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I mercati finanziari hanno già superato la pandemia

Una tabella delle quotazioni di borsa al SIX di Zurigo
Nel 2020, lo Swiss Market Index (SMI) aveva raggiunto un picco nel mese di febbraio. Keystone / Ennio Leanza

Dopo il forte calo di marzo, i mercati azionari sono tornati ai livelli di un anno fa, sostenuti dai vaccini anti Covid-19 che fanno sperare in una ripresa nel 2021. In Svizzera, l'azienda farmaceutica Lonza ne ha tratto grande beneficio.

Il 2021 è cominciato bene per la Borsa svizzera. Dalla fine di dicembre lo Swiss Performance Index (SPI), il principale indice borsistico del Paese, ha superato i livelli di inizio gennaio 2020 ed è in aumento. L’indice, che comprende quasi tutte le società per azioni quotate, mercoledì era superiore di oltre il 4% rispetto all’inizio del 2020 e vicino al livello più alto registrato a febbraio, secondo il sito web dell’operatore di borsa SIX.

Al rialzo, lo Swiss Market Index (SMI), il principale indice che riflette l’andamento dei corsi azionari delle 20 maggiori società svizzere, ha superato i 10’700 punti il 30 dicembre, ossia il livello raggiunto a inizio gennaio 2020. Mercoledì questo barometro del mercato azionario ha superato i 10’800 punti.

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Dopo aver raggiunto il punto più basso a metà marzo, a causa dell’arresto dell’economia a fronte della diffusione del coronavirus, “la grande sorpresa del 2020 è stata che i mercati si sono ripresi molto rapidamente”, commenta Michel Girardin, professore di macro-finanza all’Istituto di ricerca finanziaria dell’Università di Ginevra.

Mentre i prezzi sono nuovamente crollati in ottobre con l’arrivo della seconda ondata della pandemia, l’annuncio della scoperta di vaccini efficaci contro il virus all’inizio di novembre ha rafforzato le prospettive e ha spinto i mercati al rialzo.

L’andamento è comparabile con la maggior parte dei principali indici internazionali. La Borsa statunitense ha chiuso il 2020 con una performance molto positiva, trainata in particolare dai titoli tecnologici, delle telecomunicazioni e di Internet. L’indice Nasdaq, che comprende Facebook, Amazon e Netflix, è cresciuto di oltre il 40% su base annua. Sui mercati asiatici, il Nikkei in Giappone è salito del 20% e la Borsa di Shanghai del 15%.

Anche i mercati europei si sono ripresi piuttosto bene, ma con delle disparità, e in larga misura non sono ancora tornati ai livelli pre-crisi: il DAX tedesco è cresciuto di quasi il 4%, mentre il CAC 40 francese è ancora a -6% su base annua. I mercati del Regno Unito sono ancora i peggiori – l’indice FTSE 100 è attualmente dell’11% al di sotto del livello di gennaio 2020. Lo Stoxx 50, che raggruppa 50 aziende in tutta la zona euro, si attesta intorno al -4%.

I mercati azionari hanno anticipato la ripresa

Nel corso del 2020, molte testate giornalistiche si sono concentrate su un’apparente disconnessione tra l’economia reale e i mercati finanziari. Perché le azioni stanno andando così bene quando una pandemia pesa sulle economie di molti paesi?

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Una combinazione di elementi aiuta a spiegare la discrepanza. Dusan Isakov, che dirige la cattedra di finanza e corporate governance dell’Università di Friburgo, sottolinea innanzitutto che il grave crollo di marzo è stato il riflesso di una reazione eccessiva dei mercati e che la pandemia ha colpito in modo molto disomogeneo i vari settori dell’economia. “Una volta passato il panico, gli investitori hanno visto che una parte dell’economia andava avanti nonostante tutto, il che contribuisce a spiegare la crescita che ne è derivata”, riferisce lo specialista della gestione patrimoniale.

Il sostegno del governo, ma soprattutto le politiche monetarie espansive delle principali banche centrali, hanno svolto un ruolo importante. Quest’ultime hanno fatto rapidamente sapere che avrebbero iniettato capitale per tutto il tempo necessario a rimettere in piedi l’economia. Nonostante la situazione economica incerta, “le fondamenta finanziarie e macroeconomiche non sono poi così male”, dice Dusan Isakov.

Va inoltre tenuto presente che il mercato azionario riflette solo una parte dell’economia reale, non necessariamente la più rappresentativa. Soprattutto, insiste Michel Girardin dell’Università di Ginevra, “il mercato azionario guarda al futuro”. In Svizzera, durante il forte calo dell’attività nel secondo trimestre, i mercati finanziari non erano speculativi ma, secondo l’esperto, già nel terzo e quarto trimestre si aspettavano una ripresa.

La Svizzera ha infatti chiuso il 2020 con indicatori macroeconomici migliori del previsto e le prospettive per il 2021 sono piuttosto buone. Resta da vedere se l’attuale livello dei mercati finanziari non rifletta già gran parte delle buone notizie attese sul fronte macroeconomico.

Lonza, campionessa del 2020

Per entrare nel dettaglio dei titoli svizzeri, l’anno 2020 ha fatto emergere vincitori e vinti. Con un incremento del 66% in un anno, il titolo della casa farmaceutica Lonza è il campione dello SMI, spinto naturalmente dall’annunciata partnership con Moderna per la produzione del suo vaccino anti Covid-19, ma anche da modifiche strutturali interne.

Ottima anche la performance di Sika industrials e Givaudan (+39% e +21% rispettivamente). La seconda azienda, specializzata in profumi, ha diversificato le sue attività per produrre gel igienizzanti per le mani e, in un altro settore, aromi per prodotti sostitutivi della carne in collaborazione con la società israeliana Redefine Meat.

Al di fuori dello SMI, le farmacie ZurRose hanno ottenuto una performance straordinaria (circa +200% in un anno) grazie all’implementazione di un servizio di elaborazione delle prescrizioni a distanza e di consegna dei farmaci.

Anche Logitech – come la maggior parte degli operatori del settore IT – ha ottenuto buoni risultati (+100%), grazie al telelavoro. L’operatore di telecomunicazione Swisscom, dal canto suo, non ne ha approfittato, non avendo quasi nessun potenziale di crescita. Un altro esempio è Swissquote. Sfruttando l’estrema volatilità dei mercati, l’operatore di trading online ha registrato un aumento di circa 110% nel corso dell’anno.

Il 2020 è stato caratterizzato da un’elevata volatilità dei mercati finanziari. “Le forti fluttuazioni dei prezzi dello scorso anno sono molto insolite per un anno borsistico”, dice lo specialista di gestione patrimoniale Dusan Isakov, e hanno generato un volume di scambi molto elevato.

Nel 2020 le negoziazioni alla borsa svizzera hanno raggiunto il massimo storico, con un volume di scambi di oltre 1’750 miliardi di franchi svizzeri e un incremento di quasi il 19% rispetto all’anno precedente. Il numero di transazioni ha sfiorato i 100 milioni, con un balzo del 55%, secondo l’operatore borsistico svizzero SIX nel suo bilancio annuale pubblicato la settimana scorsa.

“La gente ha avuto più tempo per piazzare ordini e fare affari rimanendo a casa, e ha investito di più nel mercato azionario che in altri settori”, commenta il professore di macroeconomia Michel Girardin. “Il denaro è a buon mercato, e attualmente non ci sono molte alternative in termini di investimenti”, osserva lo specialista Dusan Isakov.

Anche molti fornitori dell’industria farmaceutica hanno ottenuto buoni risultati, ma questo non è proprio il caso dei giganti del settore Roche o Novartis. Da tempo hanno abbandonato la produzione di medicinali o vaccini di base e non hanno beneficiato particolarmente della pandemia.

Le azioni Adecco, che avevano sofferto enormemente in primavera a causa del tipo di business, hanno recuperato più del 30% nel primo semestre dell’anno e sono ora tornate ai livelli di inizio 2020. Con il miglioramento delle prospettive economiche, ci si attende un maggiore ricorso all’occupazione temporanea.

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Brutto anno per le assicurazioni

All’altra estremità dello spettro, non sorprende che il 2020 non sia stato un buon anno per le assicurazioni. Il riassicuratore Swiss Re si colloca in fondo alla classe dello SMI (-23%), mentre Swiss Life e Zurich Insurance hanno registrato anch’esse performance negative, a causa delle incertezze dovute all’impatto della pandemia sugli indennizzi che dovranno pagare e quindi sul loro reddito.

I due colossi svizzeri del settore orologiero e dei beni di lusso, Richemont e Swatch Group, hanno vissuto nell’ultimo anno fortune molto diverse. Sebbene entrambi i gruppi abbiano sofferto molto in primavera, da allora Richemont si è ripresa bene e registra ora un aumento dell’8% in un anno, mentre Swatch Group è ancora in ritardo (-9%).

Per il professore di finanza internazionale Dusan Isakov, la spiegazione potrebbe essere trovata nel fatto che Richemont ha unito le forze con gruppi di vendita su Internet come la società cinese Alibaba, e non si è limitata alle vendite nelle boutique fisiche. Lo specialista di macroeconomia Michel Girardin vede anche l’influsso della forte ripresa dell’attività in Asia, in particolare in Cina, e l’espressione di un posizionamento nel segmento del lusso che è meglio percepito per Richemont che per Swatch.

In generale, Michel Girardin osserva che alla fine del 2020 ha avuto luogo una “rotazione settoriale”. “Prima eravamo in una posizione piuttosto difensiva, con titoli come Nestlé, Roche o Novartis, le cui performance sono abbastanza stabili”, spiega l’economista. Ma dopo l’annuncio dei vaccini, “molti investitori hanno voluto posizionarsi su titoli industriali e più ciclici”, dice. Un’azienda come Sika ha beneficiato di questo sviluppo.

Questi titoli, che dipendono maggiormente dalla situazione economica, possono produrre rendimenti più elevati ma sono anche più rischiosi. Un segno che gli investitori credono davvero che il 2021 sarà l’anno della ripresa.

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