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FIFA: un quarto mandato per il «capitano» Blatter

Malgrado la tempesta, Blatter è stato rieletto per un quarto mandato alla testa della FIFA Reuters

Come previsto, Joseph Blatter è stato rieletto mercoledì presidente della FIFA. Per il vallesano il quarto e ultimo mandato alla testa della Federazione internazionale di calcio si annuncia cosparso di insidie.

Il governo del pianeta calcio sarà presieduto nei prossimi quattro anni ancora dallo svizzero Joseph Blatter, 75 anni. Riuniti mercoledì a Zurigo, 186 dei 208 delegati della FIFA hanno infatti confermato Blatter alla testa della federazione. La votazione si è svolta a scheda segreta e non per acclamazione. La piramide ha resistito poiché la sua base è solida», ha dichiarato lo svizzero dopo aver preso atto del voto.

A nulla sono valsi i tentativi della Federazione inglese di rinviare il voto, vista la «grave crisi che sta attraversando la FIFA» e il clima da resa dei conti nel quale è sprofondata dopo le recenti accuse di corruzione nei confronti di diversi suoi membri. «Molti mi hanno detto che non dovrei prendere la parola, ma un’incoronazione senza oppositori è come conferire un mandato fraudolento, chiedo il rinvio», ha affermato il responsabile della Federcalcio inglese David Bernstein. Un appello però caduto nel vuoto, poiché la proposta è stata scartata con 172 voti contro 17.

Numerosi ‘difensori d’ufficio’ di Joseph Blatter sono intervenuti alla tribuna per dire tutto il male che pensavano della proposta inglese. «Queste situazioni scaturiscono da menzogne, propagate da giornali che mentono piuttosto di dire la verità. Gli insulti, i problemi, provengono sempre dallo stesso posto: l’Inghilterra», ha dichiarato Julio Grondona, presidente della federazione argentina. «Sono imbarazzato che l’Inghilterra si comporti così; se c’è un paese che trae profitto dal calcio questo è l’Inghilterra. L’Inghilterra non deve distrarci, l’agenda deve essere rispettata, è questa la democrazia. Applaudiamo! No, più forte, applaudiamo il signor Blatter!», gli ha fatto eco il suo omologo del Benin Moucharafou Anjorin e apparentemente tra i più grandi sostenitori del presidente svizzero.

«Riportare la nave sulla rotta giusta»

Dopo aver negato la crisi due giorni fa, Joseph Blatter ha dal canto suo riconosciuto mercoledì che la FIFA si trova in «acque agitate», sottolineando che in quanto «capitano» tocca a lui «riportare la nave sulla rotta giusta». «Abbiamo commesso degli errori, ma sapremo prenderci le nostre responsabilità e trarre le conclusioni», ha promesso il vallesano.

Autocritica sì, ma fino a un certo punto: «Da dove viene tutto il male che c’è oggi alla FIFA? Arriva dalla popolarità del Mondiale perché l’assegnazione della Coppa del Mondo e tutto quel che ci gira intorno ha causato un’ondata di accuse, sospetti e critiche che non sono mai terminate. Bisogna mettere un punto a queste voci», ha esclamato.

Scossa – è il meno che si possa dire – dai sospetti di corruzione relativi all’assegnazione dei Mondiali 2018 e 2022 a Russia e Qatar, la federazione internazionale di calcio sta attraversando probabilmente la peggior crisi della sua più che centennale storia (fu fondata nel 1904 a Parigi). Una crisi che se non sarà risolta al più presto potrebbe minare le fondamenta dell’edificio. I principali sponsor, che sostengono la FIFA a suon di decine di milioni, hanno espresso la loro «preoccupazione» per quello che sta accadendo.

Anche a livello di federazioni nazionali, mercoledì non sono mancate le voci critiche. La Federazione tedesca, ad esempio, ha chiesto di riesaminare le condizioni in cui è stata assegnata l’organizzazione del Mondiale 2022 al Qatar.

«Ci sono numerosi punti oscuri che non possiamo semplicemente accontentarci di ignorare», ha dichiarato il presidente della Federazione tedesca Theo Zwanziger.

La confederazione asiatica, il cui presidente Mohammed Bin Hammam ha rinunciato a presentare la sua candidatura contro Blatter ed è stato sospeso domenica, poiché sospettato di corruzione, ha dal canto suo alzato i toni. «Faremo sentire la nostra voce. Bin Hamman è stato un grande dirigente per l’Asia. Quello che ha fatto la FIFA non è stato fair-play», ha dichiarato il nepalese Ganesh Thapa.

Promesse di riforme

Accogliendo martedì i delegati della FIFA, la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey li ha esortati a «prendere sul serio» le critiche che concernono la corruzione. «È importante che le esaminiate rapidamente e che prendiate le misure necessarie per riformare il sistema decisionale – ha dichiarato. Bisogna ristabilire la fiducia nell’organizzazione, non lasciate che il denaro distrugga il vostro ideale».

Un appello a procedere a delle riforme che Joseph Blatter ha colto al balzo, affermando di voler rendere le procedure di assegnazione delle Coppe del mondo più democratiche e trasparenti. «È giusto che l’attribuzione della Coppa del mondo sia una prerogativa del comitato esecutivo [sorta di governo composto di 24 membri] della FIFA? Voglio che in futuro l’organizzazione del Mondiale sia decisa dal congresso [208 membri] della FIFA. Il comitato esecutivo potrà fare delle raccomandazioni, ma la decisione incomberà al congresso», ha dichiarato Blatter.

Il vallesano ha inoltre promesso che se sarà necessario la commissione etica verrà rafforzata. Tutto però dovrà avvenire all’interno della FIFA, se necessario convocando un congresso straordinario, e non su pressione di autorità esterne, ha ancora sottolineato. Basterà per ristabilire la fiducia?

Joseph Blatter nasce il 10 marzo 1936 a Visp, nel canton Vallese.

Il suo primo incarico nel mondo sportivo lo ha nel 1964, quando diventa segretario generale della Lega svizzera di hockey su ghiaccio. Nel 1972 e nel 1976 fa parte del comitato organizzativo delle Olimpiadi estive di Monaco di Baviera e di Montréal.

La sua carriera in seno alla FIFA inizia nel 1975, quando diventa direttore dei programmi di sviluppo. Dal 1981 al 1998, anno della sua elezione alla presidenza come successore del brasiliano João Havelange, Blatter ricopre l’incarico di segretario generale.

Negli ultimi anni la FIFA è stata scossa da tutta una serie di scandali. A dar il fuoco alle polveri sono nel 1998, anno della prima elezione di Blatter, John Sugden e Alan Tomlinson, con il libro FIFA and the Contest for World Football: who rules the people’s game?, seguiti nel 1999 da David Yallop, con How they stole the game. I due libri denunciano in particolare la gestione del brasiliano João Havelange.

Nel 2006 il giornalista Andrew Jennings pubblica I padroni del calcio, libro nel quale riprende parte delle critiche già contenute nei due precedenti volumi (accuse di elezioni truccate nel 1996 e nel 1998), così come accuse di corruzione legate alla società di marketing svizzera ISL (specializzata nei diritti televisivi e commerciali della FIFA), fallita nel 2001 e oggetto di un’inchiesta da parte della procura di Zugo. Le indagini si chiudono nel 2008; nessun dirigente della FIFA viene incriminato.

Nel 2006 la FIFA cerca di reagire creando una commissione etica.

L’ultimo scandalo scoppia nell’ottobre 2010, in relazione a presunte tangenti versate a membri della FIFA per l’assegnazione delle Coppe del Mondo 2018 e 2022 alla Russia e al Qatar.

Il giornale britannico Sunday Times riesce in particolare a filmare l’ex segretario generale della FIFA Michel Zen-Ruffinen che cita diversi membri del comitato esecutivo della federazione internazionale facilmente corrompibili.

Le indagini interne portano alla sospensione del nigeriano Amos Adamu e del tahitiano Reynald Temarii.

La Federazione inglese di calcio e dei politici britannici rilanciano nuove accuse nei confronti della FIFA in maggio, prendendo di mira tra gli altri Jack Warner, vicepresidente della FIFA. Le accuse si estendono in seguito anche a Mohammed Bin Hammam, candidatosi per succedere a Blatter e ritiratosi dalla corsa domenica, dopo essere stato sospeso dalla commissione etica della FIFA.

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