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E un giorno anche in Svizzera la terra tremerà

Il terremoto di Basilea illustrato da Sebastian Münster nella sua Cosmographia, pubblicata nel 1544. lasuissetremble.ch

Il terremoto in Kashmir ricorda alla Svizzera che non è al riparo da sciagure simili, anzi i sismi rappresentano il primo rischio di catastrofe naturale.

Malgrado ciò, i passi da intraprendere in materia di prevenzione e di sensibilizzazione sono ancora molti.

«Nell’anno di grazia 1356 (…) a Basilea e nei dintorni vi fu un terremoto che provocò il crollo di numerosi edifici, chiese e castelli e la morte di diverse persone (…). Nel corso della notte scoppiò un incendio che durò diversi giorni e che distrusse quasi tutta la città (…). Le scosse furono così violente che non un solo edificio sfuggì a una distruzione parziale o totale».

Come riportano le cronache dell’epoca, il sisma che colpì Basilea fu terribile: «Ecco che improvvisamente ebbi davanti a me soltanto montagne di pietre, il silenzio e l’orrore di chi nello spettacolo era fisso con gli occhi e con la mente», scriveva il Petrarca, giunto nella città renana alcune settimane dopo il sisma.

Il terremoto, il più forte mai registrato nell’ultimo millenio a nord delle Alpi, raggiunse una magnitudo di 6,5 sulla scala Richter, provocando, a seconda delle fonti, da 100 a 2’000 morti.

Da allora, la Svizzera non ha più conosciuto movimenti tellurici devastanti e gli sforzi delle autorità si sono concentrati soprattutto sulla prevenzione di altre catastrofi naturali, come ad esempio le inondazioni o le frane.

«Poiché le probabilità di un terremoto sono deboli, vi è il sentimento che siano cose che accadono solo agli altri», afferma Olivier Lateltin, responsabile della centrale per la coordinazione della mitigazione dei sismi, un ente creato nel 1999 dalla Confederazione.

Un pericolo sottostimato

Un sentimento di sicurezza che nasconde però un’insidiosa realtà: il terremoto è infatti considerato il primo fattore di rischio di catastrofe naturale in Svizzera.

«In Svizzera vi è un sisma di intensità media due-tre volte per secolo. Ogni 500-1’000 anni, vi è inoltre un terremoto di forte intensità con un raggio di distruzione potenziale di circa 100 km», si legge in un documento della Planat, la piattaforma nazionale dei pericoli naturali.

Le zone più a rischio sono in primo luogo il Vallese, dove la placca tettonica africana si scontra quella euroasiatica, la regione di Basilea e la valle del Reno sangallese, a causa della frattura della crosta terrestre del continente euroasiatico (fossato renano).

Certo, in Svizzera difficilmente la terra tremerà così intensamente come successo alcuni giorni fa in Kashmir, la regione montagnosa a cavallo tra India e Pakistan. Secondo Manfred Baer, del servizio sismologico svizzero, ogni anno in Svizzera vengono registrati da 300 a 400 movimenti tellurici, una ventina dei quali sono percepiti dalla popolazione. La potenza massima che potrebbe raggiungere un terremoto in Svizzera è stimata a una magnitudo 7.

Danni miliardari

«La placca del subcontinente indiano si sposta verso nord di quasi 4 centimetri l’anno, mentre quella africana di circa un centimetro», spiega Manfred Baer.

Un movimento sufficiente però per causare danni notevoli: «Il terremoto che colpì il Vallese nel 1946 raggiunse quasi magnitudo 6, ma fece pochi danni perché nella valle, dove il terreno è alluvionale e quindi meno stabile, le costruzioni erano poche», ci dice Olivier Lateltin. «Oggi si stima che un sisma simile provocherebbe danni per almeno un miliardo di franchi».

A Basilea, un terremoto come quello del 1356 causerebbe oggi tra 500 e 1’000 vittime e danni fino a 60 miliardi di franchi. A titolo di paragone, le recenti inondazioni che in agosto hanno colpito la Svizzera hanno causato pregiudizi per circa 2 miliardi di franchi.

La Svizzera impreparata

Scenari, questi, ai quali la Svizzera non è preparata. Da un lato la copertura assicurativa, non essendo obbligatoria, è insufficiente; dall’altro il 90% delle costruzioni esistenti in Svizzera non è stato progettato per scongiurare il pericolo sismico.

Un problema che concerne non solo edifici «normali», ma anche alcune infrastrutture sensibili. Se centrali nucleari e dighe sono sicure, non altrettanto si può dire degli ospedali. Recentemente, ad esempio, si è preferito optare per la ricostruzione completa di un’ala del nosocomio di Olten (canton Soletta) piuttosto che per un risanamento. La protezione antisismica non sarebbe infatti stata garantita.

Dal 2000, con l’adozione da parte del Governo svizzero di un programma di 8 misure, qualcosa si sta però muovendo.

In particolare, questo programma prevede di applicare le norme antisismiche della Società d’ingegneri ed architetti (SIA), che esistono dal 1989 ma sono obbligatorie solo nei cantoni di Basilea Città e Vallese, a tutti i nuovi edifici della Confederazione.

Interventi poco costosi

Questi standard contemplano interventi relativamente semplici, ma di fondamentale importanza, ad esempio dotando i pianterreni di un numero sufficiente di muri portanti.

Rispettando queste norme, gli edifici possono resistere a terremoti di magnitudo 6-6,5. Affinché si registrino dei veri e propri progressi bisognerà comunque aspettare dei decenni.

Un problema di soldi? «No, soprattutto una questione di sensibilizzazione», conclude Olivier Lateltin. Costruire rispettando le norme SIA, significa infatti aumentare la fattura finale di un edificio… dell’1%!

swissinfo, Daniele Mariani

Ogni anno in Svizzera sono registrati da 300 a 400 movimenti tellurici.
L’ultimo terremoto che ha provocato leggeri danni risale al 1991 e colpì i Grigioni.
Nel 1356 un sisma ha praticamente distrutto la città di Basilea.
Si stima che oggi un terremoto di potenza simile nella stessa regione provocherebbe danni per 60 miliardi di franchi e tra 500 e 1’000 morti.
Il 90% circa degli edifici in Svizzera sono stati costruiti prima del 1989, data dell’entrata in vigore di norme antisismiche.

Gli esperti concordano nell’affermare che il rischio maggiore di catastrofi naturali è costituito non da pericoli che si ripetono, come le inondazioni, bensì da eventi rari, in particolare il terremoto.

Il pericolo sismico in Svizzera è considerato, a livello internazionale, da moderato a medio. A rischio sono soprattutto il Vallese, la regione di Basilea, la valle del Reno sangallese e i Grigioni.

Il prossimo 27 ottobre, a Monthey, in Vallese, sarà simulato un terremoto. Ricorrendo ad apparecchiature speciali, gli specialisti del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca causeranno un mini-sisma per valutare gli effetti su una tipica casa unifamigliare svizzera.

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