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Elezioni 2003: tanti schiamazzi, pochi contenuti

E proprio lunedì, nuovo manifesto dei socialisti per sottolineare il loro patriottismo Keystone

Tra attacchi personali a suon di manifesti pubblici e slogan a rischio razzismo, i toni della campagna elettorale si fanno aspri. Poca però l’attenzione riservata alle questioni di fondo.

Nuovo modo di far politica o semplicemente prime nervose schermaglie di un dibattito appena iniziato?

I cittadini svizzeri sono preoccupati. Secondo l’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Gfs, l’inquietudine proviene in modo particolare dal traballante futuro delle assicurazioni sociali e del sistema pensionistico.

Ma continuano a creare numerosi grattacapi pure l’incerto andamento congiunturale ed il conseguente incremento della disoccupazione. I temi per i partiti, in piena campagna elettorale, non mancano. O meglio, non mancherebbero.

Gli svizzeri ed “i negri”

Al momento non sono però la politica economica o il delicato funzionamento delle istituzioni a dominare la scena. Tutt’altro: l’agenda politica estiva è piuttosto segnata da accuse, controaccuse, attacchi personali e manifesti provocatori.

Alcune settimane or sono, il partito socialista (PS) attaccava il ministro dell’economia democristiano, tappezzando la Svizzera con lo slogan: “In 200’000 cercano lavoro e il PPD-Deiss va in piscina”.

Nello scorso fine settimana il PPD si è poi “vendicato” criticando apertamente Moritz Leuenberger (PS), capo del Dipartimento federale dei trasporti, e denunciando gravi lacune nel settore della sicurezza aerea.

Da parte sua la sezione di San Gallo dell’UDC fa parlare di sé per un’inserzione, ancora in stato embrionale, sulla quale figura il motto “noi svizzeri siamo sempre di più i negri”. Oltre ad un’immagine di una persona con un anello al naso.

L’UE “dimenticata”…

Sul modello di ciò che da anni accade in altri paesi europei, sembra dunque che il dibattito si stia personalizzando ed inasprendo. Inabituale per la solitamente compassata politica federale. Tanto che Jacques Pilet, editorialista del settimanale romando “L’Hebdo”, intravede “quasi un segno della normalizzazione della Svizzera”.

Si può dunque già parlare di nuova tendenza? “Siamo ancora lontani dalle elezioni”, dice la politologa Sibylle Hardmeier. “È dunque presto per dirlo. Presumo tuttavia che alla fine anche questa campagna, iniziata con toni più accesi rispetto al passato, rientrerà nel solco della tradizione”.

Eh già, ma con le prossime elezioni federali la posta in gioco aumenta: la stessa mitica formula magica potrebbe avere …i mesi contati. Basta ciò per spiegare il crescente nervosismo?

No, secondo Jacques Pilet. “Questi attacchi sono pure un riflesso delle inquietudini degli svizzeri. In un clima di malessere diffuso, i partiti sentono il bisogno di inasprire le accuse e di dar vita a polemiche. Si tratta tuttavia anche di un modo per evitare i veri dibattiti. Per esempio, oggi nessun partito evoca la questione essenziale: le relazioni future con l’UE. È stupefacente”.

Controproducente?

“La nostra cultura politica, è segnata dalla ricerca del compromesso, del consenso”, rileva Sibylle Hardmeier. Valori ai quali molta gente continua a credere. “E dunque possibile che gli elettori decidano di punire chi abuserà di uno stile troppo aggressivo”.

Un punto di vista condiviso pure da Jacques Pilet. “Si tratta di un atteggiamento ispirato dai consiglieri mediatici dei partiti e dalle agenzie pubblicitarie. Ma ritengo che la popolazione non ami questo modo di far politica”.

Ciononostante proprio UDC e PS, i due partiti che maggiormente hanno fatto la voce grossa nel recente passato, continuano ad essere in testa nei sondaggi elettorali. E ad occupare le prime pagine dei giornali. A proposito, qual è il loro ruolo in questo “degrado”?

“I media stanno tematizzando la campagna elettorale al posto dei suoi temi”, accusa Sibylle Hardmeier. “Certo, si può rimproverar loro una certa superficialità”, risponde Jacques Pilet. “Ma la responsabilità principale va ai partiti. Sono loro che, in questo momento, decidono di non affrontare i problemi concreti”.

Un ulteriore dibattito aperto. La corsa verso il rinnovo delle Camere federali del 19 ottobre è ormai lanciata…

swissinfo, Marzio Pescia

Secondo l’ultimo sondaggio del SonntagsBlick, l’UDC, con il 25.3% dei voti, rimane il principale partito svizzero;
Seguono il PS (23%), il PLR (19%) ed il PPD (14.3%);
Il rinnovo delle Camere federali è previsto per il prossimo 19 ottobre;
Per la prima volta dal 1959 (!) sembra in gioco pure la composizione del governo;
La suddivisione dei seggi tra i partiti in Consiglio federale è invariata da 44 anni;
Una composizione chiamata anche “la formula magica”: 2 PLR, 2 PPD, 2 PS, 1 UDC.
Una composizione con i mesi contati?

Le elezioni delle due Camere federali (Consiglio Nazionale e Consiglio degli Stati) sono in programma per il prossimo 19 ottobre.

Un appuntamento che potrebbe rimescolare le carte anche per quel che riguarda la composizione del governo (Consiglio federale), invariata da ben 44 anni. Le nuove Camere eleggeranno il nuovo esecutivo in dicembre.

In questa fase introduttiva della campagna elettorale dominano soprattutto slogan pubblicitari ed azioni mediatiche, anche discutibili.

Soprattutto l’Unione democratica di centro (UDC) ed il Partito socialista (PS), i 2 partiti più forti al momento, stanno occupando le prime pagine dei giornali con azioni di questo tipo.

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