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Uomo di successo, ma non amato ovunque

Laddove c'era il più vecchio porto di Basilea, presto ci sarà un parco pubblico con un percorso in riva al Reno own work / Grubyak

Il suo nome è anche associato alla metamorfosi di un sito industriale grigio, con ciminiere fumanti, in un campus di ricerca e la conversione di un porto in una zona d’incontro sul Reno. L'era di Daniel Vasella ha cambiato Basilea, ma non tutti sono entusiasti.

Al bar o per strada, quando si nomina il presidente dimissionario della Novartis, Daniel Vasella, si suscitano grandi reazioni emotive. Frequentemente ricorre il termine “cupidigia”. Il riferimento è alle decine di milioni di franchi che Vasella ha intascato ogni anno come stipendio e bonus.

“Nelle alte sfere non differiscono gli uni dagli altri. Uno si occupa della sua ‘Torre di Babele’, l’altro di un prestigioso e insensato monumento”, dice un dipendente all’ingresso della Roche, concorrente della Novartis. “Dopo tutto, sotto Vasella, la Novartis ha sviluppato con successo nuovi medicinali. Ma anche noi lo abbiamo fatto”, dice un collega.

1953: nasce a Friburgo. È originario di Poschiavo.

Studia medicina all’università di Berna. Nella capitale federale lavora come medico e poi come primario all’Inselspital.

1978: sposa Anne Laurence Moret, nipote di Marc Moret, il futuro presidente del consiglio d’amministrazione dell’ex industria farmaceutica basilese Sandoz.

1988: passa alla Sandoz USA e formazione di economia aziendale alla Harvard Business School.

1996: diventa CEO della Novartis, nata dalla fusione tra la Ciba-Geigy e la Sandoz.

1999: diventa anche presidente del consiglio d’amministrazione della Novartis. Il doppio mandato è fonte di aspre critiche.

2008: sopprime i limiti temporali di mandato che lo avrebbero costretto a dimettersi dalla presidenza del consiglio d’amministrazione.

Febbraio 2010: si dimette da CEO della Novartis.

22 febbraio 2013: lascia la presidenza del consiglio d’amministrazione della Novartis.

Architettura di grido

Accanto all’ingresso principale della Roche c’è una gru enorme. Qui sta sorgendo la nuova sede del gigante farmaceutico: una torre alta 178 metri progettata dallo studio di architettura basilese Herzog & de Meuron, futura icona architettonica internazionale, che sarà anche l’edificio più alto della Svizzera.

Non meno spettacolare è il nuovo sito della concorrenza, il campus della Novartis, nel quale Vasella negli ultimi anni ha progressivamente fatto demolire vecchi edifici industriali grigi per sostituirli con dei nuovi che sono vere e proprie opere architettoniche.

Vasella li ha commissionati alla crème de la crème dell’architettura internazionale, tra cui il californiano Frank O. Gehry, l’irachena Zaha Hadid, e lo studio giapponese ufficio sanaa.

Un chiaro attaccamento a Basilea

“Con il campus di ricerca, Vasella ha creato a Basilea un crogiolo di scienziati provenienti da 90 paesi. Questo non può essere sottovalutato, poiché il progetto è stato una decisione di Vasella, nel quale lui ha praticamente scelto ogni mattone”, dice il pubblicista René Lüchinger. “Con un cittadino statunitense alla testa della Novartis, non ci sarebbe mai stato questo campus a Basilea”.

“Il fatto che la Novartis e la Roche investano così tanto, è un chiaro attaccamento a Basilea”, dice il presidente del governo cantonale Guy Morin. “Il campus è chiaramente un progetto di Vasella. Lui si è anche impegnato tantissimo nell’accordo concluso tra la città e la Novartis”.

Passeggiare in riva al Reno

L’accordo, in sostanza, consiste nella chiusura della strada verso il comune francese di Hüningen, che fino a qualche anno fa attraversava proprio il sito della Novartis, e nella sostituzione con una nuova strada, che comprende una stazione del tram e un nuovo posto doganale.

Grazie a una permuta di terreno con il cantone, la Novartis può creare edifici supplementari sulle rive del Reno. Il più antico porto di Basilea, quello di St. Johann, è stato demolito e smantellato. Qui stanno sorgendo un parco pubblico e una zona d’incontri.

“Il percorso lungo il Reno è sicuramente positivo”, dice il parlamentare verde Urs Müller. “Quel che è urtante è che il campus è diventato una città rinchiusa all’interno della città. Il signor Vasella e il suo codazzo hanno dettato ciò che volevano. Nel campus c’è anche un’architettura fantastica. È indiscutibile. Ma non è disponibile per la popolazione. Abbiamo cercato di evitare questa situazione, ma non abbiamo ottenuto la maggioranza politica”.

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Schweizerhalle, il fondo

La Novartis è una società privata “con grandi centri di ricerca e ha bisogno di protezione. Bisogna accettarlo”, afferma Guy Morin. Il campus gode di “un ampio consenso” tra le autorità e la politica.

Dal 2004, il governo di Basilea è a maggioranza rosso-verde. Ciò nonostante sia il governo, sia i vertici dei due giganti farmaceutici parlano di collaborazione costruttiva. Sono finiti i tempi in cui si discuteva della partenza della Novartis da Basilea.

Secondo Guy Morin, con il grande incendio in un deposito chimico della ex Sandoz a Schweizerhalle, il 1° novembre 1986, quando la miscela di sostanze scioltesi nell’acqua utilizzata per spegnere il fuoco avvelenò il Reno e causò una moria di pesci, è stato toccato il “fondo nell’accettazione” da parte della popolazione.

Da allora, la Novartis e la Roche hanno aperto il dialogo e cambiato atteggiamento. Vale a dire: la chimica tradizione e l’agrochimica sono state vendute e delocalizzate. La Novartis e la Roche sono ormai da tanto tempo pure società farmaceutiche.

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Senza emissioni

“Negli stabilimenti di Basilea c’è ancora poca produzione e quel che rimane è una produzione biologica, senza pericoli per l’ambiente e senza emissioni. Ora qui abbiamo essenzialmente l’innovazione, la ricerca e l’amministrazione. Ciò ha certamente contribuito all’elevata accettazione”, afferma Morin.

Basilea si è “parzialmente” riconciliata con l’industria farmaceutica, commenta Urs Müller “Sono dei grossi contribuenti. Dunque c’è anche disponibilità a trovare soluzioni tramite il dialogo”.

Il gruppo Novartis nel 2012 ha realizzato un giro d’affari di 56,7 miliardi di dollari.

L’utile netto è diminuito del 5% a 12,8 miliardi di dollari. Senza gli effetti dei cambi, il calo sarebbe stato del 2%.

La Novartis nel mondo ha in organico quasi 124’000 dipendenti, di cui più di 13’000 in Svizzera.

Il gruppo farmaceutico nel 2012 ha realizzato un fatturato di 45,5 miliardi di franchi.

L’utile netto è progredito dell’1% a 9,77 miliardi di franchi.

Nel 2012 la Roche impiegava oltre 11’000 dipendenti in Svizzera e più di 80’000 nel mondo.

Daniel Vasella avrebbe dovuto ricevere un’indennità di partenza di 72 milioni di franchi (12 milioni all’anno per 6 anni), a condizione di non lavorare per la concorrenza.

Resa pubblica una settimana prima dell’assemblea generale del gruppo, questa decisione ha suscitato numerose critiche, emananti anche dalle associazioni economiche e dal governo.

Daniel Vasella, che in un primo tempo aveva indicato che intendeva versare il denaro ad organizzazioni di utilità pubblica, ha annunciato il 19 febbraio di rinunciare all’indennità. Questo passo rende nello stesso tempo obsoleta la clausola di non concorrenza contenuta nell’accordo con Novartis.

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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