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Il sostegno alla legge sul clima sta diminuendo

Pannelli solari e persona con braccia aperte
L'obiettivo principale della legge sul clima è il raggiungimento delle "zero emissioni nette" di gas serra entro il 2050. Keystone/gaetan Bally

La nuova legge sul clima supererà probabilmente lo scoglio delle urne, anche se il campo del "sì" ha perso terreno, stando al secondo sondaggio della SSR in vista delle votazioni federali del 18 giugno. Anche la legge Covid-19 e la tassazione minima sui profitti delle multinazionali dovrebbero essere approvate.

Il sostegno al progetto di legge che dovrà guidare la transizione energetica della Svizzera è crollato nel giro di un mese. Il 18 giugno, il popolo elvetico voterà sulla nuova legge sul clima, il cui obiettivo principale è raggiungere le “zero emissioni nette” di gas serra entro il 2050.

A meno di due settimane dal voto, il 63% degli aventi diritto di voto è ancora favorevole alla legge, emerge dal secondo sondaggio SSR condotto alla fine di maggio dall’istituto gfs.bern. Il 36% si dichiara contrario e l’1% è indeciso. Il sostegno alla legge da parte delle svizzere e degli svizzeri residenti all’estero è leggermente inferiore, con il 60% di favorevoli.

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Il tasso di approvazione del testo è sceso di nove punti percentuali nel corso della campagna. “C’è stata una tendenza verso il ‘no’ in tutte le fasce della popolazione, tranne che a sinistra dello spettro politico e nelle file del partito verde-liberale”, spiega la politologa del gfs.bern Martina Mousson. L’opposizione dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) si è accentuata. Inoltre, la maggioranza delle persone che non si fidano del Governo così come la maggior parte di chi ha un basso livello di istruzione ora respingono la proposta di legge. 

>> I risultati del primo sondaggio:

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Legge sul clima, “sì” in vantaggio

Questo contenuto è stato pubblicato al Primo sondaggio SSR in vista delle votazioni federali del 18 giugno: sì alla nuova legge sul clima, alla riforma OCSE e alla legge Covid-19.

Di più Legge sul clima, “sì” in vantaggio

Pochi effetti per l’argomento del portafoglio

Anche se l’argomentazione della destra conservatrice, secondo cui la legge porterà a un aumento dei prezzi dell’elettricità e metterà a dura prova i bilanci delle famiglie, sta convincendo un numero crescente di persone, non fa comunque breccia nella maggioranza dell’elettorato. “La maggioranza delle persone a basso reddito rimane favorevole al testo”, sottolinea Martina Mousson. Secondo lei, il popolo svizzero non respingerà la legge per paura che possa gravare troppo sul portafoglio, come è successo con la legge sul CO2 nel 2021.

Il fronte del “sì” ha ancora un vantaggio significativo e c’è un ampio consenso sociale a favore della legge. “Ci sono tutte le ragioni per credere che sarà approvata il 18 giugno”, scrive il gfs.bern. Gli specialisti e le specialiste ritengono improbabile un’inversione simile a quella verificatasi in occasione del voto sulla legge sul CO2, che venne bocciata dal popolo nonostante i sondaggi favorevoli. “È particolarmente interessante notare che le aree rurali, che hanno contribuito al fallimento della legge sul CO2, continuano a sostenere la legge sul clima questa volta”, sottolinea Martina Mousson.

>> Il nostro articolo sulla legge sul clima:

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Le multinazionali saranno tassate di più

Il voto sulla tassazione degli utili delle imprese non suscita molta suspense. È probabile che il popolo svizzero accetti ampiamente la riforma avviata dall’OCSE, che prevede che le multinazionali con un fatturato superiore a 750 milioni di euro siano tassate con un’aliquota minima del 15%.

Il 73% delle persone interpellate è favorevole al progetto, il 24% è contrario e il 3% è indeciso. Le proporzioni sono quasi identiche tra gli svizzeri e le svizzere all’estero.

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La riforma piace a tutti i gruppi della popolazione. Le argomentazioni a favore della riforma continuano ad essere fortemente sostenute. Il 77% di chi ha risposto al sondaggio ritiene che la riforma sia equa, in quanto si rivolge solo ai gruppi di imprese che operano a livello internazionale e non alle imprese più piccole.

Anche se l’UDC raccomanda l’approvazione, l’elettorato del partito si dimostra il più scettico, con il 37% di “no”. L’argomentazione della destra conservatrice, secondo cui non si dovrebbero imporre nuove tasse in tempi difficili, convince il 31% delle persone interpellate.

Un numero maggiore di persone che simpatizzano per il Partito Socialista (PS, sinistra) (33%) sostiene ora la posizione del partito rispetto al primo sondaggio, ma non costituiscono ancora una maggioranza. Il PS è contrario al progetto, sostenendo che avvantaggi solo Cantoni ricchi che ospitano molte multinazionali. “Il conflitto tra l’élite e la base del PS si è calmato”, ha commentato Lukas Golder di gfs.bern.

>> Per sapere di più sul testo in votazione:

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Un terzo “sì” alla legge Covid-19

Anche la legge Covid-19 è poco contestata. Per la terza volta, è probabile che il popolo svizzero accetti la base giuridica che regola le misure di lotta contro la pandemia di coronavirus. Le intenzioni di voto sono cambiate poco rispetto al primo sondaggio: il 67% di chi vi ha partecipato è favorevole alla legge, il 31% è contrario e il 2% non ha ancora deciso.

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Tutti i partiti politici e i gruppi della popolazione hanno intenzione di dire “sì” alla legge Covid-19, a eccezione dell’UDC e di coloro che non hanno fiducia nel Governo. L’approvazione aumenta con il livello di istruzione e il grado di urbanizzazione, spiega gfs.bern. 

Gli argomenti di chi sostiene il testo sembrano avere successo. Il 70% ritiene che la legge renderà disponibili rapidamente nuovi farmaci, proteggendo le persone ad alto rischio di ammalarsi gravemente.

Nel giugno 2021, il popolo elvetico ha accettato questa base giuridica con il 60,2% dei voti, dopo un primo referendum. Nel novembre 2021, i “sì” hanno raggiunto il 62%, nonostante una campagna tesa e numerose manifestazioni. “Dalle urne dovrebbe uscire ancora una volta un ‘sì’ superiore al 60%”, afferma Martina Mousson.

>> Le nostre spiegazioni sulla legge Covid-19:

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Il sondaggio

Per la seconda indagine demoscopica in vista delle votazioni federali del 18 giugno 2023, l’istituto gfs.bern ha interpellato, tra il 23 e il 31 maggio, 12’655 persone con diritto di voto, selezionate in modo rappresentativo e ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera. Il margine di errore è di +/- 2,8 punti percentuali. 

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