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Estate losannese all’insegna dei giardini

Il cartellone della manifestazione Keystone

29 giardini urbani, dal 17 giugno al 17 ottobre: Lausanne Jardin 2000 è una manifestazione che si vuole culturale e politica, basata su un semplice principio: far dialogare il giardino e la città.

Chi si aspetta i nani da giardino non sarà deluso: ci sono, seppure in una versione ironica e ludica. Ma chi cerca aiuole d’Azalee o rampicanti Passiflore, troverà forse in Lausanne Jardin un sospetto di ricercatezza intellettuale. Perché la grande manifestazione, con partecipazione concorde e turistica di tutte le autorità cittadine, è da intendersi dal profilo culturale.

Dopo una prima edizione nel 1997, coronata da un notevole successo di pubblico, l’associazione Jardin Urbain (un titolo volutamente al singolare), presieduta nientemeno che dall’ex-sindaco, Yvette Jaggi, si concede un bis sontuoso, dal costo complessivo di un milione e settecentomila franchi (di cui quasi un milione di provenienza pubblica).

Ma il risultato è affascinante: il giardino viene, per ammissione dell’instancabile commissaria generale della manifestazione, Lorette Coen, “ricuperato nella sua valenza culturale e artistica, come storicamente è sempre avvenuto, con l’aggiunta di una sorta di dimensione politica, perché questa valenza culturale del giardino la abbiamo un po’ dimenticata, immersi come siamo in spazi urbanizzati”.

E allora nei quattro luoghi della manifestazione, ridisegnati e rioccupati dai progetti pervenuti all’associazione tramite un grande concorso, si gioca proprio ad interrogare il territorio urbano e a provocarlo.

Alla stazione si possono trovare vagoni ferroviari riempiti di piantine di pomodori o di papaveri (e sarà questa un’installazione sotto il segno della mobilità), su una passerella che sovrasta il quartiere del Flon (anch’esso intelligentemente giardinato) si scopre l’incontro tra una tela artificiale verde e la vegetazione appositamente istallata, al cimitero del Bois-de-Vaux ci si lascia incantare dalla raccolta di lapidi in disuso da cui si diparte una sinfonia di melodie e rumori ambientali concepita dal duo musicale Francioli-Bourquin (Les Nouveaux monstres).

Tutto questo per un totale di 29 progetti, concepiti e realizzati da 9 équipes romande, 3 svizzero-tedesche, una ticinese e cinque d’altri paesi europei (tra cui l’Italia).

Le installazioni saranno visitabili per tutta l’estate, nel corso della quale si trasformeranno e arricchiranno naturalmente, mentre la visita sarà ravvivata da guide specializzate e avvenimenti culturali collaterali.

I nani da giardino ci sono (sono da cercare sui tetti, in un’installazione visibile dall’Esplanade di Montbenon), ma non saranno certo l’unica attrattiva di Lausanne Jardin 2000.

Pierre Lepori

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