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Fondi Montesinos: un’interpellanza chiede la restituzione al Perù

L'ex-capo dei servizi segreti peruviani Vladimiro Montesinos (al centro) Keystone

Un'interpellanza del consigliere nazionale socialista Remo Gysin chiede di restituire al Perù i fondi dell'ex capo dei servizi segreti peruviani Vladirmiro Montesinos, bloccati da alcuni mesi nelle banche svizzere. La richiesta è sostenuta anche da diverse organizzazioni svizzere e peruviane per i diritti umani.

Nella sua interpellanza, il consigliere nazionale socialista chiede alle autorità federali di spiegare come mai la Svizzera non si sia attivata più presto nella vicenda dei fondi Montesinos. La «Neue Zürcher Zeitung» aveva pubblicato già nel settembre del 1996 un articolo sull’implicazione di Montesinos in affari di droga e di mafia.

Nonostante ciò le banche svizzere hanno continuato ad accogliere a braccia aperte questi soldi, permettendo così alla classe politica corrotta di rimanere al potere in Perù, ha dichiarato giovedì Gysin in una conferenza stampa a Zurigo. Le autorità giudiziarie elevetiche sono intervenute soltanto lo scorso mese di novembre, quando in alcune banche di Zurigo sono stati trovati 70 milioni di dollari ascrivibili a Montesinos.

Nel frattempo, secondo quanto hanno riferito mercoledì i media peruviani, sono stati trovati e bloccati su conti di banche svizzere altri 10 milioni di dollari attribuibili a Montesinos o al suo entourage. La notizia non ha potuto essere confermata a Zurigo, dove la giudice istruttrice Cornelia Cova, titolare dell’inchiesta, giovedì non era raggiungibile.

Sostenuto da diverse organizzazioni svizzere e peruviane, Gysin chiede che i soldi bloccati in Svizzera siano resistiti al Perù, dove potrebbero essere impiegati per progetti in campo sociale e per la ricostruzione democratica dopo le elezioni dell’8 aprile.

La restituzione di questi soldi al Perù rimane tuttavia molto incerta. La procedura giudiziaria è ancora in corso e ufficialmente i fondi appartengono ancora a Montesinos, ha dichiarato Peter Stirnimann, del gruppo di lavoro Svizzera-Colombia. Una volta chiarito che si tratta di denaro di provenienza illegale, questi soldi diventerebbero di proprietà del cantone che conduce l’inchiesta, ossia Zurigo. E la sua ripartizione finale sarebbe quindi oggetto di trattative.

Stirnimann ha ricordato che un progetto di legge sulla ripartizione di fondi bloccati in simili vicende è già stata sottoposta a procedura di consultazione e si trova ora sul tavolo del Consiglio federale. Il progetto lascia però più interrogativi aperti di quanti ne risolva, ha criticato Stirnimann.

swissinfo e agenzie

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