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Festival della scienza e della coscienza

Hello Stranger: una delle mostre organizzate a Zurigo in occasione della Settimana del cervello. vehovar + jauslin architektur

Il "Festival Science et Cité" e la "Settimana del cervello" uniscono quest'anno le loro forze per far incontrare gli scienziati e la popolazione.

Oltre 500 manifestazioni, che ruotano attorno al tema della coscienza, sono in programma in tutta la Svizzera fino al 5 giugno.

Dal matrimonio tra scienza e cervello può nascere la … coscienza.

Un tema che forse meglio di qualsiasi altro si presta per far dialogare gli uomini di scienza e la gente comune, lo scopo principale degli organizzatori dei due eventi.

Nata nel 1998, la fondazione Science et Cité ha quale obbiettivo di radicare maggiormente la scienza nella società, con diversi progetti di sensibilizzazione. Tra questi anche il Festival, organizzato per la seconda volta dopo il 2001.

La Settimana del cervello, che ha preso avvio nel 1997, mira a far conoscere in particolare i progressi della ricerca in campo neurologico e psichiatrico, ma anche a ricordare l’importanza di questo organo.

Consapevolezza

Gli organizzatori delle manifestazioni – che si svolgeranno fino al 5 giugno, ma il cui epicentro è situato tra il 19 e il 24 maggio – intendono volontariamente giocare sul doppio senso della parola “coscienza”.

Da un lato, la coscienza come consapevolezza nei confronti delle ricerche scientifiche che hanno un impatto sempre più forte sulla società.

Da alcuni decenni, la scienza avanza a passi da gigante, lasciando dietro di se delle orme che rappresentano dei fossati difficili da sormontare per la maggioranza della popolazione.

“La popolazione deve avere maggiormente accesso alla scienza, per poter conoscere e valutare la sua portata, le sue ricadute e i suoi rischi. Ma anche gli scientifici devono poter rendersi conto dei bisogni della società, dialogando con la popolazione”, spiega Rudolf Schilling, curatore del Festival Science et Cité 2005.

Senso etico

La coscienza può essere intesa, però, anche come senso etico, un valore a cui pure la scienza deve sottostare.

La necessità di definire degli argini al dilagare delle innovazioni scientifiche si è fatta particolarmente sentire negli ultimi anni, come testimoniato dalla creazione di numerose commissioni di etica.

“È importante che anche la popolazione possa partecipare al dibattito sull’evoluzione della scienza, avanzando i suoi interrogativi, ma anche le sue critiche agli scienziati”, osserva Rudolf Schilling.

L’esperienza realizzata con la prima edizione del Festival Science et Cité ha evidenziato un grande interesse da parte della popolazione, che non nasconde i suoi timori nei confronti di non poche applicazioni scientifiche.

“La gente si interessa in particolare a quei settori della scienza che aprono nuovi orizzonti per lottare contro le più gravi malattie. Nel contempo vi sono delle ricerche che sollevano grande preoccupazione, che assomigliano a delle bombe ad orologeria”, aggiunge il curatore del Festival Science et Cité 2005.

“Pensiamo ad esempio alle sperimentazioni sul cervello: in teoria è immaginabile di cancellare con un laser gli impulsi della paura. In tal modo diventerebbe più facile spingere dei soldati ad affrontare una guerra”.

Scienza e arte

Dalle precedenti edizioni del Festival Science et Cité e della Settimana del cervello è emerso, però, che anche gli scienziati si sono dimostrati molto interessati e aperti al dialogo con la popolazione.

“Generalmente non dispongono di molte occasioni per uscire dalle loro cerchie di specialisti e confrontarsi con la gente”, sottolinea Elisabeth Veya, direttrice della Fondazione Science et Cité.

“In un certo senso, gli scenziati hanno anche un obbligo morale di ascoltare la popolazione. Per questo non vogliamo che presentino soltanto i loro lavori, ma che possano anche rendersi conto delle aspettative della gente”.

Un’occasione di incontro costituita quest’anno da ben 500 manifestazioni, tra conferenze, dibattiti, mostre, proiezioni, visite ai laboratori. E senza dimenticare neppure i concerti o gli spettacoli teatrali.

“Con la musica, il teatro e l’arte in generale vogliamo toccare non solo la ragione, ma anche i sentimenti, le sensazioni. Un modo, tra l’altro, per far capire e percepire ancora meglio i molteplici e affascinanti meccanismi del cervello”, spiega Elisabeth Veya.

swissinfo, Armando Mombelli

La Settimana del cervello si svolge dal 18 al 23 maggio, mentre il Festival Science et Cité concentra le sue attività tra il 19 e il 24 maggio (alcuni eventi sono in corso fino al 5 giugno).
Complessivamente sono in programma circa 500 manifestazioni in 19 città – conferenze, dibattiti, mostre, proiezioni, visite ai laboratori, porte aperte, concerti e spettacoli teatrali.
Il budget, pari a 4,8 milioni di franchi, è finanziato dalla fondazione Science et Cité (1,9 milioni), dall’Ufficio federale della cultura, da Pro Helvetia, dalla lotteria romanda e da privati.

Nata nel 1998, la fondazione Science et Cité è sostenuta finanziariamente dalla Confederazione, da accademie scientifiche, organizzazioni pubbliche, aziende e privati.

Il suo obbiettivo principale è di promuovere il dibattito e la comprensione reciproca tra mondo scientifico e società civile, organizzando ogni anno diverse manifestazioni in tutta la Svizzera.

La Settimana del cervello è stata fondata nel 1997 dalla European Dana Alliance for the Brain (EDAB).

Il suo scopo è di informare il pubblico sui progressi nell’ambito della ricerca sul cervello, sulle terapie delle malattie neurologiche e psichiatriche e la loro prevenzione.

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