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Federalismo: maggiore chiarezza da Fiesole?

Villa Schifanoia, sede fiesolana della cattedra sul federalismo. none

Il 40% della popolazione mondiale vive in un paese con strutture federaliste. In Svizzera il federalismo ha garantito pace e benessere, ma è un sistema senza falle? E la fortuna elvetica è riproducibile?

La Confederazione sostiene una cattedra di studio all’Istituto universitario europeo di Fiesole presso Firenze.

Nella primavera di quest’anno è partito un impegno particolare per la Svizzera universitaria: con una cattedra sul federalismo, istituita presso l’Istituto europeo di Firenze/Fiesole, la Confederazione promuove i contatti con il mondo accademico europeo.

«È una grossa opportunità, perché l’istituto di Firenze è una centrale europea del pensiero», sottolinea Arnold Koller, ex-consigliere federale e presidente della Conferenza internazionale sul federalismo, svoltasi a San Gallo nel 2002. «La Svizzera è per sua natura fuori da molti circuiti, perché è esterna al sistema politico europeo, ma questo è un contributo che ritengo importante», continua Koller.

Con il federalismo si propone dunque all’Europa degli specialisti «un tema che la Svizzera conosce bene», aggiunge Isabella Brunelli dell’Ufficio federale dell’educazione e della scienza.

Federalismo discusso

Con le vacanze estive è finito il primo semestre di insegnamento. La cattedra è stata inaugurata dal giovanissimo studioso ginevrino Alexander H. Trechsel. A 32 anni, il politologo ha aperto le sessioni di studio seguendo una traccia internazionale.

Il federalismo non è infatti prerogativa svizzera, è il messaggio centrale che sembra scaturire dal programma proposto dal docente uscente. E in definitiva ben il 40% della popolazione mondiale vive in un paese a statuto federalista.

Sempre più – come nel caso dei Balcani – si cerca di risolvere dei conflitti armati con delle soluzioni che prevedono appunto una divisione del potere su più livelli. Già prima del suo frazionamento l’ex-Iugoslavia era un paese federale, per questo ora è importante ricalibrare gli equilibri per garantire un futuro in pace.

Oltre all’Ex-Iugoslavia, nel semestre trascorso si è parlato anche di prospettive per il federalismo europeo, di decentralizzazione in America latina e rispetto delle minoranze attraverso la concessione di diritti e responsabilità.

Ma il tema non è semplice: «Già con la terminologia abbiamo delle difficoltà», afferma Koller. Dalla Lega nord italiana agli ambienti istituzionali del Regno unito, passando anche per Francia, il termine ‘federalismo’ assume innumerevoli connotazioni diverse tra loro. E non sempre il significato che vi si intravede è recepito positivamente.

Continuità all’avventura

Per un periodo di prova di due anni la Confederazione sostiene il lavoro di alcuni professori che, a turno, approfondiranno dei temi legati al federalismo presso l’Istituto europeo. Per Isabella Brunelli, si tratta di un’avventura importante, ma dal futuro incerto: «Al termine della fase di lancio ci sarà un’attenta valutazione dei risultati del nostro impegno».

Ma i primi frutti sembrano incoraggianti. Arnold Koller, che come docente universitario e politico si è occupato da vicino del tema, ha partecipato ad una giornata di studi speciale a inizio giugno, voluta come inaugurazione ufficiale della cattedra. E il suo giudizio è positivo: «Si è visto come anche nell’Unione europea il tema è rientrato di prepotenza nel campo degli interessi. E con questa iniziativa abbiamo la possibilità di presentare la nostra esperienza».

Non si intende però affermare che la Svizzera è un buon modello e cospargere di complimenti politica e istituzioni: «Piuttosto dobbiamo dimostrare come anche noi siamo costretti continuamente a riflettere sul nostro sistema». Koller pensa qui alla nascita del 26esimo cantone, il Giura, negli anni Settanta e alla nuova perequazione finanziaria che dà filo da torcere a molti, perché cuore della convivenza interna del paese.

Nel semestre invernale sarà il professore bernese Jürg Steiner a succedere a Alexander H. Trechsel. Dopo il giovane studioso, segue dunque una personalità affermata. «Si è partiti bene e spero che la cattedra abbia un futuro e si confermi come un importante contributo svizzero alla riflessione su un problema che tocca non solo l’Europa», conclude Arnold Koller.

swissinfo, Daniele Papacella

Dal marzo 2003 l’Istituto internazionale europeo di Fiesole/Firenze, ospita una cattedra sul federalismo sostenuta dalla Confederazione. Si tratta di una delle più prestigiose istituzioni europee di studio e ricerca in economia, legge, storia e scienze sociali.

Il progetto è nato grazie all’impegno dell’Ambasciata svizzera di Roma e ha trovato immediatamente sostegno a Berna e presso i responsabili dell’Ateneo postuniversitario europeo.

La Svizzera ha una lunga esperienza nella realtà politica, ma anche nello studio del sistema federale. Con la cattedra, che ospiterà ogni semestre un altro esperto, la Svizzera trova un aggancio al centro di studi europeo.

La Confederazione, in particolar modo attraverso l’agenzia di promozione dell’immagine Presenza Svizzera, sostiene già tre altre cattedre universitarie a Strasburgo (Francia), Limerik (Irlanda) e Uppsala (Svezia).

In tutti i casi si tratta di promozione della conoscenza e dello studio del paese delle Alpi in ambito internazionale.

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