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Fuoco scaccia fuoco

Ramo di agazzino colpito dal fuoco batterico: dopo i fiori, muoiono anche le foglie. www.feuerbrand.ch

Solo bruciando gli alberi e gli arbusti contaminati si può combattere il fuoco batterico, che minaccia le piantagioni di meli e peri.

Ma ora si sta profilando un nuovo metodo di prevenzione contro la malattia, che impiega api e batteri antagonisti.

Migliaia di meli e peri colpiti, interi frutteti abbattuti e bruciati: per i frutticoltori della Svizzera orientale, il 2000 rimarrà impresso nella memoria come l’anno del fuoco batterico – la più temibile delle malattie per gli alberi da frutta.

Scatenato dal battere ‘erwinia amylovora’, che penetra nelle piante attraverso i fiori, il fuoco batterico può provocarne la morte nel giro di un solo periodo vegetativo.

Una malattia relativamente nuova

Sebbene sia apparso per la prima volta in America del Nord due secoli fa, il fuoco batterico è giunto anche in Svizzera soltanto verso la fine degli anni 80. E, partendo dal Lago di Costanza, è giunto fino a sud delle Alpi, dove di recente si sono registrati parecchi casi di infezione.

“Dopo il primo caso, scoperto nel 2000”, ci conferma Luigi Colombi, del servizio fitosanitario ticinese, “se ne sono aggiunti molti altri, soprattutto nella parte meridionale del cantone. Ma per fortuna, da noi la malattia ha colpito soltanto il cotognastro”.

Oltre a meli, per e cotogni, il fuoco batterico colpisce infatti anche molte piante ornamentali, come appunto il cotognastro, il nespolo, l’agazzino. E pure piante selvatiche, come il biancospino e il sorbo.

Bruciare le piante colpite

Dato che in Svizzera non si possono usare antibiotici nelle culture vegetali, in presenza del fuoco batterico c’è un solo rimedio: il fuoco.

“Bisogna abbattere e bruciare tutte le piante malate”, spiega Luigi Colombi, “e disinfettare attrezzi e vestiti, perché il rischio di contaminazione è molto grande”. Tuttavia, specifica l’esperto, il fuoco batterico non è pericoloso né per l’uomo né gli animali, e nemmeno per le altre specie vegetali che non siano quelle a rischio.

Per proteggere i frutteti, le autorità fitosanitarie federali hanno intanto emesso il divieto di piantare il cotognastro, la pianta ornamentale molto diffusa, che è considerata la più sensibile al fuoco batterico.

“Nel Ticino”, aggiunge Luigi Colombi, “stiamo pure procedendo a estirpare tutte le piante ornamentali a rischio dalle aeree di parcheggio lungo l’autostrada”.

Batteri antagonisti

Una misura precauzionale, quella illustrata dall’esperto ticinese, che un domani non sarà forse più necessaria.

Ricercatori dell’Istituto federale di Wädenswil (FAW) hanno infatti messo a punto un trattamento preventivo, che protegge le piante dal fuoco batterico.

“Ci sono dei batteri che possono essere impiegati nella prevenzione della malattia”, afferma Markus Bünter, ingegnere agronomo presso il FAW, “perché sono antagonisti dell’ ‘erwinia amylovora’ e ne impediscono lo sviluppo”.

Per esempio il ‘bacillus suptilis’ – un battere del terreno, inoffensivo per le piante – riesce a contendere il posto all’agente patogeno del fuoco batterico, e la malattia non si manifesta.

Bisogna però che i batteri antagonisti, contenuti nel BioPro messo a punto dal FAW, si trovino sui fiori delle pianta a rischio prima degli altri. E per questo bisogna ripetere i trattamenti ogni cinque giorni, dato che i fiori non sbocciano tutti contemporaneamente.

Ora però si è forse trovato anche il mezzo di ovviare a questi laboriosi procedimenti: “Studiosi del Politecnico di Zurigo stanno facendo esperimenti con le api”, spiega Markus Bünter, “che vanno di fiore in fiore e possono così distribuire dappertutto i batteri”. E per questo basterà che, prima di lasciare l’alveare, gli insetti attraversino un bagno di batteri.

Così, le api potranno anche contribuire a debellare la malattia dei meli e dei peri. Ma il miele, che gusto avrà?

Fabio Mariani, swissinfo

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