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Fine del dramma degli ostaggi. Salvi gli svizzeri

In ricordo delle vittime di Mosca RTS

50 ribelli ceceni e più di 100 ostaggi sono stati uccisi, quelli liberati circa 800, molti ricoverati negli ospedali.

I cinque svizzeri (o in possesso di doppia nazionalità) sono tutti salvi.

Il commando terroristico guidato da Movsar Baraiev, che da tre giorni minacciava di morte più di 800 persone a Mosca è stato fulminato all’alba di sabato dalle teste di cuoio russe. Il bilancio delle vittime è pesante, più di 100 morti, ma è stato evitato un massacro ancora peggiore. I terroristi non sono riusciti infatti a far saltare in aria l’edificio, come avevano minacciato.

Un guerrigliero e una donna con la cintura carica di esplosivo sono stati presi vivi. A Mosca è in corso la caccia ai fiancheggiatori dei secessionisti.

Il blitz è scattato stabato alle 5.30 (le 3.30 in Svizzera) dopo che erano stati uccisi dai terroristi due ostaggi. C’è stato poi un tentativo di fuga di alcuni prigionieri e allora è stato dato l’ordine di attacco.

Le teste di cuoio hanno fatto saltare un muro dietro il palcoscenico, sono penetrati attraverso il varco e hanno lanciato all’interno bombe accecanti e gas paralizzanti.

I terroristi sono stati freddati dal tiro degli assaltatori nei posti dove si trovavano, le donne non sono riuscite ad azionare l’esplosivo che avevano intorno ai fianchi né a far esplodere una bomba che si trovava accanto a una delle vedove cecene, che non ha avuto il tempo di innescarla.

Ambasciata svizzera

L’ambasciata svizzera a Mosca si occupa insieme al Consolato di cinque persone, come ha spiegato un portavoce del Dipartimento degli esteri. I cinque sono spossati da quanto accaduto e qualcuno è rimasto leggermente intossicato dai gas soporiferi usati dalle forze speciali per intontire i guerriglieri.

Si sospetta anche l’uso di gas nervino, che è letale se non si ricorre immediatamente all’antidoto e a cure ospedaliere, ma le autorità russe hanno finora smentito. Amnesty International ha chiesto un’inchiesta indipendente sulla natura dei gas utilizzati.

Per quanto riguarda le persone prese in custodia dall’ambasciata svizzera, si tratta di un cittadino di doppia nazionalità svizzero-tedesca, di due impiegati russi della società svizzera Clariant, di una donna d’origine russa con la figlioletta domiciliate a Villars-sur-Glâne (FR). La bambina – dieci anni – era stata liberata venerdì.

CICR e personale medico

Il Comitato internazionale della Croce Rossa non ha commentato l’esito della presa d’ostaggi a Mosca. L’organizzazione si è esclusivamente occupata dell’aspetto umanitario della vicenda e non è stata interpellata come intermediario neutrale tra ribelli e autorità russe.

Delegati del CICR erano comunque entrati più volte nel teatro in cui gli ostaggi erano tenuti in condizioni igieniche terribili.

Il capo della delegazione russa, Michel Minnig, aveva consegnato inoltre ai ribelli due liste con i nomi di tutti gli ostaggi stranieri e dei bambini.

Un medico e uno psichiatra svizzeri si sono messi a disposizione delle autorità russe.

Un conflitto irrisolto

Il gruppo di circa 50 combattenti ceceni affiancati da 18 donne kamikaze vedove di guerriglieri uccisi in Cecenia aveva assaltato il teatro a Mosca e tenuto in ostaggio centinaia di persone per ottenere la fine della guerra nella Repubblica Caucasica. La Cecenia dalla caduta dell’Unione Sovietica vorrebbe l’indipendenza dalla Russia.


swissinfo e agenzie

Nel blitz sono morti 50 ribelli e più di 100 ostaggi
Ferite più di 400 persone
La presa d’ostaggi è durata 2 giorni e mezzo
Usati gas tossici durante il blitz

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