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Elezioni: i giochi sono fatti

Lo spoglio dei voti è ormai cominciato Keystone

Gli uffici elettorali hanno chiuso a mezzogiorno. Dopo una campagna dai toni particolarmente accesi, il gioco dei pronostici per quella che sarà la composizione del nuovo parlamento federale può ora iniziare.

L’appuntamento politico ha sollevato grande interesse anche da parte degli svizzeri dell’estero: il numero dei candidati della Quinta svizzera è triplicato rispetto a quattro anni fa.

I primi risultati nei cantoni con il minor numero di abitanti sono attesi già verso le 14.00.

Verso le 19.00, sulla base dei dati provenienti dalla maggior parte dei cantoni, la SRG SSR idée suisse prevede di pubblicare la prima proiezione su scala nazionale dello scrutinio. I risultati dei cantoni più popolati – Zurigo, Berna e Vaud – dovrebbero completare il quadro entro mezzanotte. Salvo panne elettroniche.

La campagna più “sporca”

Tra poche ore, il popolo svizzero si appresta quindi a conoscere i nomi dei suoi rappresentanti per la prossima legislatura, dopo mesi di dibattiti, comizi, manifestazioni e chat elettorali.

Ma anche di dispute dai toni più duri del solito, polemiche su cartelloni elettorali dal tenore xenofobo, presunti complotti ai danni dell’ex procuratore pubblico o dell’attuale ministro di giustizia e polizia, paragoni discutibili con il periodo fascista in Italia, episodi di violenza da parte di giovani estremisti di sinistra.

Per il settimanale tedesco “Spiegel” è stata questa la “campagna più sporca di tutti i tempi in Svizzera”. Di certo, nessun’altra campagna elettorale aveva attirato finora così tanta attenzione, ma anche perplessità e critiche, da parte della stampa internazionale.

Lunedì scorso, il “New York Times International Weekly”, supplemento pubblicato dal quotidiano americano e da altri importanti giornali mondiali, ha proposto una caricatura in cui la croce svizzera viene trasformata in una croce uncinata. Il Dipartimento degli affari esteri si è detto preoccupato per l’immagine della Svizzera nel mondo.

Attenzione monopolizzata

Mai come quest’anno, inoltre, un partito era riuscito a monopolizzare in modo così dominante una campagna elettorale.

Con conferenze stampa, dichiarazioni, attacchi, iniziative popolari sul tema prediletto degli stranieri, cartelloni, filmati pubblicati su internet, l’Unione democratica di centro (destra nazionalista) ha suscitato senza tregua reazioni e dibattiti, mettendo in secondo piano i temi degli altri partiti.

Lunedì scorso esponenti dell’UDC hanno ringraziato beffardamente gli avversari: le polemiche sui cartelloni con le pecore nere avrebbero permesso loro di raccogliere in tempo record 200 mila firme per l’iniziativa che propone di espellere tutti gli stranieri autori di reati. Questa domenica, dopo il conteggio dei voti, il maggiore partito svizzero potrà nuovamente ringraziare i suoi rivali?

Dopo i risultati ottenuti negli ultimi due anni in alcune elezioni cantonali, vari politologi prevedevano che si fosse ormai conclusa l’ascesa del partito di Christoph Blocher, iniziata nel 1991. Ma, secondo gli ultimi sondaggi, lo stile politico aggressivo dell’UDC sembra essere ancora pagante in termini elettorali.

Emorragia bloccata?

Un altro interrogativo di primo piano riguarda i due schieramenti politici di centro. Il Partito liberale radicale e il Partito popolare democratico ruisciranno a bloccare l’emorragia di voti in corso, senza freno, dal 1979? In base ai sondaggi, dopo aver toccato il fondo 4 anni fa, i popolari democratici potrebbero rimbalzare in questo scrutinio, superando i radicali.

In tal caso, la vera posta in gioco di queste elezioni potrebbe essere la futura composizione del Consiglio federale. In dicembre o nel corso della legislatura i radicali si vedranno probabilmente costretti a cedere una poltrona governativa al PPD.

Sul fronte della sinistra l’incognita maggiore concerne le dimensioni della prevista progressione dei Verdi, che dovrebbero conoscere quest’anno una seconda primavera sull’onda delle minacce climatiche. A farne le spese rischiano di essere soprattutto i socialisti, i cui cavalli di battaglia tradizionali sono penalizzati da una situazione economica “troppo” rosea.

Interesse della Quinta Svizzera

Le elezioni parlamentari stanno suscitando un interesse crescente anche da parte delle folte comunità di svizzeri dell’estero. Quest’anno ben 44 rappresentanti della Quinta svizzera hanno presentato la loro candidatura, un numero tre volte più grande di quello del 2003.

Anche la partecipazione al voto non dovrebbe essere di molto inferiore a quella dell’elettorato residente in Svizzera. Secondo l’Organizzazione degli svizzeri dell’estero, dal 30 al 50% dei 110’000 espatriati iscritti nei registri elettorali prendono parte a elezioni e votazioni federali.


swissinfo, Armando Mombelli

Per la prima volta, le elezioni parlamentari svizzere sono state seguite anche da osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

Lo scopo di questa missione non è di sorvegliare l’andamento regolare dello scrutinio, ma di acquisire delle conoscenze da utilizzare nello sviluppo di giovani democrazie nell’area dell’OSCE.

Il capo della delegazione, l’americano Paul DeGregorio, ha tuttavia criticato due aspetti del sistema elettorale svizzero: la mancanza di trasparenza nel finanziamento dei partiti e il fatto che il voto degli svizzeri dell’estero non giunge sempre in tempo per essere scrutinato.

Unione democratica di centro: 26,7% (27,3% nell’ultimo sondaggio elettorale)

Partito socialista: 23,3% (21,7%)

Partito liberale radicale: 17,3% (15,5%)

Partito popolare democratico: 14,4% (15,4%)

Partito ecologista svizzero: 7,4% (10%)

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