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“La carta esisterà sempre”

esterno della libreria hoepli
La libreria Hoepli è stata aperta dallo svizzero Ulrico Hoepli il 7 dicembre 1870. L'attuale sede in centro a Milano è stata inaugurata nel 1958. Libreria Hoepli

Matteo Ulrico Hoepli, amministratore delegato ed esponente della famiglia svizzera che da cinque generazioni guida l'omonima libreria di Milano, parla del futuro dell’editoria e delle nuove prospettive del mercato del libro in Italia e all’estero. Intervista.

La Casa Editrice Libraria Ulrico Hoepli, che in questi giorni festeggia i suoi 150 anni di vita, è una tra le più importanti d’Europa. La sua unica e spaziosa sede di via Hoepli a Milano, situata nel cuore della città, accoglie oltre 100.000 libri e riviste, distribuiti su cinque piani ed esposti su oltre due chilometri di scaffali.

swissinfo.ch: Anche se diminuisce la vendita di copie fisiche, in base ai dati dell’Associazione Italiana Editori, nel 2019 il mercato del libro in Italia è risultato in crescita rispetto all’anno precedente con un fatturato di tre miliardi di euro. Come è cambiata in questi anni l’editoria?

Matteo Ulrico Hoepli: Il 2019 è stato un anno buono, ma in base al dato tendenziale di Nomisma riferito al decennio 2008/2018, la spesa per i libri si è ridotta del 22% passando dai quasi 4 miliardi di fatturato al valore di oggi. Questo significa che c’è una tendenza all’acquisto inferiore perché la fruizione di un dizionario, di una guida turistica e di altri testi ormai viene fatta dallo smartphone.

matteo ulrico hoepli
Matteo Ulrico Hoepli ha iniziato a lavorare nella libreria di famiglia nel 2004. Libreria Hoepli

Ma il libro è uno di quei mercati cosiddetti maturi: scenderà ancora nel prossimo decennio per poi assestarsi e diventare un mercato stabile. Perderà ancora clienti di fascia bassa, si restringerà, perderà altri punti vendita – come già avvenuto negli ultimi dieci anni con la chiusura di circa il 30% di librerie solo in Italia – e ci saranno meno attori. Ma la carta esisterà sempre.

Anche noi siamo cambiati col mercato: 15 anni fa abbiamo creato l’e-commerce per cercare di venire incontro ai clienti e abbiamo catturato una quota per noi importante: con il nostro Hoepli.it rappresentiamo un 2-3% del mercato online, ben più ampio ad esempio, rispetto alla sola libreria fisica. Eppure, i libri partono sempre da lì.

A proposito di online, gli store e le grandi piattaforme virtuali vendono ormai un libro su tre a scapito delle librerie: per voi rappresentano una minaccia? Come si contrastano colossi come Amazon?

Secondo me è una fortuna che siano le piattaforme a vendere molti libri a persone che non li troverebbero perché vivono in zone dove le librerie non ci sono o non sono fornite. Il commercio online aiuta gli editori a vendere più libri: le librerie online hanno colmato un gap di offerta insufficiente nelle librerie fisiche. E lo dico con certezza dato che i libri di Hoepli Editore non sempre venivano comprati dai rivenditori e messi sullo scaffale perché considerati difficili da vendere.

Il mercato sta cambiando come è cambiato per altri settori. La pandemia ha fatto capire che l’e-commerce è molto comodo e che si può comprare attraverso il proprio PC o il proprio smartphone ad ogni ora del giorno e della notte e in pochissimo tempo standosene comodamente a casa.

Però magari questo rende più complicata la vita delle piccole librerie. Come si può evitare l’emorragia di chiusure? In Inghilterra, per esempio, le librerie indipendenti si sono riunite in una piattaforma per vendere online i propri prodotti. È percorribile una strada simile anche in altri Paesi?

In ogni Paese ci sono esempi di questo tipo ed è un’ottima idea quella di creare un online più personalizzato. Io stesso nel 2008, grazie all’esperienza Hoepli.it, proposi la mia piattaforma per consorziare le librerie chiamata Librerieitaliane.it, con la possibilità di consegna a domicilio o ritiro in libreria in tutta Italia. Ma non se ne fece nulla nonostante fosse a costo zero per i librai dato che la mettevamo a disposizione di tutte le librerie gratuitamente.

I moderni dispositivi come lo smartphone stanno diventando per molti l’unico supporto attraverso il quale accedere alla lettura. È il caso degli e-book e degli audiolibri.

Gli ebook oggi rappresentano meno del 10% del mercato e non credo avranno un incremento tanto consistente da qui al 2030. Al massimo raddoppieranno la quota. È una formula alternativa alla carta che anche noi produciamo e vendiamo, ma solo perché esistono i libri di carta: il mercato degli ebook non potrebbe sostenere da solo i costi della produzione libraria; in più, i ricavi dagli ebook per copia sono più bassi e sono ad alto rischio pirateria.

Anche gli audiobook sono a livelli ancora bassi in Italia rispetto ad altri Paesi. Io li trovo molto interessanti e personalmente ho ‘letto’ un capitolo di un libro, ma si possono fare solo per determinati testi come quelli di narrativa o per la saggistica ad esempio. È chiaro che un audiolibro di uno dei nostri manuali tecnici non avrebbe molto senso.

Oggi le librerie sono diventate luogo di eventi, presentazioni, reading e spesso hanno un bar o un piccolo ristorante interno: questa nuova concezione può fare la differenza o è un modo solo per restare a galla?

Sono formule nate negli anni ’90 e che offrono altri servizi al cliente: dalla vendita dei fiori all’aperitivo servito come stanno facendo altre librerie per esempio. Una scelta che definirei emozionale che trasforma la libreria in un luogo dove andare a fare o vedere tante cose tra le quali anche comprare un libro. Va benissimo che ci siano e si svilupperanno sempre di più, ma vanno collocate in luoghi di ampio passaggio. Noi abbiamo sempre puntato sul cliente appassionato e culturalmente preparato che in libreria ci viene perché cerca dei libri.

interno di una libreria
La libreria Hoepli espone oltre 100.000 libri e riviste. Matteo Ulrico Hoepli

Uno dei problemi più seri è la pirateria che secondo gli editori AIE e FIEG sottrae una grossa fetta pari al 23% al mercato dei libri. Cosa si può fare per contrastare questa piaga che riguarda anche altri settori come la musica e i film?

Quello della pirateria è un problema etico perché intacca la proprietà. Purtroppo si può fare poco, soprattutto con il digitale e in Italia ancora meno perché nemmeno gli istituti preposti alla consultazione dei libri come le biblioteche, ad esempio, non sono organizzati per limitare questa piaga. È una questione complessa, un problema tra liberismo e cultura. Bisognerebbe trovare dei metodi ‘pubblici’ per pagare il copyright a chi spetta oppure per finanziare chi, come per esempio gli studenti universitari, non può sempre permettersi tutti i libri di testo. Ma forse manca la volontà di affrontare il problema. Però la filiera va remunerata per il lavoro che fa, a partire dall’autore.

Non è che forse i libri costano troppo?

No assolutamente, anzi c’è un enorme lavoro dietro la produzione di un libro. C’è l’ideazione, la produzione, la distribuzione sul territorio e infine il libraio. Molte persone lavorano per far trovare il libro sullo scaffale. Se i libri costassero troppo, allora perché case editrici storiche e blasonate sono fallite o sono state vendute perché indebitate?

Indubbiamente nel bilancio del 2020 peserà in maniera determinante lo scoppio della pandemia con tutto quello che ha comportato: ci saranno conseguenze anche di lungo periodo sul settore librario?

Prevedo che in questo particolare momento ad essere vincente sarà sempre la carta: è vero che sono calate le vendite in termini assoluti, ma l’online le ha compensate vendendo comunque copie cartacee.

“La nostra strategia è la stessa decisa nel 2010: scommettere sulla carta e sulla specializzazione.”

Nei prossimi anni la quota delle vendite online rimarrà alta e sarà in crescita proprio perché, in questo periodo, anche chi non lo aveva mai fatto si è dovuto adeguare ordinando libri su internet. E continuerà a farlo portando le vendite online in Italia – che oggi in base ai dati AIE sono un terzo del totale – al 40% circa.

La nostra strategia è la stessa decisa nel 2010: scommettere sulla carta e sulla specializzazione. L’arrivo della pandemia non ci ha colto impreparati perché eravamo attrezzati a vendere anche su più canali. Noi continueremo a scommettere su questa modalità di vendita e sulla libreria di via Hoepli a Milano perché è un po’ il nostro flagship store, il nostro faro che identifica il brand e l’editore.

L’ex consigliera federale Doris Leuthard, oggi presidente della fondazione Ulrico Hoepli, ha detto che quell’uomo arrivato a Milano 150 anni fa dalla Turgovia via Trieste capì che in Italia c’era bisogno di una casa editrice che facesse proprie le esigenze dell’industria, della ricerca e della società. E oggi la libreria a quali necessità vuole venire incontro?

Ulrico Hoepli arrivò a Milano perché voleva fare il libraio e la produzione editoriale e scientifica è avvenuta dopo, una volta che era qui, ascoltando i bisogni dei clienti e quindi del mercato. E fu molto bravo a capirlo velocemente. Oggi abbiamo sempre lo stesso progetto e continuiamo su quel solco ascoltando le esigenze dei clienti e siamo sempre proiettati al domani con il nostro slogan ‘La cultura del futuro’.

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