I soldi fanno la felicità?

Secondo la classifica stilata dalla rivista britannica "The Economist", la Svizzera è il posto migliore dove far nascere un bambino, seguita da altri paesi ricchi come Australia, Norvegia, Svezia, Danimarca e Singapore. Ma nascere in uno Stato con un alto standard di vita, rima davvero con felicità?

Negli ultimi anni, il concetto di felicità è entrato con forza nei dibattiti internazionali quale strumento alternativo per misurare il benessere e la prosperità di una nazione. L’idea è nata in Bhutan nel 1971. Il paese del drago tonante si è infatti rifiutato di misurare il progresso unicamente attraverso il prodotto interno lordo. Al suo posto, ha promosso un PIL della felicità che misura la prosperità del paese attraverso quattro fattori: lo sviluppo equosolidale, la sostenibilità ambientale, la promozione culturale ed il buon governo.
Nel 2012 le Nazioni Unite hanno presentato il primo rapporto sulla felicità mondiale basato sui dati raccolti in 156 paesi. E l’anno precedente l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico aveva lanciato un indice per misurare la qualità di vita nei diversi paesi membri.

Secondo voi, è davvero possibile determinare il livello di felicità di ognuno di noi? I soldi fanno la felicità? Quali altri fattori entrano in gioco? Dite la vostra.