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Ex dirigenti di Swissair «incompetenti» e «miserabili»

I procuratori pubblici Christian Weber (a sinistra) e Ralph Ringger non hanno usato parole dolci nei confronti degli ex dirigenti Swissair Keystone

Durante il primo giorno della ripresa del processo Swissair, la procura ha usato parole forti per qualificare l'operato degli ex dirigenti dell'aviolinea elvetica, accusati di essere i responsabili diretti del tracollo.

Secondo l’accusa, gli ex membri del Consiglio di amministrazione non hanno saputo captare i vari segnali di allarme, mostrandosi al contrario indecisi e «disperati».

Nella sala del Tribunale distrettuale di Bülach (Zurigo), dove giovedì è ripreso il processo Swissair, il procuratore pubblico Christian Weber ha utilizzato parole molto dure nei confronti degli ex responsabili ed amministratori della defunta aviolinea di bandiera elvetica.

Weber ha parlato di una gestione «pietosa», di un Consiglio di amministrazione (Cda) non qualificato e di una direzione che ha fallito in maniera imperdonabile.

«In che modo l’inimmaginabile è potuto accadere e chi ne è responsabile?», si è chiesto il procuratore all’inizio della sua requisitoria.

Beati ottimisti dagli occhi chiusi

Secondo Weber, né gli attentati dell’11 settembre a New York né «la cattiva UBS» sono all’origine del crollo di un’azienda un tempo fiorente. La causa del fallimento è il dilettantismo dei suoi dirigenti: la crisi non è venuta in una notte, ma è stata la conseguenza della debolezza della direzione.

A numerose riprese, il Cda ha ignorato i segnali d’allarme e invece di agire in maniera decisa si è mostrato sempre più disperato, prima di capitolare.

«Il tracollo di Swissair è l’opera desolante di una squadra di beati ottimisti che hanno chiuso gli occhi di fronte alla realtà e che hanno poi intrallazzato per dissimulare gli errori», ha detto senza mezzi termini il procuratore.

«La buona volontà non è una giustificazione»

Il Cda ha gravemente infranto gli obblighi fissati dalla legge. Il processo di un fallimento i cui debiti sono ammontati a oltre 16 miliardi di franchi si concentra così su atti condannabili che hanno avuto importanti conseguenze socioeconomiche. I top manager hanno commesso «atti criminali» per nascondere la gravità della situazione, ha detto Christian Weber.

Il fatto che alcuni accusati abbiano dichiarato di aver agito al meglio delle loro possibilità non li scagiona: «La buona volontà non è affatto una giustificazione», ha sottolineato Weber.

In relazione ai punti concreti dell’atto d’accusa, il procuratore Hanspeter Hirt ha dal canto suo rimproverato gli accusati di aver accettato il versamento di 150 milioni di euro a Sabena, quando era invece chiaro che la compagnia belga sarebbe comunque fallita. Ha poi accusato i manager di aver volutamente abbellito i bilanci, liberando anche riserve occulte.

Un unico gesto di solidarietà

Hirt ha in seguito ribadito le gravi colpe sulle spalle dei membri di primo piano del Cda di SAirGroup, come l’ex numero uno di Credit Suisse Lukas Mühlemann, il patron di Holcim Thomas Schmidheiny o l’ex direttore di economiesuisse Andres Leuenberger.

«Anche su Mario Corti, sebbene fosse entrato nel Cda del gruppo Swissair solo nel 2000, pesano pesanti responsabilità, perché come capo delle finanze della Nestlé aveva conoscenze approfondite», ha affermato Hirt.

Sull’altro fronte il magistrato ha tenuto conto del milione di franchi versato da Vreni Spoerry, ex senatrice radicale e membro del Cda, al fondo per i dipendenti Swissair in difficoltà: «Anche altri membri dell’organo di sorveglianza si trovano in buone condizioni finanziarie, ma non si è saputo di gesti analoghi».

«Un pagamento di questo tipo alle persone danneggiate conta molto di più delle giustificazioni sentite da altri in aula», ha aggiunto. Pure minore è la colpa da attribuire a Gerhard Fischer, rimasto solo per un anno nel Cda di SAirGroup. «Non irrilevante» è invece la responsabilità di Antoine Höfliger, nel Cda dal 1978 al 2001.

La requisitoria del Ministero pubblico durerà ancora due giorni. Le pene richieste saranno probabilmente presentate lunedì 19 febbraio. Poi sarà il turno delle difese, che avranno tempo fino al 9 marzo per esporre la loro versione dei fatti.

swissinfo e agenzie

Il processo davanti al Tribunale distrettuale di Bülach si è aperto il 16 gennaio e si protrarrà sino al 9 marzo.

Le audizioni dei 19 imputati si sono concluse il 5 febbraio.

I dibattimenti sono pubblici e si svolgono nella sala comunale di Bülach in grado di ospitare fino a 1’500 persone.

Dal 15 febbraio la corte sta ascoltando le arringhe del pubblico ministero e della difesa.

Il giorno della lettura della sentenza non è ancora stato fissato.

L’atto di accusa riempie 100 pagine, gli atti giudiziari 4’150 classificatori.

Per istruire la causa, il pubblico ministero zurighese ha lavorato 40’000 ore, interrogato oltre 300 persone e disposto la perquisizione di 20 abitazioni.

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