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FFS: un cortocircuito all’origine del chaos

La lunga attesa dei passeggeri è oramai terminata Keystone

La paralisi totale della rete ferroviaria svizzera di mercoledì è stato originato da un cortocircuito, che ha provocato una reazione a catena dalla portata storica.

Nonostante qualche ritardo, la situazione per i viaggiatori è ritornata alla normalità giovedì all’alba.

In tarda mattinata, le FFS hanno comunicato che la causa del blackout è stato un cortocircuito verificatosi nel canton Uri sulla linea ad alta tensione tra Amsteg e Rotkreuz verso le 17.08.

Il guasto ha causato l’interruzione dell’erogazione in diverse centrali elettriche delle FFS e provocato una fatale reazione a catena.

L’erogazione di energia – hanno spiegato i responsabili delle FFS – si è suddivisa in due reti, nel sud del paese ve ne era troppa a disposizione, mentre nel nord troppo poca. Ciò ha provocato alle 17.45 l’interruzione totale di energia elettrica ferroviaria bloccando, sulla rete a scartamento normale nazionale, 1500 treni.

Treni in orario giovedì mattina

Giovedì mattina, i treni circolavano più o meno secondo orario, sebbene con composizioni diverse da quelle programmate e con qualche problema nel trasporto delle merci.

Per una volta, l’annuncio dello sciopero dei treni in Italia ha avuto conseguenze piuttosto positive, riducendo il traffico sull’asse nord-sud.

Dal canto suo, La Posta dovrebbe poter garantire la distribuzione in tutto il paese grazie a misure speciali, sebbene ci possono essere alcuni ritardi, ha comunicato la portavoce Liselotte Spengler.

Un blackout storico

Il più grave blackout della storia ferroviaria svizzera ha mandato in tilt nel tardo pomeriggio di mercoledì l’intera rete delle FFS fermando sulle rotaie e nelle stazioni oltre 100’000 viaggiatori.

Si è trattato di un guasto di dimensioni «assolutamente straordinarie»: con 12’000 volt invece di 15’000, l’alimentazione delle linee di contatto era insufficiente ad assicurare il funzionamento dei servizi ferroviari, ha indicato un portavoce delle FFS.

Il problema di sottoalimentazione si è poi propagato a tutta la Svizzera, interessando anche le linee della Berna-Lötschberg-Sempione (BLS). Anche i treni intercity in transito dalla Svizzera sono stati interessati dai disagi.

Assistenza ai passeggeri

La priorità assoluta è stata quella di trainare con locomotive diesel i treni rimasti bloccati in galleria, hanno indicato le FFS in una conferenza stampa improvvisata alla stazione di Berna. I passeggeri non hanno mai corso alcun pericolo.

Verso le 19.00 tutti i viaggiatori sono stati fatti scendere dai treni. A causa della panne di corrente, gli impianti dell’aria condizionata sono infatti andati anch’essi fuori uso creando gravi disagi all’interno delle carrozze, in una giornata in cui le temperature hanno superato i 30 gradi in tutta la Svizzera.

Le Ferrovie federali si sono subito attivate per ricondurre un certo numero di treni nelle stazioni con locomotive diesel e a cercare un numero sufficiente di autobus per raggiungere i passeggeri bloccati in aperta campagna. Nelle stazioni sono state distribuite bottiglie d’acqua.

Lento ritorno alla normalità

Dalle 20.00 i treni hanno ripreso a poco a poco a muoversi su alcune tratte, dapprima in Vallese in direzione di Losanna e Briga e a Zurigo, su alcuni percorsi locali. Dalle 20.45 hanno circolato di nuovo i treni sulle tratte Lucerna-Zugo-Zurigo, Lucerna-Arth-Goldau e Lucerna-Olten.

Anche se in modo soltanto parziale, il traffico è stato poi ristabilito anche sulla linea lungo la catena del Giura e su quella da Bienne a Basilea via Delémont. Altri collegamenti a nord delle Alpi sono stati riattivati a partire dalle 21.15. Alle 21.30 la corrente elettrica è stata ristabilita a pieno regime sull’intera rete ferroviaria e alle 22.00 la situazione ha cominciato a normalizzarsi.

In Ticino hanno ripreso per primi a circolare con locomotive diesel i treni regionali tra Bellinzona e Chiasso e tra il capoluogo e Locarno. La situazione si è via via normalizzata anche sulla rete della BLS. La Ferrovia retica ha annunciato ritardi attorno ai 30 minuti dalle 17.30 fino alla messa in funzione del sistema di alimentazione autonomo. In seguito tutti i treni hanno ripreso a circolare anche se con forti ritardi.

Indennizzi per i ritardi

Per il momento, le FFS non sono ancora in grado di quantificare il danno finanziario.

Un regolamento interno prevede che ogni passeggero che ha dovuto subire più di un’ora di ritardo riceva 15 franchi d’indennizzo se viaggiava in prima classe e 10 se viaggiava in secondo.

Questo farebbe sufficiente per far ammontare i risarcimenti a oltre un milione di franchi.

swissinfo e agenzie

Le ferrovie federali sono la più grande impresa di trasporto in Svizzera: ogni giorno 9 mila treni trasportano 700 mila passeggeri e altri 2’200 spostano da una parte all’altra del paese 160 mila tonnellate di merce.
Le FFS hanno un organico di 28 mila dipendenti. La loro rete ferroviaria si estende su 3 mila chilometri, per un totale di 800 stazioni. Tenendo conto delle compagnie regionali e private, parzialmente toccate dal blackout odierno, la rete ferroviaria elvetica raggiunge i 5’100 chilometri.

Mai prima d’ora c’era stato un black-out totale nel sistema di distribuzione elettrico delle Ferrovie federali svizzere (FFS). Negli scorsi anni l’elettricità è tuttavia mancata alcune volte sulle linee della Svizzera occidentale.

Da quando sono state elettrificate, le FFS gestiscono una propria rete di distribuzione. La frequenza è di 16,7 hertz, un terzo dei valori utilizzati nelle linee d’alta tensione.

Per utilizzare la corrente proveniente da centrali elettriche gestite da terzi, le FFS devono utilizzare dei trasformatori.

La segnaletica è tuttavia alimentata sia dalla rete interna delle FFS, sia dalla rete elettrica nazionale. Per questo in caso di guasto della rete FFS, le locomotive diesel possono continuare a circolare.

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