Giornata donne: diverse iniziative per dare visibilità a richieste
(Keystone-ATS) Strade ribattezzate con nomi femminili, cortei e manifestazioni per chiedere un’effettiva parità salariale per donne e uomini: anche in Svizzera si è celebrata oggi la Giornata mondiale della donna.
Delle 447 strade di Zurigo che portano i nomi di personaggi famosi, solo 54 sono dedicate alle donne, sottolinea la sezione zurighese di Unia in una nota: si tratta di una situazione tipica, con le donne che in pubblico hanno decisamente meno visibilità rispetto agli uomini.
Per ovviare a ciò – seppure per una sola giornata – la scorsa notte diversi membri del sindacato hanno incollato adesivi sulle targhe di oltre 100 strade dedicate a personalità maschili, trasformandole nella variante femminile. Gli abitanti della “Josefstrasse”, ad esempio, si sono risvegliati in una via temporaneamente ribattezzata “Mariastrasse” mentre “Erismannstrasse” è divenuta “Erisfraustrasse”.
Un’azione simile è stata condotta in diverse località vallesane. A Sion, tuttavia, la polizia è intervenuta dopo pochi minuti per strappare gli adesivi posti sui nomi delle strade.
Deplorando il fatto che nella località nessuna via sia intitolata a un personaggio femminile, il Collettivo Donne Vallese ha lanciato l’azione, dedicando alcune tra le principali strade di Sion a donne degne di dota, quali ad esempio le politiche Viola Amherd e Gabrièle Nanchen o l’ex sciatrice Chantal Bournissen.
Anche la Gioventù socialista ha condotto azioni simili in diverse città elvetiche, in particolare avvolgendo in colorati grembiuli da cucina statue dedicate a grandi uomini del passato. Lo scopo era di attirare l’attenzione sull’importanza del lavoro non retribuito e non riconosciuto in famiglia.
A Berna un un centinaio di donne si sono riunite oggi nel primo pomeriggio al motto “Solidarietà per le donne – solidarietà tra le donne”, sfidando la pioggia battente e violente raffiche di vento.
Prima della manifestazione in un cinema della città federale è stata proiettata una rassegna dedicata allo sciopero delle donne del 14 giugno 1991. Gli organizzatori hanno volutamente fatto riferimento a quell’evento, ritenendo che a 28 anni di distanza molte delle richieste di parità non siano ancora state soddisfatte.
La giornata mondiale delle donne è stata anche l’occasione per lanciare diverse raccolte di firme. L’organizzazione Campax, ad esempio, ha presentato la petizione “Bloody Unfair – Down with the tampon tax. Il periodo mestruale non è un lusso” per chiedere che tamponi, assorbenti e altri prodotti per l’igiene intima femminile siano soggetti all’aliquota IVA ridotta del 2,5% invece dell’attuale 7,7%.
L’Ufficio federale di statistica ha dal canto suo presentato i risultati del rapporto “She Figures 2018” della Commissione europea che indaga la posizione delle donne nel contesto scientifico. Da esso emerge che la partecipazione femminile nel settore della ricerca scientifica è in costante aumento, ma a livello europeo la parità di genere non è ancora stata raggiunta. In questo ambito, le donne in carriera sono molto meno numerose degli uomini anche nella Confederazione.
A Palazzo federale, infine, trenta giovani donne hanno incontrato le tre ministre attualmente in carica: la vicepresidente Simonetta Sommaruga (DATEC), la responsabile del Dipartimento della difesa Viola Amherd (DDPS) e la capa del Dipartimento di giustizia e polizia (DFGP) Karin Keller-Sutter.
Nel corso dell’incontro le giovani – provenienti da istituti di formazione di Porrentruy, Coira e Lucerna – hanno avuto modo di procedere a “un proficuo scambio di idee”.
La giornata della donna è stata l’occasione, per l’Unione sindacale svizzera (USS) e il sindacato Syna, per pubblicizzare il nuovo sciopero nazionale delle donne, in programma il prossimo 14 giugno. Ventotto anni dopo la prima contestazione delle donne, nel 1991, le buone ragioni per condurne una nuova non mancano, ritiene l’Unione sindacale, aggiungendo che in media il “gentil sesso” guadagna il 20% in meno rispetto agli uomini.