebitano offrendo un’ora di lavoro al mese per ogni metro quadrato della stanza messa loro a disposizione. «Questi servizi non possono però sostituire il lavoro remunerato, per esempio, di un aiuto domiciliare o un giardiniere. Non è questo lo scopo. – illustra Agbloe – Si tratta di servizi supplementari».

Servizi che possono essere di natura molto varia: portare a spasso il cane, fare la spesa, preparare una cena a settimana, eseguire lavori di pulizia pesanti, rimanere in casa durante le assenze prolungate, lavorare in giardino, accompagnare l’anziano a teatro o aiutarlo con il computer.

«Noi verifichiamo che le stanze messe a disposizione corrispondano veramente alle necessità degli studenti e parliamo con gli anziani per capire le loro motivazioni. Dall’altra parte invitiamo gli studenti a presentarsi e a spiegarci perché si interessano al progetto», afferma Marlys Agbloe.

Quando l’associazione trova una ‘coppia’ che a loro vedere potrebbe funzionare, mette in contatto le parti. «In un primo incontro, discutono su quello che possono offrire, sulle loro aspettative e i desideri», illustra la coordinatrice del progetto. Dopo diversi incontri, anche due o tre, l’associazione aiuta gli studenti e gli anziani a redigere un accordo in cui sono definite nel dettaglio le prestazioni fornite da entrambe le parti.

Coabitazione intergenerazionale

Per gli studenti, il progetto offre la possibilità di ottenere una stanza a costo zero. E dall’altra parte, le persone anziane hanno così un aiuto in più in casa. Una situazione oltremodo vantaggiosa per entrambi.

Ma non è solamente così. Lo scopo principale del progetto Wohnen für Hilfe è la promozione dei contatti tra generazioni. «Le due parti devono mostrare un certo interesse nei contatti intergenerazionali ed essere disposte alla comunicazione e all’arricchimento reciproci», spiega la coordinatrice.

Il progetto intende soprattutto ridurre o evitare l’isolamento, favorire i contatti, migliorare la qualità di vita e la competenza sociale di entrambe le parti e trasmettere immagini positive sia delle persone anziane sia dei più giovani.

Reazioni positive

I risultati finora ottenuti possono essere valutati in modo positivo. «Uno studente che vive presso una signora anziana si trasferisce all’estero. La signora mi chiama ogni giorno per chiedere se ho già trovato un sostituto! Nel loro caso, la coabitazione ha funzionato a meraviglia nonostante le remore iniziali della signora», racconta Agbloe.

L’associazione accompagna la coabitazione e offre sostegno in caso di disaccordi. A volte, basta parlarne apertamente e i problemi possono essere risolti a vantaggio di tutti.

Certamente occorre vigilare che non siano sorpassati i limiti. «Sia gli studenti, sia gli anziani devono poter dire ‘no’ a richieste supplementari non fissate nell’accordo», conclude Agbloe.

Le persone anziane intenzionate a partecipare e che dispongono di una stanza compilano un modulo con tutte le indicazioni richieste. La stessa cosa viene fatta dagli studenti che cercano un’abitazione.

Informazioni importanti sono il tipo di aiuto richiesto oppure le esigenze degli studenti. Se, per esempio, uno studente è allergico agli animali non può occuparsi del cane.

Le coabitazioni possono durare pochi mesi oppure anche oltre un anno. Marlys Agbloe consiglia di effettuare un periodo di prova di due mesi. In questo modo è possibile correggere o modificare l’accordo.

La coabitazione sociale offerta a Zurigo è solo disponibile per studenti. Finora vi hanno ricorso giovani iscritti a diverse facoltà e non solo in quelle delle scienze sociali come ci si potrebbe aspettare.

Le prime forme di coabitazioni tra studenti e persone anziane nascono in Spagna e in Gran Bretagna negli anni Novanta.

Il sistema è attualmente molto diffuso negli Stati Uniti, il Canada, la Germania, la Francia, i Paesi bassi e il Belgio.

Il progetto Wohnen für Hilfe di Zurigo è stato impostato sul modello tedesco. In Germania il sistema si chiama esattamente allo stesso modo e viene offerto in 27 città universitarie.

La città pioniera è stata Darmstadt che ha avviato questo servizio nel 1992. Attualmente, in Germania, i servizi che mettono in contatto studenti e persone anziane si trovano direttamente all’interno delle strutture universitarie.

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