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Esperti svizzeri in Pakistan

L'inverno è alle porte è centinaia di migliaia di persone sono senza tetto in Pakistan e in India Keystone

Un gruppo di esperti svizzeri è arrivato in Pakistan per valutare l'impatto del terremoto e stabilire quali aiuti supplementari sono necessari.

L’unità d’intervento rapido della Direzione elvetica per lo sviluppo e la cooperazione è composta di sette esperti nel campo delle costruzioni, dell’acqua e della medicina.

«Questa mattina abbiamo fatto una prima valutazione con i nostri partner per lo sviluppo già presenti in Pakistan», dichiara a swissinfo Andreas Stauffer, portavoce della Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC). «Abbiamo discusso quale tipo di aiuto è più utile».

«Quello che viene richiesto con maggior urgenza sono tende resistenti al vento». Per le vittime del terremoto, la Svizzera ha già stanziato un milione di franchi (650’000 euro).

La scossa tellurica di sabato ha raggiunto la magnitudo di 7,6 gradi sulla scala Richter. Il numero delle vittime potrebbe superare le 30’000 unità.

Andreas Stauffer ritiene però che sia ancora troppo presto per dare delle cifre definitive. «È molto difficile farsi un’idea. Un giornale parlava di 40’000 morti, ma è difficile dare un giudizio».

Aiuto svizzero

Il gruppo di esperti elvetici è arrivato a Islamabad alle sei di lunedì mattina (ora locale). Proseguirà per Muzaffarabad, il capoluogo della parte pakistana del Kashmir.

L’area intorno a Muzaffarabad è stata la più colpita ed è confrontata ad una drammatica penuria di cibo, acqua e medicinali.

«È una regione montagnosa. Quando saremo lì potremmo valutare quali sono i problemi maggiori», dichiara Stauffer. Il portavoce della DSC aggiunge di essere molto soddisfatto della collaborazione e del sostegno dimostrati nei confronti del gruppo.

«Abbiamo il sostegno delle autorità, dell’ambasciata svizzera, dei nostri partner locali e dell’ufficio della DSC». Stando alle informazioni di Stauffer, al momento servono soprattutto tende, medicinali, lenzuola e coperte. La DSC starebbe valutando cosa può essere acquistato sul posto e cosa è invece necessario inviare dalla Svizzera.

Disperazione

Negozianti di Muzaffarabad che tentano di contrastare gli atti di sciacallaggio e famiglie affamate che si stringono nelle tende in attesa di assistenza e provviste: sono le immagini del lunedì seguente al più devastante terremoto della storia del Pakistan. La scossa ha raso al suolo interi villaggi, seppellito le strade sotto montagne di macerie e messo fuori gioco la rete di approvvigionamento elettrico.

Le Nazioni unite stimano che il terremoto abbia fatto più di 2,5 milioni di senzatetto. Ora, ammoniscono i medici, c’è il rischio d’epidemie se non ci sarà un incremento degli aiuti. Dal canto suo, Andreas Stauffer non ritiene immediato il rischio della diffusione di malattie.

«Abbiamo fatto un sopralluogo in questa regione e non abbiamo trovato difficoltà. Fino a quando si beve acqua in bottiglia non vedo problemi, almeno per il momento».

Da solo, il Pakistan non è in grado di rispondere all’emergenza venutasi a creare dopo la scossa tellurica. Per questo il suo presidente, Pervez Musharraf, ha lanciato un appello alla comunità internazionale, affinché metta a disposizione tende, coperte, elicotteri da trasporto e medicine.

Per il momento l’offerta più generosa è arrivata dagli Stati uniti, che hanno promesso 50 milioni di dollari in aiuti immediati e alla ricostruzione.

swissinfo, Thomas Stephens
(traduzione, Doris Lucini)

Sabato 8 ottobre un terremoto di magnitudo 7,6 (scala Richter) ha devastato parte del Pakistan.
Le stime parlano di 20’000-30’000 morti, la maggior parte dei quali nelle regioni montagnose del nord (Kashmir pakistano).
Colpiti anche i paesi vicini: India (più di 800 morti) e Afghanistan (4 morti).

Lunedì un gruppo di esperti svizzeri ha raggiunto Islamabad per valutare quali aiuti ulteriori possono essere inviati dalla Confederazione.

La Catena della solidarietà ha indetto una colletta in favore delle vittime del terremoto. I versamenti possono essere fatti sul conto postale 10-15000-6 con la menzione “terremoto nel Kashmir”.

Sullo stesso conto possono essere effettuati versamenti in favore delle vittime di un’altra catastrofe: l’uragano Stan che ha colpito in particolare il Guatemala (menzione: “uragano America centrale”).

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