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Cartellino rosso a corruzione e partite truccate

Pascal Muller/EQ Images

Sede di 65 federazioni sportive internazionali, la Svizzera si sente chiamata a dare il buon esempio nella lotta contro la corruzione e le manipolazioni delle competizioni sportive. Le nuove misure proposte dal governo sono state ben accolte, ma ad alcuni appaiono troppo estese.

In un rapporto pubblicato lo scorso 7 novembre, l’Ufficio federale dello sport considera “insufficienti” gli strumenti adottati finora dalle diverse federazioni sportive per combattere la corruzione nello sport e auspica un rafforzamento delle misure di prevenzione.

Secondo il rapporto, le federazioni devono innanzitutto intensificare la lotta contro la corruzione nei propri ranghi, introducendo sistemi di “good governance” armonizzati e vincolanti a tutti i livelli dello sport organizzato. Anche lo Stato è chiamato a fare la sua parte, adeguando i suoi dispositivi giuridici e intensificando la cooperazione internazionale.

“La posta in gioco non è rappresentata unicamente dall’integrità dello sport, ma anche dalla reputazione della Svizzera in quanto sede di numerose federazioni sportive internazionali”, sottolinea il governo. In vista di una possibile candidatura della Svizzera per le Olimpiadi invernali del 2022, il ministro dello sport Ueli Maurer si è espresso in favore di una strategia di “tolleranza zero”.

Reazioni contrastanti

Le conclusioni del rapporto soddisfano il deputato socialista Carlo Sommaruga, che nel 2010 aveva inoltrato un’iniziativa parlamentare per rafforzare la lotta contro la corruzione nello sport. “Il rapporto evidenzia come la corruzione e le partite truccate siano problemi ricorrenti, che hanno un impatto negativo sulla immagine dello sport. Ora la cosa più importante è però di agire”, ha dichiarato Carlo Sommaruga.

Il rapporto suscita invece reazioni contrastanti da parte di Roland Büchel, deputato dell’Unione democratica di centro, che ha presentato a sua volta nel 2010 una mozione parlamentare sullo stesso tema.

“Siamo già in ritardo di un anno. Il rapporto non è inoltre abbastanza radicale. In generale, la parte che riguarda la corruzione non è trattata così bene come i capitoli relativi alle partite truccate”, ha affermato Büchel. A suo avviso, la sezione relativa alla FIFA (Federazione internazionale delle associazioni di football) sembra essere stata scritta dal servizio di relazioni pubbliche della stessa FIFA.

Misure legali

Diversi giuristi dell’Ufficio federale dello sport e del Dipartimento della giustizia stanno già esaminando una serie di modifiche legislative auspicate dal rapporto. Attualmente i tribunali svizzeri si occupano di casi di corruzione privata, solo se viene inoltrata una denuncia da parte di un individuo, una società o un gruppo.

Gli esperti stanno quindi valutando le possibilità d’integrare i casi di corruzione privata nel Codice penale, affinché vengano perseguiti automaticamente. Questo cambiamento segue le raccomandazioni del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d’Europa. La nuova normativa anticorruzione dovrebbe inoltre essere applicata anche per i membri delle federazioni e associazioni sportive.

Il mese scorso sono stati assolti tre calciatori svizzeri accusati di frode nell’ambito di una delle più grandi reti specializzate in partite truccate, venuta alla luce finora in Europa. Secondo gli esperti, il procedimento a loro carico si sarebbe concluso diversamente se fosse già stata colmata una lacuna giuridica, introducendo un nuovo reato di “frode sportiva”.

Tra le altre priorità vi è inoltre la revisione della legislazione nazionale per combattere le scommesse illegali e le manipolazioni delle partite. I giuristi avranno tempo fino alla fine del prossimo anno per presentare delle modifiche specifiche, che saranno poi sottoposte all’approvazione del Parlamento.

Possibili opposizioni

Secondo gli osservatori, le federazioni internazionali non dovrebbero opporsi alle modifiche previste. “La sola possibilità per evitarle sarebbe di trasferire la loro sede in un altro paese. Ma incontreranno difficoltà a trovare condizioni migliori di quelle di cui beneficiano in Svizzea”, ha dichiarato Jean-Loup Chappelet, esperto di gestione delle organizzazioni sportive presso l’Istituto di alti studi di amministrazione pubblica (IDHEAP) di Losanna.

Alcune resistenze contro le nuove misure di lotta alla corruzione potrebbero però provenire da aziende private, come pure da piccole associazioni sportive, culturali o religiose, che rischiano di essere sottoposte a loro volta alla nuova normativa legale e che temono interferenze da parte dello Stato. “Vi è il rischio che il dibattito venga strumentalizzato per rallentare un processo ormai inevitabile”, ha fatto notare Sommaruga.

Vasta portata

Per Mark Pieth, esperto svizzero di lotta alla corruzione, si tratta di un rapporto di “vasta portata”. Il presidente del Comitato indipendente per la governance della FIFA, incaricato di formulare delle raccomandazioni per ripulire l’organo dirigente del calcio mondiale, teme tuttavia che le autorità introducano misure troppo estese ad altri settori, con il rischio di compromettere gli obbiettivi perseguiti.

“Abbiamo bisogno di norme anti-corruzione per i funzionari sportivi, ma avrei preferito un approccio più ristretto, ossia limitato alle 65 federazioni internazionali che hanno sede in Svizzera”, ha dichiarato Pieth.

A detta dell’esperto, le autorità dovrebbero impegnarsi altrettanto sul piano normativo. “Idealmente, un tale progetto dovrebbe integrare anche regolamenti finanziari, regole deontologiche e norme sul conflitto di interessi. Coloro che non soddisfano tali requisiti non possono essere accettati, dal momento che rappresentano un rischio per la Svizzera. Un po’ come in ambito bancario”.

Statuto criticato

Il nuovo rapporto rappresenta in ogni caso un cambiamento radicale di direzione per le autorità svizzere. Secondo alcuni osservatori, finora avrebbero trattato con troppa condiscendenza le federazioni sportive internazionali basate in Svizzera.

In virtù del loro statuto di semplice associazione, le federazioni possono gestire tranquillamente i loro affari, senza correre il rischio di veder intromettersi le autorità elvetiche.

“Non è normale che organizzazioni sportive multimiliardarie possano disporre dello stesso statuto di un associazione di jodel di un villaggio di montagna svizzero”, sostiene Büchel.

Nel corso degli ultimi dieci anni si sono comunque rafforzate notevolmente le pressioni esterne per reprimere la corruzione nello sport. “Fino al 2000 era tutto possibile: tangenti o commissioni nascoste. Non erano illegali in Svizzera e altrove “, ha fatto notare Chappelet. “Ma dal 2000 l’OCSE, il Consiglio d’Europa e delle Nazioni Unite hanno deciso di applicare nuove regole. Anche la Svizzera non può fare altro che cambiare”.

Nel 1915 il Comitato olimpico internazionale (CIO) si è trasferito da Parigi a Losanna.

Da allora altre 64 organizzazioni e federazioni sportive internazionali hanno preso sede in Svizzera.

Il maggior numero si trova nel Cantone di Vaud, che ospita una ventina di federazioni sportive internazionali. Oltre al CIO, vi sono tra l’altro il Tribunale arbitrale delle federazioni sportive, l’UEFA e le federazioni internazionali di ginnastica, ciclismo e pallavolo.

A Zurigo ha sede invece la FIFA e la federazione internazionale di hockey su ghiaccio, a Ginevra la federazione internazionale di basket e a Oberhofen, nel canton Berna, quella di sci.

La Svizzera attrae queste federazioni per diversi motivi: posizione geografica, forza lavoro altamente qualificata, stabilità politica, neutralità, sicurezza, qualità della vita e condizioni fiscali e giuridiche favorevoli.

Gli organismi sportivi con sede in Svizzera godono di uno statuto di associazione. Non devono quindi registrarsi presso le autorità e pubblicare i loro conti di esercizio.

Le associazioni beneficiano inoltre di agevolazioni fiscali e di un quadro giuridico che consente loro di gestire i loro affari, senza l’intervento dello Stato. Non sono quindi nemmeno sottoposte alla legislazione anti-corruzione svizzera.

Uno studio pubblicato alla fine del 2007 ha dimostrato che gli organismi internazionali di sport hanno un impatto economico significativo: solo nel canton Vaud assicurano 1’400 posti di lavoro.

In Europa, le misure adottate per tutelare l’integrità dello sport non sono uniformi.

Nella maggior parte dei paesi, i reati nel settore dello sport sono contemplati nelle norme generali del diritto penale (ad esempio in Germania, Austria, Belgio e Finlandia).

Alcuni paesi dispongono di norme specifiche per lo sport nei loro codici penali (come Francia, Spagna e Bulgaria) o di leggi speciali per lo sport (Cipro, Grecia e Polonia).

Italia e Malta hanno una normativa specifica per i reati penali nel settore dello sport.

Traduzione di Armando Mombelli

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