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“Ci rivediamo tra 20 anni!”

La Fête des vignerons
Il pubblico saluta la Fête des vignerons in occasione dell'ultima rappresentazione dello spettacolo di domenica a Vevey. Keystone / Jean-christophe Bott

Dopo 20 rappresentazioni, 355’000 biglietti venduti e più di un milione di visitatori, la grande festa di Vevey si è conclusa in apoteosi con un grande successo popolare. L'unico neo: un’edizione deficitaria dal profilo finanziario.

“Non aspettate 20 anni per fare la festa”, ha proposto domenica il regista Daniele Finzi Pasca, mentre calava il sipario nell’arena temporanea per 20’000 spettatori costruita sulla Piazza del mercato di Vevey. Con canzoni, campanelli, applausi e tante lacrime di comparse e spettatori di tutte le età, l’ultima rappresentazione della 12a Fête des Vignerons ha raggiunto il culmine dell’emozione. “Ho pianto tutto il giorno”, ha dichiarato una partecipante all’uscita, incapace di credere che tutto sia finito dopo un anno di dure prove e tre settimane di esibizioni.

Attraverso le tempeste

Nessuna nota stonata al momento di trarre un primo bilancio: una rara unanimità emerge da questa edizione contrassegnata da un fervore popolare che ha battuto tutti i record. Mai prima d’ora così tanti spettatori hanno partecipato all’evento, il più frequentato della storia della Fête des Vignerons, iniziata nel 1797.

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In 25 giorni di feste, più di un milione di visitatori è affluito a Vevey. Dei 20 spettacoli in programma, più una prova aperta al pubblico, 18 si sono svolti il giorno e l’ora previsti e solo tre hanno dovuto essere rinviati a causa del maltempo. In totale sono stati venduti 355’000 dei 420’000 biglietti disponibili.

Grazie a temperature piuttosto alte in queste tre settimane, gli spettacoli notturni hanno registrato un tasso di partecipazione del 94%: “Questo va ben oltre le nostre aspettative”, ha commentato il presidente François Margot. “Per contro, gli spettacoli diurni, proposti soprattutto per permettere di tornare a casa lo stesso giorno anche agli spettatori venuti da lontano, hanno avuto un tasso di affluenza solo del 72,5%, ben al di sotto delle nostre aspettative”.

Infine, circa 400’000 telespettatori hanno visto il Festival sul piccolo schermo, senza contare quelli di TV 5 Monde del 5 agosto, che non sono stati ancora conteggiati. 

Nessuna garanzia di deficit

Con 65’0000 biglietti invenduti, gli organizzatori si vedono confrontati con un disavanzo finanziario. È quasi sicuro che il budget di 100 milioni di dollari non sarà coperto. Eppure, l’ultimo giorno centinaia di persone hanno fatto la fila all’ingresso per comprare un biglietto, ma invano.

In mancanza di una garanzia di deficit da parte del cantone di Vaud o della città di Vevey, le speranze politiche sono scarse. Tuttavia, tutto il Cantone e la regione di Vevey beneficeranno di ricadute positive a livello di immagine.

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Grande copertura mediatica

Effetti positivi sono attesi soprattutto per il turismo nella regione, grazie all’accreditamento di 1001 giornalisti e fotografi, metà dei quali stranieri provenienti da tutto il mondo. Erano presenti anche numerosi importanti media come il New York Times, CNN, The Guardian, TF1, ecc. La BBC ha persino dedicato alla Fête des vignerons un programma di mezz’ora, in cui un giornalista si era travestito da storno per mescolarsi alle comparse.

Rispetto all’ultima edizione del 1999, anche la mentalità è cambiata: il 70% degli spettatori è arrivato a Vevey con i mezzi pubblici (FFS, autobus, battello) e i visitatori hanno lasciato il 36% di rifiuti in meno rispetto a 20 anni fa. Forse il risultato migliore del Festival è stato quello di promuovere la coesione nazionale. E questo non ha un prezzo.

Traduzione di Armando Mombelli

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