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Giro di vite contro i pedofili

Secondo l'accordo, le piccole vittime potranno testimoniare per videoconferenza, mantenendo l'anonimato Keystone Archive

Con l'accordo di assistenza giudiziaria concluso tra la Svizzera e le Filippine, la lotta contro la pedofilia entra in una nuova era.

Il viaggio della ministra svizzera di giustizia e polizia, Ruth Metzler, questa settimana in Asia ha dato un nuovo impulso alla lotta contro la pedofilia, grazie all’accordo di assistenza giudiziaria concluso con le Filippine. I pedofili svizzeri che agiscono in questo paese rimarranno sempre meno impuniti.

“Questa cooperazione elvetico-filippina apre una nuova era nella lotta contro la pedofilia”, si rallegra Mario Affentranger, capo della sezione trattati internazionali della divisione assistenza giudiziaria al Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). L’accordo, che entrerà in vigore al più presto il prossimo anno, prevede la trasmissione spontanea di informazioni e l’interrogatorio di testimoni e esperti per videoconferenza.

Interrogatori in videoconferenza

Secondo il DFGP, i principali bersagli del testo firmato a Manila sono lo sfruttamento sessuale dei bambini e la tratta di donne. Il nuovo strumento dell’interrogatorio in videoconferenza dovrebbe rivelarsi particolarmente utile, secondo gli osservatori. Una vittima filippina infatti potrà testimoniare dal suo paese, rimanendo anonima.

Ma l’assistenza giudiziaria non si limiterà al processo e sarà già efficace a monte. Tutta l’assistenza penale infatti sarà rafforzata. Specialisti dei due paesi “che si conosceranno personalmente” saranno in contatto durante tutta la procedura, afferma Affentranger.

“Bisogna comunque che venga sporta denuncia”, aggiunge il funzionario del DFGP. Il colpevole rischia fino a cinque anni di reclusione in Svizzera. Il testo prevede la possibilità di perseguire anche le persone che vivono in Svizzera e non solo gli svizzeri.

Chiaro messaggio contro i pedofili

Georges Glatz, presidente del Comitato internazionale per i diritti del bambino (CIDE) è soddisfatto dell’accordo. “Era molto tempo che aspettavamo un simile testo”, ha affermato. A suo avviso, si tratta di un messaggio chiaro di Berna contro la pedofilia e spera che la misura abbia un effetto dissuasivo. Il CIDE evita però facili entusiasmi e aspetta di vedere come il testo modificherà la pratica.

“I pedofili andranno semplicemente in altri paesi, come hanno sempre fatto”. Le mete privilegiate dei pedofili svizzeri in Asia sono, oltre alle Filippine, la Thailandia, l’India, la Cambogia e il Vietnam. In Sudamerica, Brasile e Costa Rica sono i paesi che attirano maggiormente i turisti del sesso, ma è impossibile avere cifre precise.

Glatz deplora in particolare la mancanza di mezzi a disposizione contro la pedofilia. “Bisognerebbe globalizzare la battaglia con una rete internazionale di lotta”, dichiara, “sotto l’egida di un’organizzazione potente come l’ONU”.

swissinfo e agenzie

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