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La multa record contro la BNP pesa anche sulla Svizzera

Il commercio di materie prime è salito a oltre 20 miliardi di franchi nel 2011 in Svizzera. Keystone

La pesante multa di 9 miliardi di dollari inflitta dagli Stati uniti alla BNP Paribas mette in pericolo la sua posizione di leader nel finanziamento del commercio di materie prime. La Svizzera rappresenta la principale piattaforma mondiale di questo commercio.  

La banca francese svolge un ruolo di primo piano sul mercato mondiale delle materie prime, finanziando in particolare le spedizioni internazionali dei beni destinati al settore industriale ed energetico. Molte di queste attività vengono dirette da numerose aziende che hanno sede in Svizzera.

Secondo l’Associazione svizzera dei banchieri, nel 2011 le banche elvetiche hanno finanziato circa un quarto del volume totale dei fondi impiegati per il trasporto, il commercio e la lavorazione delle materie prime a livello mondiale. I finanziamenti concessi dalle banche svizzere ammontano complessivamente a 1’500 miliardi dollari. La Svizzera figura così in pole position a livello mondiale. 

Nel fiorente settore del commercio di materie prime ci si chiede ora se, in seguito alla sanzione senza precedenti inflitta dagli Stati uniti, BNP Paribas  potrebbe essere costretta a ritirare i suoi servizi di credito. La banca francese dovrà versare 9 miliardi di dollari per aver violato la legislazione americana.

Il volume del commercio di materie prime ha raggiunto più di 6’000 miliardi di dollari nel 2011, secondo l’Organizzazione mondiale del commercio.

Le complesse operazioni finanziarie concerno diversi ambiti del commercio, come le lettere di credito che consentono agli operatori di acquistare le materie prime in un paese e di rivenderle altrove alcune settimane dopo, il finanziamento del trasporto navale o aereo, gli strumenti derivati per coprire le fluttuazioni dei prezzi e dei corsi di cambio. 

Il valore delle materie prime è costantemente aumentato negli ultimi decenni e questo settore attira sempre più investitori alla ricerca di rendimenti elevati in un contesto di tassi di interesse bassi. 

Secondo l’Associazione svizzera dei banchieri, gli investimenti svizzeri sono saliti da 4,3 miliardi di franchi nel 2007 a 37 miliardi nel 2012. 

La BNP Paribas figura tra i pionieri nel finanziamento del magazzinaggio e della spedizione di petrolio, gas, metalli e prodotti alimentari in tutto il mondo. Numerose società di commercio di materie prime con sede in Svizzera si basano sul gruppo francese per garantire le offerte e coprire gli ammanchi tra l’ordine di acquisto delle materie prime e il loro pagamento al momento della fornitura. 

Lunedì scorso il Dipartimento americano di giustizia ha puntato il dito anche sulla filiale di Ginevra della BNP Paribas. Avrebbe finanziato per diversi anni un commercio illegale di materie prime con il Sudan, per un valore di 6 miliardi di dollari. In seguito a queste infrazioni, alla filiale ginevrina è stato vietato di condurre operazioni in dollari americani per tutto il 2015. 

Dal momento che la la stragrande maggioranza delle transazioni nel commercio di materie prime sono eseguite in dollari, sorgono degli interrogativi sulle prospettive della banca francese di proseguire le sue attività in questo settore.

Accordo con altra banca 

Da parte sua, BNP Paribas ha annunciato di voler aggirare questo ostacolo, affidando ad un’altra banca il compito di eseguire per lei delle operazioni in dollari nel corso dell’anno prossimo. “Non prevediamo nessun impatto di queste sanzioni sulle nostre capacità operative e commerciali”, ha comunicato la banca, precisando che anche in futuro potrà a continuare a servire la stragrande maggioranza dei suoi clienti. 

Durante una conferenza stampa, Lars Machenil, responsabile del settore finanziario della BNP Paribas, ha tuttavia avvertito che la conclusione di un accordo simile con un’altra banca richiederà un onere di lavoro non indifferente. “Dedichiamo grande attenzione ai nostri clienti e finora non abbiamo rilevato globalmente alcuna insicurezza da parte loro”. 

Tenendo conto dell’entità della multa imposta da Washington a BNP Paribas, i media nutrono dei dubbi sull’interesse da parte di altro istituto finanziario a riprendere in mano le transazioni in dollari effettuate finora dalla banca francese. 

L’agenzia di rating Fitch si mostra più fiduciosa. “Ci aspettiamo che BNP Paribas stipuli un accordo commerciale con una banca statunitense. E non crediamo che questa faccenda debba tradursi in una riduzione delle sue operazioni o in una perdita nelle attività di finanziamento del commercio di materie prime”, ha fatto sapere Fitch in un comunicato. 

Alcuni operatori del settore a Ginevra si dichiarano più scettici. “Vi sono molte discussioni sulle prospettive per BNP Paribas di mantenere la sua linea di attività”, indica Nicolas Sanchez, direttore della filiale di Ginevra della società EuroFin Asia. “L’impatto di un ritiro dipenderà da quanto velocemente avverrà. Potrebbe provocare uno shock anche se dovessero svolgersi gradualmente”. 

Attività in Svizzera

Il numero delle società di commercio delle materie prime, basate in Svizzera, è fortemente aumentato negli ultimi 20 anni. 

Attualmente vi sono oltre 500 società attive in questo settore. La maggior parte si trova nella regione di Ginevra, ma anche a Zugo, Zurigo e Lugano. Queste società impiegavano circa 7’500 persone nel 2010. 

I proventi netti del commercio di materie prime in Svizzera sono passati da 2 miliardi di franchi nel 2002 a 20 miliardi nel 2011, secondo la Banca nazionale svizzera. 

In base a delle stime del Politecnico federale di Zurigo, questo settore forniva il 3,6% del prodotto interno lordo nel 2010. 

Divario colmato

La Geneva Trading and Shipping Association (GTSA), la principale organizzazione rappresentativa del settore delle materie prime nella regione di Ginevra, ritiene che è troppo presto per valutare il possibile impatto della multa per BNP Paribas. 

La GTSA rileva tuttavia che il settore del commercio di materie prime ha già subito una serie di modifiche in seguito alla recente crisi finanziaria, che ha provocato una carenza di crediti. Molti istituti finanziari attivi nel settore sono stati costretti a ridimensionare le loro operazioni di credito. 

“Il divario è stato colmato dagli attori esistenti, come pure da nuovi finanziatori, tra cui delle banche provenienti da altre regioni geografiche e da fondi speciali”, indica GTSA. “Le società di trading delle materie prime hanno già diversificato le loro fonti di liquidità”.

Le maggiori compagnie del settore, come Glencore e Mercuria, hanno creato le loro operazioni di finanziamento del commercio di materie prime, estendendo delle linee di credito ai loro clienti. 

Domanda in crescita 

Dato l’aumento dei prezzi delle materie prime negli ultimi due decenni, il settore dovrà comunque continuare ad adattarsi per soddisfare il crescente fabbisogno finanziario. Il prezzo del petrolio è quadruplicato dal 1993, secondo l’indice dei prezzi delle materie prime del Fondo monetario internazionale. Il prezzo del rame è invece triplicato e quello del frumento è raddoppiato. 

Il ruolo della finanza per garantire che il carburante arrivi nelle stazioni di servizio e le barre di cioccolato di raggiungano gli scaffali dei supermercati, non è mai stato così importante.  Con o senza la partecipazione di BNP Paribas, la Svizzera vuole continuare a avere la parte del leone per il finanziamento di questo settore. 

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