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Elezione del governo: le reazioni dei partiti

Un trionfo della destra, una Waterloo per il PPD che però promette di riemergere, una giornata nera per le donne, di cui lo stesso PPD è almeno in parte responsabile.

Questo il succo delle reazioni politiche dopo le elezioni odierne del Consiglio federale.

Unione democratica di centro (UDC)

Evidente euforia nei ranghi del partito vincitore. La volontà popolare è stata rispettata, adesso i desideri degli elettori UDC devono realizzarsi in governo, ha dichiarato il presidente Ueli Maurer.

Riduzione delle imposte, lotta contro gli abusi nell’asilo, una nuova politica europea: per realizzare questi obiettivi due uomini del partito siedono nell’esecutivo federale.

L’elezione di Blocher è stata “un voto per la concordanza e la stabilità del paese”, secondo il segretario generale del partito Gregor Rutz.

Partito popolare democratico (PPD)

“Ci siamo battuti ma accettiamo la sconfitta”, ha dichiarato il presidente del PPD Philipp Stähelin, secondo il quale tentando di mantenere i suoi due rappresentanti in governo il partito ha voluto combattere «un programma di destra».

Non è vero che abbiamo lasciato cadere Ruth Metzler, si è difeso da parte sua il capogruppo Jean-Michel Cina, mentre il segretario generale Reto Nause ha attribuito al voto dell’estrema sinistra l’elezione di Blocher.

In futuro, ha detto Stähelin, il partito non assumerà più il ruolo di «cerniera», ma in ogni caso non farà semi-opposizione com’è stato il caso finora per l’UDC.

Il gruppo parlamentare discuterà alla fine di gennaio le proprie posizioni. In primavera si svolgerà poi un congresso del partito per discutere il da farsi.

Partito socialista (PS)

Per la presidente del Partito socialista Christiane Brunner il bilancio della giornata odierna è «piuttosto negativo»: «una donna in meno e uno scivolone a destra ancor più accentuato dall’elezione di Hans-Rudolf Merz».

Ciò cambierà le alleanze e le decisioni in seno al governo. Non bisognerà tuttavia dimenticare che ci vuole anche «una Svizzera sociale, non solo una Svizzera economica».

Il PS dovrà affrontare una «vita quotidiana più dura», ha commentato la presidente del gruppo socialista alle Camere Hildegard Fässler, che ha preconizzato un maggiore ricorso ai referendum e alla politica di opposizione.

Il suo predecessore Franco Cavalli prospetta discussioni roventi in seno al partito, che dovrà decidere se restare o no in governo dopo la svolta a destra di oggi.

Partito liberale radicale (PLR)

La presidente del PLR Christiane Langenberger si rammarica dell’esito dell’elezione per le donne: il PPD ha lasciato cadere Ruth Metzler e Christine Beerli non ce l’ha fatta per poco.

A suo avviso, Merz è più aperto di quanto generalmente si pensi. Quanto a Blocher, «è un imprenditore» e tenderà forse «a strapazzare l’amministrazione».

Le donne del PLR si sono dette «amaramente deluse» della mancata elezione della Beerli. Dopo quindici anni di assenza dal governo in seguito alle dimissioni di Elisabeth Kopp non sono riuscite a rientrarvi.

I verdi

La copresidente dei Verdi Ruth Genner teme che il Partito socialista sarà messo sotto pressione dal «governo conservatore» uscito dall’elezione odierna, la cui politica già si profila in materia di finanze e misure di risparmio.

I due rappresentati del PS sono stati eletti «solo come foglia di fico». Secondo la consigliera nazionale zurighese i democristiani sono essi stessi responsabili della perdita di un seggio e della non rielezione della Metzler.

swissinfo e agenzie

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