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Giustizia elvetica in Sudafrica per spionaggio e traffici illeciti

I magistrati svizzeri dovranno cercare di far luce sulle relazioni bilaterali militari intrattenute con Wouter Basson, deus ex machina del programma biochimico di sterminio dell'opposizione nera nel Sud Africa dell'apartheid Keystone Archive

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) in Sudafrica per indagare su spionaggio e forniture illecite col governo dell'apartheid.

È la prima volta che un’inchiesta viene svolta sul posto da quando è stato avviato un procedimento sui rapporti tra i servizi segreti svizzeri e l’ex regime sudafricano, nel 1999.

Il capo dell’informazione del MPC, Hansjürg Mark Wiedmer, confermando un’informazione pubblicata sabato dal quotidiano zurighese Tages-Anzeiger, ha precisato che la Procura ha avviato indagini contro ignoti per chiarire se nei rapporti fra la Svizzera ed il Sudafrica siano stati commessi reati di rilevanza penale. Il portavoce non ha voluto fornire altri dettagli visto che la vicenda non riguarda unicamente la Procura federale.

La portata delle indagini

La delegazione delle commissioni di gestione delle Camere federali, che indaga sui rapporti tra la Svizzera e il regime dell’apartheid nel settore dei servizi d’informazione, aveva chiesto il parere del Consiglio federale sull’opportunità e le modalità di un’inchiesta sul posto. Il 19 marzo il governo ha deciso di lasciare ai parlamentari la libertà d’indagare in Sudafrica, ma ha espresso riserve su un’eventuale trasferta.

Il Dipartimento federale della difesa (DDPS) ha promosso dal canto suo un’inchiesta amministrativa contro l’ex capo dei servizi di informazione Peter Regli in seguito alle dichiarazioni fatte dal direttore dei laboratori militari del regime dell’apartheid Wouter Basson nel processo in corso contro di lui a Pretoria. Basson aveva affermato di essersi procurato in Russia nel 1992 mezza tonnellata di Mandrax, una potente droga, grazie all’aiuto di Regli.

swissinfo e agenzie

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