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Foreste in fiamme: gravi catastrofi naturali?

Le foreste riescono generalmente a rigenerarsi nel giro di pochi anni dopo un incendio Keystone

L'incendio più grande degli ultimi 30 anni in Svizzera ha distrutto 450 ettari di foresta a Leuk, in Vallese.

Nonostante i danni provocati dalle fiamme, questi eventi non devono venir considerati necessariamente grandi catastrofi per la natura.

Seppure più rari che in altre regioni europee, anche in Svizzera gli incendi distruggono ogni anno preziose zone boschive. Negli anni migliori solo alcune decine di ettari vengono sacrificati dalle fiamme.

In quelli peggiori vanno in fumo fino ad oltre un migliaio di ettari. Nel 1981, l’anno più catastrofico da questo punto di vista, oltre 1800 ettari sono stati carbonizzati in tutto il paese.

Quest’anno le cose sono andate relativamente bene, almeno finora. Soprattutto se consideriamo che il rischio di incendi era definito dagli esperti come il più elevato degli ultimi 30 anni.

La lunghissima siccità, che mette a dura prova la Svizzera da circa tre mesi, ha lasciato i suoi effetti anche sulle foreste, più fragili e indifese contro la più piccola scintilla.

Ma gli incendi – come quello avvenuto in questi giorni a Leuk, che ha devastato 450 ettari di bosco in poche ore – non rappresentano necessariamente una grave catastrofe per la natura.

Ottimi meccanismi di rigenerazione

“Mi preoccupo, ma non verso una lacrima per le foreste, quando sento parlare di un nuovo incendio” confessa Marco Conedera, uno dei maggiori specialisti svizzeri di foreste.

Il responsabile del centro di ricerca forestale e ambientale della Confederazione al sud delle Alpi segue da numerosi anni l’evoluzione dei boschi, proprio nelle zone generalmente più minacciate in Svizzera dal rischio di incendi.

“Per quanto riguarda l’impatto puramente naturale, si può notare che le foreste dispongono dei loro meccanismi per rigenerarsi rapidamente dopo incendi, valanghe o grandi tempeste, come quella avvenuta nel 1999. Nel giro di pochi anni riescono a ritrovare un nuovo equilibrio verso il ritorno di un ecosistema normale” spiega Conedera.

Dopo un incendio si creano nuove condizioni che favoriscono le specie vegetali più adatte alla luce e a spazi aperti, mentre altre specie vengono provvisoriamente eliminate. La foresta cambia quindi in parte, ma non muore.

Effetto naturale neutrale

“In alcune zone, come al sud della Francia dove gli incendi sono molto frequenti, si sviluppano addirittura formazioni vegetali adattate alla minaccia delle fiamme” aggiunge l’esperto.

È il caso della macchia mediterranea, molto diffusa in queste regioni. La sua sopravvivenza è dovuta anche ai costanti incendi che favoriscono la fioritura o la germinazione di alcune specie vegetali e, nel contempo, limitano la crescita delle piante concorrenti.

In Svizzera, i boschi necessitano di un po’ più di tempo per rigenerarsi. Riescono comunque a riprendere buona parte delle loro caratteristiche, se non del loro vigore, anche nel giro di pochi anni o di uno o due decenni, a seconda delle specie vegetali esistenti.

“Seppure sicuramente spettacolare, l’effetto di un incendio può essere considerato neutrale dal profilo naturale, soprattutto per i boschi che sono abituati a questi fenomeni” sostiene Marco Conedera.

Anche la fauna riesce a cavarsela relativamente bene. “Le specie che possono scappare, scappano. È la microfauna che soffre maggiormente. Dai nostri studi emerge comunque che nessuna specie viene completamente eliminata” sottolinea l’ingegnere forestale.

Problemi susseguenti

Se dal profilo naturale, gli incendi sono quindi meno drammatici rispetto alle apparenze, i maggiori problemi riguardano invece le capacità protettive dei boschi.

“Il terreno non non assorbe più la pioggia e non è più nemmeno protetto dalle chiome degli alberi che filtrano le precipitazioni. Lo strato superficiale si disgrega più facilmente e la cenere ottura i pori del terreno” spiega Marco Conedera.

Invece di penetrare nel suolo, dopo gli incendi l’acqua tende quindi a defluire molto rapidamente a valle, provocando erosioni e, nel peggiore dei casi, ondate di piena nei torrenti e alluvioni.

In zone in cui le foreste assumono importanti funzioni protettive diventa necessario l’intervento umano per costruire barriere artificiali di protezione. Ma quasi sempre manca il tempo per realizzare tali opere: forti piogge seguono spesso lunghi periodi di siccità.

Ma anche in quest’ambito gli incendi non rappresentano il problema maggiore. “A preoccupare sono principalmente i cambiamenti climatici che rischiano di moltiplicare le catastrofi naturali nei prossimi anni” avverte Willy Geiger, vice direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio.

Ed è in questo campo che la Confederazione ha deciso di porre le sue priorità per salvaguardare le foreste svizzere.

swissinfo, Armando Mombelli

Da 40 a 80 incendi di grandi dimensioni divampano ogni anno nelle foreste svizzere.
Negli ultimi decenni, da 9 a 1500 ettari di boschi sono stati distrutti ogni anno in Svizzera.
Nel 2003, l’incendio più grave ha devastato 450 ettari di foresta a Leuk il 13 agosto.
La Confederazione devolve ogni anno 4 milioni di franchi per la prevenzione degli incendi.

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